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I Camera a Sud ci raccontano “We Sing Ammore”

Oggi abbiamo intervistato i Camera a Sud, band siciliana votata allo swing e alla musica vintage. Ispirati da Buscaglione, Carosone e altri grandi crooner italiani hanno realizzato lo spettacolo teatrale “We Sing Ammore”.

Scopriamo con loro di cosa si tratta.

Come avete affrontato questo impegno teatrale?

 È stata una scelta dettata dall’obiettivo di fare sicuramente cose nuove, studiate e pensate per trasmettere un messaggio carico di positività. Creare musica e arte come si faceva un tempo, confrontandoci con persone che amano il settore ed esperte nel loro settore, studiando nei minimi dettagli ogni particolare.

Oltre a voi chi sono i perfomer in scena e la loro parte?

In We Sing Ammore saranno presenti dei ballerini e una voce fuori campo che racconterà la storia di Tito.

In che modo la musica dei Camera a Sud si intreccia con questo spettacolo e più in generale con il mondo teatro? 

Buscaglione, Carosone, per esempio, negli anni d’oro della loro carriera, hanno fatto parte del cinema e del teatro, oltre che, ovviamente, ad essere dei bravi musicisti, quindi non è mai stata una musica distante da quel mondo. Non è stato un passo difficile intrecciare questa musica che già si presta ad elementi teatrali. Basta pensare al film Noi Duri con Totò e Fred Buscaglione per avere tutto il meglio che si possa desiderare da questo connubio.

Che differenza c’è tra il vostro approccio al palco del teatro e a quello di un concerto?

Le musiche di We Sing Ammore sono state arrangiate e pensate per il teatro. Solitamente in concerto abbiamo un vestito più rock’n’roll, ma in questo caso ci siamo avvicinati molto, come sonorità ed arrangiamenti, a quelli che erano gli anni prima della guerra e nell’immediato dopoguerra.

Chi o cosa vi ha ispirati nel creare e scrivere la figura di Tito?

L’idea di Tito è una storia quasi vera, perché è in parte la storia del nonno dell’autrice dei testi. Noi cercavamo una storia vera e profonda nel suo significato.

Riprendendo il titolo del vostro show, in che modo si può parlare di amore attraverso la musica, il teatro e la scrittura in un’epoca come la nostra dove tutto sembra essere già stato detto?

Sul piano della creatività oggi giorno ci siamo concessi troppe libertà, infatti secondo noi questo è uno dei motivi perché i cantautori fanno molta più fatica ad emergere e molti tra loro si sono ritirati dalle scene. È stato detto tutto perché siamo convinti che per essere giusti dobbiamo fare quello che fanno altri, proprio la scorsa settimana vedevo un video dove il direttore d’orchestra pensava di più a ballare sulla pedana che ad essere applicato nel dirigere una partitura e questo non accadeva, oggi sembra la normalità, ma le esecuzioni non sono dei capolavori. Si può parlare d’amore anche con una semplice melodia ma deve essere scritta e pensata per quel messaggio e allora quel messaggio arriverà.

Secondo voi, come si può avvicinare il pubblico più giovane al teatro?

È una bella sfida per dinosauri in via d’estinzione. NDR

a cura di
Redazione

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