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“Clouds & Butterflies” raccontato dai Float Music

Lo scorso 15 aprile esce “Clouds & Butterflies”, primo album dei Float Music e distribuito da (R)esisto.

Questo progetto musicale, formatosi Bologna nel 2018, è composto dal duo Stefano Maimone alla chitarra e basso e Anna Tagliabue alla voce. Il loro nuovo album nasce durante un periodo di sperimentazione di diverse sonorità che li ha visti variare dal mondo dell’elettronica per poi approdare a quello della musica acustica.

Anticipato dai due singoli “Riflessi” e “Thinking Out Loud, Clouds & Butterflies” è composto da 9 brani, attraverso cui già ad un primo ascolto si può percepire l’originalità di questo gruppo bolognese: possiamo ritrovare influenze folk, rock e raggae.

Le loro canzoni ti teletrasportano in un mondo parallelo più calmo, dove, per un secondo, il caos nel quale siamo immersi si paralizza improvvisamente, trasformandosi in tante piccole nuvole fluttuanti che vengono cullate dalle dolci note della voce di Anna. Ed è proprio questo tipo di sensazione “di calma fluttuante” che i Float Music fanno provare all’ascoltatore. Percepiamo anche la ricerca continua dell’equilibrio del sé, come individuo nel caos del mondo, che si ferma a riflettere sulle vecchie e nuove consapevolezze acquisite nel corso della vita.

Per capire meglio come si sono formati i Float Music, e comprendere l’essenza del loro album “Clouds & Butterflies”, abbiamo fatto loro qualche domanda che potete leggere nell’intervista a seguire.

Float Music. Come nasce il nome e il duo?

Il nome “Float Music” nasce dal nostro modo di vivere la musica. Non ci piace mettere delle etichette o fossilizzarci su un genere preciso. Siamo curiosi e ci piace esplorare mondi musicali sempre nuovi. Per questo ci piaceva l’idea di una “Musica Fluttuante”, in cui i generi si mescolano per creare un discorso originale e organico. Ci siamo conosciuti mentre studiavamo musica Jazz in conservatorio. Abbiamo scoperto di avere gusti comuni e la passione per la scrittura. Così abbiamo iniziato a collaborare.

Dal primo ascolto del vostro album “Clouds& Butterflies” vengono subito in mente associazioni musicali di artisti/e nazionali e internazionali come Lily Allen, Giorgia o Carmen Consoli. A quali gruppi vi ispirate maggiormente?

Non abbiamo una fonte di ispirazione precisa. Ci piace ascoltare e scoprire musica sempre nuova e diversa. Sicuramente siamo molto legati alla musica jazz le cui sonorità e spinta alla creazione estemporanea sono parte integrante del nostro stile. Ci piacciono molto quei/quelle musicisti/e che non sono stilisticamente etichettabili in maniera precisa. Quelli/e che nel dire la propria verità trovano il loro stile. Ad esempio ci vengono in mente: Joni Mitchell, Crosby Still Nash and Young, Radiohead, ma ce ne sono davvero tanti e tante altri/e.

Anna e Stefano da bambini: qual era il vostro sogno sin da piccoli?

Stefano: ero un bambino paffutello e anche un po’ ingenuo, ma ho sempre avuto molti amici e per lo più passavo le mie giornate all’aperto a giocare. Alle elementari ho iniziato a suonare il pianoforte per poi passare al basso e anche alla chitarra. Non ho mai pensato di fare il musicista da grande. Ai tempi forse non sapevo neanche che fosse un lavoro. È stato poi al liceo che ho iniziato a prendere coscienza della cosa e ho iniziato a muovere i primi passi in tale direzione.

Anna: Ho il ricordo di un collage fatto all’asilo in cui avevo incollato la mia faccia sul corpo di una ragazza con i jeans a zampa e una chitarra in spalla. Mi ricordo di aver pensato di voler essere così da grande. Fu un pensiero un po’ nascosto e fugace, perché se mi avessi chiesto cosa avrei voluto fare da grande avrei risposto la veterinaria. Però il pensiero della musica è sempre stato per me un desiderio e una passione di sottofondo costante. Era qualcosa di molto intimo e profondo, che ho condiviso con il mondo esterno in maniera lenta. Si è concretizzato in età più adulta, soprattutto alle superiori.

Bologna è la vostra “culla” dove tutto ha avuto inizio. Secondo voi, quanta influenza dà un luogo al genere/stile di un gruppo musicale? E per voi come è stato?

Il contesto in cui si vive ci influenza in maniera profonda e radicale. Sicuramente ci sono fasi della vita in cui questo scambio con l’esterno è cruciale, come nell’infanzia e nell’adolescenza, ma anche in età adulta ci può portare a scoprire cose inesplorate di noi stessi/e. Bologna è stata decisamente la nostra culla e ci ha influenzati non poco. Entrambi veniamo da città di provincia con un contesto sociale diverso. Bologna ci ha fatto crescere, conoscere realtà sempre nuove e diverse. Musicalmente ci ha dato e ci continua a dare molto.

Prossimi concerti in ballo? Dove possiamo venire ad ascoltarvi?

Le date sono in continuo aggiornamento. Per il momento consigliamo di seguirci sui nostri account social come Facebook e Instagram. Li teniamo sempre aggiornati.

Non mi resta che ringraziare Anna e Stefano – Float Music per il loro tempo, e per celebrare il concetto della lentezza in un mondo carico di frenesia.
Auguro quindi a tutte/i un buon ascolto dell’album “Clouds & Butterflies”.

a cura di
Francesca Bandieri

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