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Scaramuzza è proprio “fatto così”: intervista

Scaramuzza, cantautore veneziano con l’oceano nel cuore e una voglia matta di lanciarsi oltre l’ostacolo: c’è una nuova penna sulla scena, che in realtà “nuova” non è affatto!

Gli Invisibili”, il suo primo EP, aveva già saputo dimostrare la forza poetica di un piccolo “diamante” da lucidare, con attenzione e cura: ecco perché ritrovare oggi Marco con addosso la veste cucita per lui da Novecento ci fa saltellare il cuore, ma soprattutto ci convince a fare qualche domanda giusta al talento lagunare sulla sua visione del mondo, della musica e, soprattutto, di “Sono fatto così”, il suo nuovo singolo per Formica Dischi.

Marco, bentrovato su Posta Indipendente! Abbiamo già sentito (e parlato) di te in occasione della pubblicazione del tuo primo lavoro in studio, “Gli Invisibili”; oggi torni con un singolo che pare aprire un nuovo ciclo, con un team di lavoro davvero rinnovato. Ecco, partiamo dalla tua squadra: ti va di raccontarci un po’ quali siano i nomi che si celano dietro il progetto “Scaramuzza”?

Ciao ragazzi, è un piacere ritrovarvi!

In questo momento il team dietro al progetto Scaramazza è composto da Formica Dischi con il preziosissimo supporto di Manuel Apice, la produzione del disco è stata fatta da Novecento quindi mi sento di menzionare anche lui.

Quando invece salgo sul palco sono accompagnato da tre magnifici musicisti:

Alessandro Benvegnù al basso

Carlo Mezzalira alla batteria

Luca Volonnino alle chitarre

La svolta, a livello di sound, si percepisce in modo deciso. Cosa è cambiato in questi mesi, dalla pubblicazione dei tuoi primi lavori ad oggi? Sembra sia avvenuto un vero e proprio “switch” mentale, e d’approccio…

I brani precedenti sono stati molto istintivi e avevano l’esigenza di mostrarsi nudi, anche per questo la produzione è stata minima.

In questi nuovi brani invece c’è l’esigenza di truccarsi un po’ prima di uscire, come valorizzazione e non per nascondere nulla. Novecento nella produzione è stato molto in ascolto del mio bisogno e ha trovato dei bellissimi vestiti.

Sicuramente, come in ogni percorso, c’è stata una maturazione e sento che a livello diricerca musicale c’è stato uno “switch”.

“Sono fatto così” è un titolo che non lascia scampo: una confessione anche un po’ “urlata” di una fragilità che appartiene a tutti. Quanto è stato importante per te scrivere questo brano? Nella tua musica si avverte qualcosa che dà l’idea del “terapeutico”, quasi confessionale…

Questo brano è stato fondamentale perché è la storia di più persone, lo spunto è stato preso confrontandomi con un amico riguardo alcune sue esperienze relazionali.

La musica è assolutamente terapeutica per me, riesco a focalizzare meglio quello che voglio esprimere, appena escono i suoni e le parole sono già nella fase di guarigione.

Il tema dell’invisibilità, che popolava le canzoni del tuo primo EP, rimane anche qui ben in evidenza, ma proiettato sul singolo e sull’individuo piuttosto che su una collettività. Cosa dobbiamo aspettarci, dai tuoi nuovi lavori? Qualcosa di più “introverso” ed intimista?

Si l’invisibilità è presente anche in questo disco, a dire la verità non cerco mai un tema ma cerco soltanto di connettermi il più possibile a me stesso lasciando fluire, viene in maniera naturale. Dai nuovi brani dovete aspettarvi diversità, sperimentazione ma anche radici.

Ultima domanda, in linea con il nome della nostra testata: tra le novità inerenti la tua nuova uscita discografica, c’è quella di avere accanto a te una label indipendente, che negli ultimi tempi si sta facendo notare con uscite di spessore; cosa significa per te “essere indipendenti”, e cosa ti ha convinto a lavorare al fianco di Formica Dischi?

Essere indipendente per me vuol dire darmi l’opportunità di imparare e crescere con naturalezza. Sicuramente di Formica Dischi mi ha convinto l’umanità delle persone e la grande voglia di cambiamento.

a cura di
Redazione

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