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Scicchi fa “Mea culpa” e ce lo racconta

Dopo la pubblicazione di “4 su 4” (registrata negli spazi del Forum di Roma, il celebre studio di Ennio Morricone) e l’inserimento del suo nome tra le belle promesse di Sanguegiovane e Scuola Indie di Spotify Italia, il giovanissimo talento di scuola La Clinica Dischi torna a fare il conto dei propri sbagli e a cucire gli strappi di ferite che paiono decise a non volersi rimarginare: “MEA CULPA” è la sommessa preghiera di SCICCHI, la terza conferma di uno dei nomi più caldi della nuova scena emergente nazionale. Beccatevi le nostre succulentissime domande all’artista!

Ciao Scicchi! In linea con il nome della nostra testata, non possiamo che partire con una domanda sul concetto di “indipendente”: cosa significa, oggi, essere “indipendente” e quali sono secondo te i più grandi ostacoli che un artista emergente incontra lungo la propria via.

Ciao! Essere un’artista indipendente per me vuol dire avere molto più spazio per comunicare tramite la musica, farla entrare dentro casa della gente che la ascolta e dargli un’intimità diversa. Ovviamente ci sono pro e contro in ogni cosa, per questo non faccio la classica ramanzina da “meglio indipendenti che…” anche perché nel mio bagaglio di esperienze ancora non ho le ossa per fare critiche, mi sono semplicemente affezionato a questo ambiente per la sua sincerità e spontaneità nel fare musica. I più grandi ostacoli per un artista emergente secondo me, sono le aspettative e tempo e denaro. Devi fare sacrifici senza aspettarti nulla in cambio, credere in te stesso e andare avanti, possono essere ostacoli come trampolini di lancio, ma devi decidere tu.

Sei giovanissimo, ma hai già alle spalle un discreto percorso musicale. Quali senti siano stati, fin qui, gli appuntamenti con la Storia (almeno, la tua personale) che hai incontrato lungo il cammino?

Beh penso sicuramente la mia prima chitarra, regalata da i miei poco prima di iniziare la prima media, poi ovviamente la mia prima band con cui ho fatto il mio primo concerto, la mia seconda con cui sono andato per la prima volta in un vero studio a registrare e con cui sono rimasto fino a due anni fa e in fine lo scioglimento e l’incontro con La Clinica Dischi, spero di continuare ancora a scrivere questa linea del tempo ahah.

Prima di oggi, hai pubblicato diversi singoli di cui uno, “4 su 4”, registrato negli studi romani di Ennio Morricone. Un traguardo non da poco, per un esordiente come te: ci racconti che emozione è stata?

Una delle poche esperienze che mi ha fatto davvero crescere e sognare, non mi sarei mai immaginato di registrare gli archi di una mia canzone in un tempio della musica come quello di Ennio Morricone, in cui hanno messo piede gran parte tra i più grandi artisti italiani e internazionali. Un’esperienza magica che mi porterò dietro, sempre.

E oggi, invece, “Mea culpa”: sembri aver preso una via che ammicca palesemente alla trap. Quali sono le principali influenze che caratterizzano il tuo linguaggio musicale?

In realtà sono davvero troppe per starle qua a elencare, so solamente che mi piace sperimentare, senza darmi limiti o generi. E questo La Clinica Dischi l’ha capito fin da subito.

Esiste un particolare aneddoto dietro la pubblicazione del brano?

È stato uno dei primi pezzi che ho registrato insieme alla Clinica, e sono davvero contento di come sia uscito.

Bene, non resta che salutarci e la domanda diventa automatica: hai in previsione un disco, o un EP che uscirà a breve?

Ovvio, ma si vedrà. Ciao!

a cura di
Redazione

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