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Idles – Fake Fest, Bellaria Igea Marina – 13 luglio 2023

Comincia col botto la prima edizione del Fake Fest, il nuovo boutique festival dedicato alla scena alternativa mondiale. Ad aprire le danze, il 13 luglio, sono arrivati gli Idles. Teatro della festa il Beky Bay a Bellaria Igea Marina, un’arena unica nel suo genere, uno spazio di oltre 3500mq che al tramonto si trasforma in un suggestivo teatro a cielo aperto, con un imponente palco che si affaccia direttamente sul mare.

Una coda chilometrica si dirige a passo di lumaca verso la struttura. Per fortuna riesco ad arrivare in tempo per salutare tanti amici, qualcuno addirittura da Roma. Per la birra meglio aspettare l’ennesima fila chilometrica al bar. Aprono gli irlandesi Murder Capital. La sensazione, nel live set della band, è di una band a metà strada fra l’aggressività degli Idles e le cupezze dei Fontaines D.C.

La struttura del Beky Bay credo che sia unica al mondo. Oltre ad avere un palco di dimensioni perfette per i grandi live, ha la possibilità di godere della spiaggia e del mare. Forse la riviera Romagnola ha le caratteristiche per essere la California d’Italia. Tutti noi lo speriamo e forse anche gli Idles che dal pomeriggio del 13 luglio iniziano a postare video goderecci di “scofanate” di pesce in riva al mare. Fan entusiasti postano foto versione vacanza con la band appena tornata da un bagno rinfrescante al mare. Anche questo aspetto li rende simpatici e unici.

Idles

Perché dietro l’impatto apparentemente violento della loro musica, Joe Talbot e il resto della band sono lontani dall’esistenzialismo post punk. Hanno conquistato in quindici anni un’autorità nel campo dell’alternative rock. Il 2017 è l’anno della loro consacrazione col disco “Brutalism”. La loro maturità si fa sentire soprattutto con “Ultramono” del 2020 in cui risulta completamente sviluppata la loro personalità umana e artistica. Poi, dietro quelle chitarre che sembrano sirene assordanti, dietro quel rumore a tratti devastante, ci sono canzoni che lanciano invettive su Brexit, Trump, diversità, ingiustizie, razzismo. Come il “Fuck the King” inneggiato da Joe Talbot durante il concerto.

Il live

Assistere ad un concerto degli Idles è una chiamata alle armi contro un mondo vuoto di valori. È un incontro nella curva Sud dello stadio, fra sudore, baccano e urla fino a perdere la voce. E come quei raduni, rimanda a una visione atavica dell’unione partendo dalle basi e dalla meraviglia degli istinti. Ma attenzione, non è solo caos, perché quello degli Idles è un caos organizzato. La scaletta è una sorta di otto volante, si parte con Colossus e il gioco si fa subito serio col finale punk-hardcore liberatorio. Le suggestioni in odore di cupezze-industrial di Car Crash. Mother, brano fondamentale nel loro repertorio, è partecipato, urlato e vissuto dagli spettatori: “Mother…fucker…”

Ma Joe Talbot è anche incredibilmente affettuoso. Il suo carisma poi è indiscutibile. Coinvolge il pubblico intero chiedendo di abbassarsi; un misto di sfacciataggine e , ma anche concreto e determinato come pochi nelle manifestazioni di affetto. Nel concerto gli Idles offrono anche momenti di ilarità, come a non prendersi troppo sul serio. Lo stage diving è ormai consueto dei chitarristi Lee Kiernan e Mark Bowen, con Adam Devonshire al basso e Jon Beavis alla batteria che non perdono un colpo. Nel brano Love Song, Bowen improvvisa e disintegra una serie di canzoni pop, dai Easy dei Commodors, passando per Nothing Compares to You e finendo a My Heart Will Go On di Celine Dion.

Il finale

Fra i brani finali c’è l’inno più potente degli Idles a favore dell’integrazione e dell’accoglienza. Denny Nedelko è dedicato a un amico immigrato ucraino, a sua volta membro della band di Bristol, Heavy Lungs: “He’s made of you, he’s made of me/ Unity!”. Io, tu, i migranti, ma anche i politici bugiardi: siamo tutti fatti della stessa materia. Talbot annuncia l’ultima canzone Rottweiler e no, come di consueto, non ci saranno encore.

Dicono che gli Idles negli ultimi tempi non abbiano molta fantasia con la scaletta, con pochissime variazioni e nessuna sorpresa. Ma importa poco. Quella di stasera è stata una celebrazione della musica, vissuta, urlata con l’amore strappato a morsi. Tutte queste sensazioni ve le garantiscono gli Idles, ancora una delle più grandi band di questi anni. Dicono poi che a novembre pare che abbiano in programma una data a Bologna. Volete scommettere che ci rivediamo tutti lì?

Setlist:
  • Colossus
  • Car Crash
  • Mr. Motivator
  • Mother
  • Meds
  • I’m Scum
  • Crawl!
  • Divide & Conquer
  • The Beachland Ballroom
  • The Wheel
  • 1049 Gotho
  • Love Song
  • A Hymn
  • War
  • Wizz
  • Never Fight a Man With a Perm
  • Danny Nedelko
  • Rottweiler

a cura di
Beppe Ardito

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