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Posta Ind(i)esiderata – La lettera delle Capre a Sonagli ad una madre

Arriva il nuovo format “Posta ind(i)esiderata”, la raccolta epistolare del panorama emergente italiano. Ogni settimana, un artista o una band avrà a disposizione uno spazio sul nostro sito per parlare della sua musica ad un destinatario scelto autonomamente

Il protagonista della seconda puntata di Posta Ind(i)esiderata è Matteo delle Capre a Sonagli in occasione dell’uscita dell’EP interamente autoprodotto “Funeral Rave Party”. Le tre tracce segnano il passaggio definitivo della band bergamasca ad un universo fatto di carne, terra e visioni ancestrali. Energiche e coerenti, caratterizzate da un sound oscuro e morboso, fanno da trampolino di lancio per un viaggio lisergico di forte impatto su mente e corpo.

Il mini disco poggia gli zoccoli su un groove afrobeat ispirato alla techno e articola in tre modi differenti un punk straniante, colmo di contaminazioni e guizzi primitivi, in un crescendo emozionale che sfocia nell’elettronica più fisica e sperimentale. Il ritmo, irrequieto e convulso, è il punto di partenza per lasciarsi andare a una danza forsennata, profondamente catartica, quasi estatica.

Cara madre,
scusa.
Non so quale è la mia colpa ma sono un peccatore,
pecco di molte cose, a volte volutamente altre inconsciamente ma pecco, perché è un peccato invecchiare o forse no.
Mi vengono in mente gli enteogeni, la rivelazione del dio interiore, può un bimbo rivelare l’infinito interiore?
Probabilmente questa è la definizione stessa di fanciullezza.
Perché dopo poche righe mi ritrovo a parlarti di psichedelia, pur sapendo che l’argomento può creare delle incomprensioni?
Effettivamente del tempo è inutile parlare, è un tema privo di contrasti, che si può dire del tempo?
Certo, molte cose si sono dette del tempo, ma una su tutte mi trova confusamente d’accordo: il tempo è relativo.
Sapevi che in un adulto il tempo scorre più velocemente rispetto ad un giovane esemplare umano?
È tutto legato alle esperienze già vissute. La vita è un déjà vu.
Cara madre, ti ho scritto altre lettere che non ti ho dato mai, perché il rapporto tra un/una figlio/a e una madre è come un iceberg, quello che vien detto è solo la punta.
(scritto a mano sul sacchetto del pane)

a cura di
Redazione e
Le Capre a Sonagli

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