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“Transumanza”: l’evoluzione dei Dos Cabrones

È uscito il 17 marzo il secondo disco del duo emiliano formato da Marco Brentazzoli e Riccardo Brusori

Quello che appare subito chiaro all’ascolto di “Transumanza”, il nuovo album dei Dos Cabrones, è la potenza e l’importanza dedicata alle sonorità “massicce”. Le loro canzoni non hanno parti cantate, ma campionamenti, ad eccezione della traccia numero 7 “El Chupacabra”, che vede la partecipazione di Frè Zocca (Lleroy). La musica al centro quindi, protagonista sempre, in studio e sul palco, il loro scopo infatti è riportare live quanto vissuto in sala prove, emozioni e stati d’animo in primis.

Marco Brentazzoli e Riccardo Brusori, chitarrista e batterista, si incontrano nel 2017 in provincia di Bologna e subito tra i due si crea un’alchimia perfetta. Così, nel 2019 pubblicano “Accanimento Terapeutico“, l’anno successivo sono ospiti di Produzioni Rumorose, dove registrano in presa diretta un inedito e una cover, fino ad arrivare a “Transumanza” pubblicato da Grandine Records. Il loro terreno d’azione è dato dalla fusione di diverse sonorità che spaziano dal grunge, sludge, stoner e noise.

Artwork di Alessandro Canu in collaborazione con Brentazzoli e Brusori
Musica e titoli ricercati

La musica dei Dos Cabrones è portatrice sana di messaggi su temi di notevole rilevanza sociale e umana come l’eutanasia, il rifiuto di dogmi e dottrine, il rifiuto delle unioni civili, il degrado sociale e le credenze popolari. Temi esplicitati dai campionamenti, supportati dal certosino lavoro di ricerca nella composizione.

Le sette tracce che formano “Transumanza” nascono dall‘istinto e dall’unione di suoni e idee che si realizza tra Brentazzoli e Brusori. Idee e suoni che, come gli esseri umani, possono e devono evolvere, trasformarsi, senza mai snaturarsi. Questo è quello che accade nel nuovo disco dei Dos Cabrones, si realizza una spontanea e naturale evoluzione, influenzata forse anche dal “momento” pandemico che ci stiamo lasciando alle spalle, durante il quale i due hanno composto le tracce di questo disco.

Tracce i cui titoli sono anche loro frutto di ricerca e studio, vedi “S’accabadora” dal termine sardo “accabadora” con cui si appellava la donna, chiamata dai familiari del malato terminale, che poneva fine alle sue sofferenze, una sorta di eutanasia ante litteram. Dedicata al degrado sociale è la traccia “Podrido” che in spagnolo vuol dire marcio appunto. “Vespa crabro” altro non è che il nome scientifico del calabrone, la più grande delle vespe europee e nordamericane.

“La scimmia di Dio” è la traccia che affronta uno dei temi più dibattuti, quello dell’indottrinamento e del dogmatismo a cui sin dalla tenera età veniamo esposti per allontanarci dal peccato e da Satana (la scimmia di Dio).

Citazioni alte e universali

Citazioni importanti sono presenti in particolare nella traccia “The Gunslinger Shrimp”, qui troviamo un campionamento della battuta finale de “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone accompagnata dall’epica colonna sonora del Maestro Ennio Morricone. Non mancano riferimenti storici, invece, in “Cassio/Bruto/Giuda”, i traditori per eccellenza, i primi artefici della congiura e dell’assassinio di Giulio Cesare, l’altro traditore di Gesù.

Temi che interessano e a volte influenzano troppo la coscienza popolare sono le credenze, voci che corrono e creano mostri di ogni fattezza e sembianza come “El Chupacabra”. Creatura mitologica “contemporanea” che avrebbe ammazzato animali domestici, capre in particolare, solo per berne il sangue. Nata a Portorico negli anni ’90, diffusasi poi in America Latina e Stati Uniti, tale credenza è rappresentativa, quindi, per i Dos Cabrones, della facilità con cui esse si diffondano e di come possano influenzare spesso negativamente l’uomo, i suoi pensieri e le sue azioni.

La Transumanza come metafora della vita?

L’uomo, forse come gli animali che si spostano da soli o accompagnati da pastori, percorrendo particolari vie naturali, dalle pianure alle colline e viceversa, per assicurarsi un buon pascolo e un buon clima tutto l’anno, dovrebbe ambire sempre al meglio per sé. A evolversi, a non accontentarsi di quello che gli viene dato per dogma o verità assoluta, tante sono le verità e i Dos Cabrones lo hanno ben compreso e messo in musica.

a cura di
Mariangela Cuscito

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