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Chiarè ci presenta il suo disco d’esordio: l’intervista

Disponibile su tutti gli store digitali l’album d’esordio di “Chiarè” aka Chiara Ianniciello. In un panorama musicale italiano quasi inflazionato di nuove proposte, Chiara debutta puntando tutto sulla qualità musicale. E sembra esserci riuscita.

Laureata in canto jazz e presto anche in contrabbasso classico, col suo disco d’esordio Chiarè ha già in mente il suo percorso musicale. Un pop raffinato con venature jazzy e funky legato a sonorità molto in voga negli anni 70. Parliamo di Battisti ma anche di Alan Sorrenti e Enzo Carella, un sound vintage tornato prepotentemente di moda.

Ma Chiarè in questo caso riesce ad andare oltre.

C’è la tradizione napoletana che ha un storia più che millenaria. L’artista la riscopre e le ridona freschezza. Basterebbe ascoltare l’interpretazione di “Scalinatella” eseguita con rispetto, in maniera quasi spoglia, come a volerne sottolineare la grandezza.

E ancora l’uso del dialetto napoletano come lingua (“Vulesse”, “Zanzare”, “Strategia”). Qui si sente non solo l’influenza di Pino Daniele ma anche di Maria Pia De Vito, interprete che è riuscita a “esportare” la napoletanità fino a creare degli stupendi dialoghi con la musica brasiliana. La nostra intervista è stata una piacevole chiacchierata con la conferma che Chiarè è un’ artista di cui sentiremo parlare spesso.

Ciao Chiara. Nel tuo disco d’esordio ci sono già le linee guida del tuo sound. Che gestazione ha avuto il tuo progetto e da quanto tempo ci lavori?

In realtà ci stiamo lavorando davvero da tantissimo tempo. Trovare il giusto sound non é stato semplice. É stato un lavoro di ricerca principalmente iniziato con Ernesto Massimo Voza nel 2021/22. Abbiamo cominciato insieme a produrre i miei brani e siamo cresciuti insieme fino a quando non abbiamo trovato quello più vicino a me, ma non abbiamo smesso di continuare a lavorare sulla ricerca.

Mi ha colpito molto la tua versione del classico “Scalinatella”.Come sei riuscita a coniugare la lingua napoletana con l’italiano, la tradizione e la modernità?

Scalinatella é un brano che mi ha sempre accompagnata sin dall’infanzia e l’arrangiamento in particolare é nato così per gioco. Una sera a cena da Massimino, cantavo questa canzone battendo le mani a un ritmo diverso e così abbiamo pensato di registrarla utilizzando solo il suono dei tamburi e delle nacchere. L’unione di italiano e napoletano in realtà è una scelta abbastanza legata al mio modo di parlare. Penso sempre alla musica come qualcosa di naturale e senza troppe costruzioni. Essendo campana non potevo non inserire la lingua napoletana nei miei brani.

Oltre ad essere una brava cantante ti accompagni al contrabbasso. Sting ha dichiarato che suonare il basso e cantare è come toccarsi la testa con una mano e accarezzarsi la pancia con l’altra, vuol dire usare due parti diverse del cervello nello stesso momento. Confermi questa affermazione?

Beh sì, cantare e suonare il contrabbasso non é semplice. Con il giusto esercizio e impegno però si riesce a fare tutto. Non é impossibile.

Sognare è lecito, qual è l’artista nazionale o internazionale con cui ti piacerebbe collaborare?

Ci sono tantissimi artisti che amo ascoltare, molti fonti d’ispirazione. Potrei elencarne veramente tanti. In generale la musica é come l’amore. Potrei ritrovarmi a suonare con il cantautore più bravo del mondo e scoprire che non c’é chimica, come con la vicina di casa e scoprire di avere con lei un feeling musicale incredibile. Se riuscissi ad avere un feeling musicale con Enzo Avitabile sarebbe un sogno.

Chi sono i collaboratori e i musicisti coinvolti nel disco “Chiarè”?

Ernesto Massimino Voza alla batteria in alcuni brani e alla produzione di tutti. Peppe Maiellano alla produzione e alle tastiere e tantissimi amici di Salerno e provincia che con entusiasmo hanno lavorato insieme a me.
Tromba Giuseppe Alfano
Sassofono Michele Vassallo
Viola Augusta Mistico
Violino Linda Buonocore
Batteria Andrea De Fazio
Chitarre Marcello Giannini e Antonio D’Apolito
Voci Elia Leo ed Ernesto Massimino
Basso e alcune chitarre Giada De Prisco

Cos’è la “Foria”, brano del tuo disco?

É un luogo della costiera cilentana, il paese dove viveva la persona alla quale ho dedicato questa canzone.

Ci puoi anticipare i prossimi progetti o eventuali concerti?

Ultimamente ho inziato a suonare con Simona Severini, una cantante jazz meravigliosa che stimo tanto. Le nostre voci sono perfette insieme. Lei é anche una bravissima cantautrice. Abbiamo insieme portato a Roma un concerto con canzoni mie e sue in duo. É ancora tutto in fase sperimentale ma credo proprio che nascerà una bella collaborazione.

a cura di
Beppe Ardito

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