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“Anche lottare per i diritti dei più deboli è libertà”: Gov racconta il nuovo singolo “Vivi Con Me”

“Vivi con Me” è il nuovo singolo del cantautore Gov incentrato sull’importanza della libertà e dell’indipendenza

“Vivi con me” arriva a poche settimane dall’uscita del singolo “Jaja” e anticipa il prossimo album in uscita nel 2023. In questa occasione, Gov ci presenta un pezzo ballabile, molto ritmato e con una consistente parte elettronica. Infatti, è costruito intorno ad un giro di basso accompagnato da chitarre distorte e voci mixate con effetti eco che creano una particolare atmosfera. Insieme al brano, è stato pubblicato su You Tube un videoclip girato in un parco berlinese.

«È un nonsense di emozioni scandito dal tempo elettronico di una base in stile big-room. È una canzone positiva, allegra e piena di sintetizzatori di ogni tipo. Ha un testo in apparenza semplice ma che nasconde un significato riconducibile all’essere indipendente, emancipato e libero»

Gov
Ciao Gov, benvenuto! Il tuo nuovo singolo “Vivi Con Me” è un brano incentrato sulla libertà e l’indipendenza; cosa vuol dire per essere libero e indipendente?

Ciao, e grazie di cuore per aver deciso di parlare con me. La libertà è una cosa un po’ complicata perché abbraccia tanti aspetti della nostra esistenza. In modo banale possiamo dire che la libertà è svegliarsi la mattina e non dover fare qualcosa di malavoglia, la libertà è poter essere se stessi, la libertà è non essere soggiogati da niente e da nessuno. Anche lottare per i diritti dei più deboli è libertà. La musica è libertà, lo diceva Kurt Cobain sul punk rock.

Tanto tempo fa ho letto un libro di Silvano Agosti, “Lettere dalla Kirghisia”, e lì si parla molto di libertà. Libertà di poter fare l’amore con chi si vuole, la libertà di vivere la propria giornata secondo i propri desideri. Ma attenzione, non dimentichiamo però il fatto che secondo me la libertà è anche una cosa mentale. Sono convinto che una persona rinchiusa in una cella se lo vuole, può sentirsi più libera di uno che va al lavoro per dieci ore al giorno in un ufficio che odia con dei colleghi che non sopporta e che quando ritorna a casa deve fare i conti con una famiglia che non ha mai realmente voluto. Infine dobbiamo dire che l’indipendenza e la libertà non esistono, dal momento che tutti noi siamo interconnessi con le cose e le persone che ci circondano e con tutto l’universo. Quindi come vedi è molto complicata.

A tal proposito, secondo te, nell’attuale sistema musicale un artista può ancora essere libero e indipendente?

Sì, secondo me può esserlo. Se sa vivere questa libertà sì, se sa conquistarla sì. Se sa circondarsi delle persone giuste, se non vive il suo essere artista come un fardello da portare avanti a tutti i costi sì. Se cerca di non essere schiavo della propria passione sì. Se scrive una canzone o partecipa a un evento perché lo sente e non perché glielo hanno detto di fare, allora sì.

Hai fatto dei live in vari locali di Berlino e il videoclip del brano è ambientato in un parco berlinese; qual è il tuo legame con questa città?

La forza che mi lega a Berlino è molto potente. Mi ricordo dieci anni fa quando sono partito in stile “Into the Wild” ho lasciato tutto e tutti: avevo una laurea, potevo andare avanti seguendo quel filone ma ho cambiato in modo radicale la mia vita perché il cuore mi diceva che dovevo intraprendere il mio grande viaggio verso Berlino. E mi sono buttato nel Wild berlinese. Mi ricordo che non accettavo aiuti da nessuno e non conoscevo nessuno. Stavo scrivendo il libro della mia vita e volevo esserne protagonista. Sono partito per puro amore verso questa città che mi chiamava. Oltre alla musica anche la letteratura è stata mia compagna: volevo essere come un poeta viaggiatore della Beat Generation, ma anche le opere di Hermann Hesse, Hemingway, Fitzgerald mi hanno ispirato molto. Tutto questo per Berlino. Quindi sì, è un legame profondo.

Poche settimane fa hai pubblicato il singolo “Jaja”; ha qualche legame tematico con “Vivi Con Me”?

Be’, il legame tematico che lega “Jaja” con “Vivi Con Me” è un legame sottile ma forte. “Jaja” parla di uno che si “rompe” e che poi grazie a “Jaja” (che può essere interpretata dall’ascoltatore in qualsiasi modo) ritrova se stesso. “Vivi Con Me” è quell’individuo che dopo aver ritrovato se stesso si accorge di essere speciale, di essere libero e lo grida al mondo.

I tuoi brani hanno un sound molto originale, ma anche molto lo-fi; come viene accolto dal pubblico dal vivo?

Molto bene. Quando mi esibisco qui a Berlino nei vari locali la maggior parte del pubblico non è italiano. Ma in generale sia gli italiani che i non italiani (per meglio dire, chi non parla italiano e non può capire i testi delle mie canzoni) condividono con me feedback positivi. L’altro giorno dopo aver suonato al BAIZ a Prenzlauer Berg, un locale dal sapore antifa/punk bellissimo in cui i ricavati sono andati alla ONG Sea-Watch, alla fine un tedesco mi ha detto di aver ballato insieme a me durante la mia performance (visto che i miei live sono molto energici e prendono spunto dalla fisicità sul palco tipica dei Red Hot Chili Peppers ma anche di quella cultura punk alternativa), è un’altra ragazza tedesca prima che andassi via mi ha detto di aver apprezzato molto il mio “noise”.

Per salutarci ti chiedo se puoi lasciarci qualche anticipazione sul tuo nuovo album

Nel mio prossimo album ci saranno tanti momenti in cui pensare. Non mi riferisco soltanto alle parole, mi riferisco a quei momenti in cui fermarsi, fare un respiro e concentrarsi sul proprio essere. Sarà un disco costellato di cose che all’apparenza sembrano opposte: colori, sonorità sporche e atmosfere eteree e primordiali. Ma prima farò uscire il quarto singolo, “Cuore Mio”, il 19 Maggio.

a cura di
Lucia Tamburello

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