MUSICA

C’è posta per…

Kashmere, Celeste, Bert, Zerella, Tommaso La Notte, Malamore, Urania

Tarararararara tun tun tun

Insomma ci abbiamo provato a replicare a parole l’inconfondibile “Love’s Theme” di Barry White, nonché la famosissima colonna sonora del programma che ha fatto della De Filippi l’eroina di tutti i sabato sera (passati a casa) della maggior parte degli italiani.

Noi di Postaindipendente non vogliamo avere la velleità di paragonarci al tv show dalla magica busta, eppure il nome della nostra rivista richiama l’idea di accogliere nella nostra (mail di) posta tutte le nuove proposte del mercato musicale emergente.

È stato impossibile così non dedicare, proprio ai protagonisti del nostro giornale, un format in cui, questa volta, a dover aprire la busta sono proprio gli artisti. Nasce dunque “C’è posta per…”: lo spazio in cui mensilmente accogliamo sui nostri divani virtuali le band o i singoli cantanti che hanno deciso di prendere in consegna una domanda dal pubblico.

Gli ospiti di oggi sono: Kashmere, Celeste, Bert, Zerella, Tommaso La Notte, Malamore e Urania!

Kashmere

Mi piacerebbe che qualcuno mi facesse una domanda del tutto fuori tema, che non c’entra niente con il mio progetto né tantomeno con il mio personaggio artistico, per vedere se sono in grado di rispondere anch’io in maniera completamente insensata, ma, essendo studente di filosofia, con un linguaggio e in una maniera tale da far sembrare tutto perfettamente opportuno e ragionevole (quando in realtà starei semplicemente dicendo delle cazzate). Una supercazzola, in sostanza.

CELESTE

Data la persona noiosa che sono alla tua domanda sinceramente non so cosa rispondere, ma con certezza so quale domanda mi hanno fatto e vorrei non me l’avessero posta: “Qual è quella domanda che nessuno ti ha mai fatto e che vorresti ti facessero?”. Dopo questo viaggio un po’ all’Inception spero di risentirvi presto, mantenendo ovviamente sempre l’ilarità e la burla italiana che non mi contraddistingue.

BERT

Questa è difficile! Vorrei mi chiedessero cosa ne penso del paragone con Tommaso Paradiso (chiaramente si parla della sola vocalità). Fin dalla prima canzone, pubblicata nel 2019, si è creato questo paragone con la vocalità di Tommaso. Credo che ci siano in effetti delle similitudini, soprattutto nel range basso, ma che siano spontanei e derivanti dalla natura della nostra voce. Non c’è mai stata nessuna volontà di emulare qualcuno, anche se è un artista che ascolto e mi piace.

Zerella

Vorrei che mi chiedessero di parlare dell’infanzia.
Tutti sembra che dobbiamo nasconderla, non mostrarla. Dobbiamo essere felici del presente e proiettati nel 2050.
La mia, di infanzia, è stata felice. Avevo il tennis, il Nintendo 64 e ho pianto il 5 Maggio 2002. I miei non mi hanno mai comprato il Game Boy e sono diventato un millennial nostalgico.
A volte va così, a volte una persona la capisci subito perché ti parla della sua infanzia. E ti sembra un po’ la tua.

Tommaso La Notte

Penso non mi abbiano mai chiesto se sono proprio sicuro di voler fare musica.
Ovviamente è una domanda che non si fa a chi si presenta ad un’intervista come musicista e cantautore, è un tassello del percorso artistico che si dà abbastanza per scontato. Ma è una domanda che mi pongo spesso e alla quale non ho mai trovato una risposta. O meglio. Non è che io non sappia se voglio o non voglio fare musica. Mi piace scrivere testi, musica, suonare, vivere per scrivere e scrivere per vivere. Quindi si, sono abbastanza sicuro di voler fare musica. Ma quello che mi chiedo sempre è: è davvero necessario che io faccia musica?

C’è proprio esigenza che io intasi il mondo delle playlist e di Spotify e delle webzine con la mia musica? Che cosa ho veramente da dire? Tutt’ora non mi piace pensare ad una risposta definitiva. Mi metto continuamente in discussione e se davvero un giorno dovessi rendermi conto del fatto che ciò che faccio è veramente superfluo, potrei anche smettere. Dall’altro lato la musica è una repubblica democratica fondata (quasi) sempre sul lavoro, per cui, proprio per il carattere di pluralismo e anticompetitività dovrebbe essere naturale rispondere alla domanda se è necessario che io faccia musica che una voce in più nel mondo della musica non può che arricchirne il panorama, indipendentemente che quella voce sia di buona fattura o di cattiva fattura.

È di pertinenza delle dinamiche di apprezzamento generale (anche se questo è parzialmente discutibile) comprendere quanto quel progetto sia necessario al mondo e quanto sia superfluo. Questa è la mia risposta provvisoria. Domani ci ripenso e magari smetto di fare musica. Oppure ci ripenso e mi convinco che devo fare la rivoluzione. Non lo so.

Malamore

Se cercate su google “quale domanda nessuno osa fare” come prima ricerca esce:
“Avete mai rubato lo shampoo negli alberghi?”
Però senza stare qui a parlare di questo, possiamo dire che ci piacerebbe se chiedessero a noi – ma anche a tante altre band emergenti – quale sia il rapporto tra gli organizzatori (direttori artistici) dei live club e gli artisti. Di quanto sia difficile entrare nella grazie di queste persone per apparire sul calendario della loro programmazione.

Se non sei nel giro giusto, non puoi suonare. Se non hai un bel po ‘di ascolti, non puoi suonare. E quindi ci chiediamo: come fai a fare ascolti se non ti fanno suonare?
Davvero conta solo l’immagine di copertina? L’apparenza figa sui social? Davvero non ve ne frega più nulla dei concerti? Non siete più curiosi di scoprire una band emergente attraverso un live? Davvero?
Ditecelo e vi regaleremo una bottiglia di shampoo?!

Urania

Le cose che più amiamo:

Chitarra: grazie a questa prendono forma le nostre canzoni perché non è solo un oggetto ma un compagno di viaggio che fa da colonna sonora alle nostre avventure.
Treno: Un posto perfetto per trovare l’ispirazione giusta per scrivere tra persone che salgono e che scendono, paesaggi che scorrono guardati dal finestrino e la musica nelle orecchie.
Mare: ha un potere immenso, ci fa sentire bene, in pace e sempre al posto e momento giusto. È una delle nostre fonti di ispirazione e di meditazione che ci porta a guardare oltre e ad immaginare ciò che vogliamo, oltre che a placare ansia e dare serenità.
La notte: si dice che porti consiglio ed è vero. È come se il tempo si dilatasse e si riesca in qualche modo a dare spazio ad ogni pensiero, anche a quello che ci sembra insignificante ha un peso diverso.

a cura di
Redazione

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