“Deliveroo” di DANU e la voglia di lasciarsi andare
E’ uscito Giovedì 3 Giugno il terzo singolo “Deliveroo” di DANU distribuito dalla Artist First.
Dopo “La Tua Ultima Poesia” e “Vieni Fuori con Me” DANU torna con una canzone che sa d’estate e di fresco. E’ proprio in estate che vien voglia di lasciarsi andare, di essere liberi.
Il testo
DANU, attraverso “Deliveroo”, ci racconta il desiderio di un ragazzo di stare con la sua amata. Le chiede di lasciarsi andare e di avventurarsi con lui nella vita, ricca di novità e divertimento. Le chiede di ballare, amare e divertirsi, lasciar andare le sue insicurezze. Il testo così come le note sembrano un promemoria a tutti i ragazzi e le ragazze di vedere la luce in tutto quello che li circonda, di ballare, sorridere e avere speranza.
“Deliveroo” contiene, anche, citazioni a vari campi della cultura passata e presente. Nel testo DANU parla di salire sulla famosa Vespa del brano “50 Special” cantato dai LunaPop e pubblicato nel 1999, cita la compagnia di consegne a domicilio Deliveroo, da qui il titolo, come un pasto d’asporto fatto per godere della compagnia l’uno dell’altro.
Ultima citazione, che in “Deliveroo” diventa metafora, è quella sulla famosa serie-tv “Riverdale” che viene definita da DANU “intensa” come la storia tra i due ragazzi. Il tutto unito in un’estate passata a festeggiare e ad amare.
Le inevitabili paure
In “Deliveroo” però, DANU non esclude l’inevitabile paura dei ragazzi e delle ragazze di oggi. La paura è vista, nel testo, come la marea: che va e che viene. Come in un quadro di C. David Friedrich il mare può spaventare, incutere terrore, come può esserlo il futuro per i ragazzi. La soffocante sensazione che a volte mettono le pareti della propria stanza quando si è, appunto, soffocati dalla paura.
Danu dimostra di sapere quanto i ragazzi aspirino ad avere di più, quanto desiderino uscire dalla paura, essere liberi. Ma i ragazzi devono ricordarsi che nessuno è solo: “prendi la mia mano se hai paura ed è buio” canta Danu, ricordandoci che qualcuno per noi c’è sempre.
