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Giuseppe D’Alonzo intervista sul nuovo singolo

Fuori dal 8 marzo “Mattinieri del tempo”, il nuovo singolo di Giuseppe D’Alonzo. Dopo un lungo periodo acustico il cantautore torna con un pezzo rock dal retrogusto disco. Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui!


Ciao Giuseppe D’Alonzo, ti conosciamo più o meno dal tuo disco “Fantasmi di Carta” e oggi ci hai fatto ascoltare il nuovo brano “Mattinieri del tempo”. Come definiresti l’evoluzione del tuo stile musicale? 

Grazie per ospitarmi nel vostro spazio editoriale.

Negli anni, partendo dal Blues/Rock della mia prima Band “i Crabby’s” mi sono man mano avvicinato ad un cantautorato italiano. Mattinieri del Tempo è stato un ritorno al mio vecchio stile, ho rispolverato il Rock che risuona sempre forte dentro di me.

Una costante che leggo nella tua musica è parlare di temi importanti e sociali in maniera leggera e abbastanza spensierata, I tuoi brani nascono per sensibilizzare il pubblico o solo come esigenza personale?

Credo entrambe le cose, altrimenti non li pubblicherei. Non resto indifferente a quello che accade intorno a me, a volte somatizzo e probabilmente rielaboro con la musica, credo sia un processo del tutto spontaneo.

Parlaci un po’ di “Mattinieri del tempo”, come è nato questo brano?

A volte credo che l’umanità abbia già raggiunto il suo massimo splendore, e sia iniziata la fase di declino. È un po’ come una “bestia” che scalcia in modo disordinato e compulsivo sentendosi in trappola, questo è quello che vedo oggi. Andiamo tutti a velocità che non siamo in grado di sostenere e governare, se non con abusi di sostanze più o meno lecite, ci dicono che la tecnologia ci aiuterà; invece, è proprio quella che ci sta portando verso il declino. Chi sono i Mattinieri del Tempo? Coloro che in questo contesto di “guerra dei poveri”, fanno di tutto per elevarsi anche solo di un piccolo gradino sociale con mezzi impropri, calpestando il prossimo senza curarsi delle sofferenze che ad essi infliggono. Invece di fermarsi e riflettere, alimentano a dismisura questa malsana competizione, facendoci entrare ogni giorno di più dentro questo buco nero senza ritorno. Quando penso a queste persone mi si materializza questa frase, che ci posso fare?

Accompagnerai queste uscite con un tour? Nel caso porteresti live anche le Boogie Bombs?

A 50 anni mi diverte di più l’aspetto della produzione, creativo, gli anni dei live con la full band sono un bel ricordo, ma sento dentro di me che potrebbe rivenirmi la voglia di suonare di nuovo live in età ancora più “adulta”, dopo un bel periodo introspettivo, passato un po’ in giro per il mondo, chissà.

C’è un brano tra i tuoi a cui sei più legato? Quale?

Il fatto è che sono legato a più brani per diversi motivi, perché sono un chitarrista sia elettrico che folk, e sono un cantantautore, quindi vorrei citarne almeno 3.

“Decisamente Labile” perché è dedicato a mia moglie, “Lost Gaze”, perché credo sia il brano Folk/PoP più importante che ho scritto, è in inglese quindi non sono riuscito a farlo “passare” nel nostro paese, “Drown” come brano Rock a cui sono legato particolarmente soprattutto per l’assolo registrato con la Gibson Les Paul, credo sia davvero l’assolo migliore che ho scritto.

Prossime novità per Giuseppe D’Alonzo?

Sto pianificando un lungo viaggio in oriente per ritemprare la mia anima a volte soffocata e trascurata da uno stile di vita, mio malgrado, occidentale.

Di ritorno lavorerò ad una collaborazione che è già nell’aria, un draft che necessita di un periodo di distacco per poter prendere vita al meglio.

a cura di
Redazione

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