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Xavier Rudd – Carisport, Cesena – 22 ottobre 2022

Finalmente i due anni di attesa per il live di Xavier Rudd sono terminati. Dopo aver obbligatoriamente rimandato la data per ben due volte, causa la recente emergenza sanitaria, l’artista folk australiano si esibisce al Carisport, il palazzetto di Cesena.

Questo tour nasce per la presentazione del nuovo disco, Jan Juc Moon, uscito lo scorso marzo. Con il suo decimo album, Xavier Rudd ci racconta, attraverso nuove sonorità, come il suo stile sia sempre stato, e sempre sarà, in costante evoluzione. Ne consegue che sia difficile etichettarlo o identificarlo con un dato genere musicale, ma chiunque sia abituato ad ascoltare i suoi brani, sa bene cosa trovare dentro la sua musica: spiritualità, connessione, raccoglimento…

A confermare la sua fama da polistrumentista, ecco il palco tempestato di svariati strumenti musicali: didgeridoo, chitarre, banjos, armoniche, stompbox, tamburi, percussioni, bassi…

Il solista che apre il suo concerto, Bobby Alu, anch’esso australiano, inonda il pubblico con voce e ritmi esotici: un ukulele per le note più delicate, tamburi, ritmi indigeni e incalzanti per infuocare il pubblico.

In ritardo sulla tabella di marcia, entra infine Xavier Rudd, scalzo come da manuale, e vestito di una specie di tuta da lavoro senza maniche. Le luci sono soffuse, il fiato entra nel didgeridoo e le mani percuotono le pelli. Nell’ombra, la sua sagoma inconfondibile, intona I am Eagle, brano di apertura del live e anche dell’ultimo album.

Al buio non serve nemmeno chiudere gli occhi per immaginare e sognare di trovarsi in una foresta, a stretto contatto con la natura più selvaggia. Per tutto il concerto alterna brani strumentali, introducendo le nuove influenze elettroniche, ad altri più reggae e tribali, senza far mancare i suoi virtuosismi con la sliding guitar.

In molti si chiedono se questo effettivamente sia un concerto, o se invece sia un racconto; il oneman-band ci ”parla” con tanta presenza scenica quanta delicatezza. E come tutti gli artisti che, come lui, non possono fare a meno di lasciarci un messaggio, Xavier Rudd canta We deserve to dream, facendoci entrare in una dimensione che sprona, ma accoglie. Ci dice: “pensate, riflettete, ma ballate anche, ridete, siate felici.”
Riesce a risvegliare stati d’animo opposti, ritmando Sliding down a rainbow o sussurrando Messages. Apre appena la bocca quando canta, da lontano si fatica a distinguerne quasi i movimenti, eppure la voce che sprigiona è calda, potente e pulita: miele per le nostre orecchie e per i nostri cuori.

Le ultime due canzoni prima dell’encore sono Spirit Bird e Follow the sun: ogni voce è all’unisono con la sua, ogni coro riverbera dentro i nostri toraci. Le distanze fra lui e noi si annullano, le transenne non esistono più.

Anche questa volta, Xavier Rudd ha portato a compimento la sua missione. Occhi fissi su di noi, ci parla di un sentire semplice, ma indispensabile, di amore per la natura, per le piccole cose, di rispetto e collaborazione. Tutto quello che vogliamo ricevere deve partire da noi. Spicchiamo il volo, come quell’aquila che si staglia alle sue spalle, sullo sfondo dello stage.
Andiamo a casa, pregni di poesia e amore.

Scaletta
  • I am Eagle
  • Full circle
  • Stoney creek
  • Energy song
  • Sliding Down a Rainbow
  • We deserve to dream
  • Storm boy
  • Messages/Guku
  • Ball and chain
  • Come let go
  • Jan Juc Moon
  • Great divine
  • Spirit Bird
  • Follow the sun
  • Magic

testo e foto a cura di
Valentina Bellini

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