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Intervista a Brina: tutto sul nuovo album “Bolderline”

“Bolderline” parla in prima persona, della coscienza. Non il solito ego trip, qui potremmo parlare di conscious-trip. Sono testi che sono stati scritti nel passato, a cui Brina ha voluto dare un nuovo vestito. Analizzando i suoi ricordi da più punti di vista, trae tante idee che si sovrappongono e si scavalcano tra loro, generando una confusione in cui ha accettato di danzarci dentro, fino all’ autodistruzione. Fino al nulla.

Arezzo, classe ’97, Brina comincia a muovere i primi passi nella musica già in giovane età suonando il basso, militando anche in gruppi metal. Crescendo inizia ad espandere la sua visione musicale, conoscendo ed approfondendo il panorama rap: tutto ciò va a fondersi con la sua passione (o meglio bisogno) per la scrittura, scaturendo la nascita del suo progetto solista.

Propone un sound totalmente eterogeneo, di matrice rap con contaminazioni dal mondo dei live e delle band. Il 31 marzo è uscito il suo primo album “Bolderline”. L’album affronta più generi musicali, rappresentando una vita caotica e piena di sfumature: tutto ciò che è inciso rappresenta una parte dell’artista. Più facce dunque. Un mostro con tanti occhi che non sa camminare a causa delle troppe opinioni e punti di vista, un mare di nebbia. Per liberarsi dalla nebbia accetta di navigarci dentro, grazie alla musica.

Posta Indipendente ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con l’artista in occasione dell’uscita del suo nuovo album. Ecco cosa ci racconta!

Ciao Brina, è un piacere averti qui a Posta Indipendente! Per iniziare, ti va di raccontarci come nasce la passione per la musica e cosa ti ha spinto a voler intraprendere questa carriera?

Ciao, grazie a voi per per l’ospitata!
La mia passione per la musica, se si può dire, è nata con me. Sin da piccolo appena sentivo una canzone che mi piaceva me la tenevo in testa per mesi interi. Poi verso le medie ho iniziato a sviluppare gusti più personali fino ad oggi. Ho deciso di intraprendere questo percorso perché la musica mi ha dato tantissimo, mi ha aiutato a superare momenti cupi. Mi piace ascoltare certe canzoni, mi fanno sentire meno solo e voglio ridare tutto questo con le mie canzoni.

C’è un artista o gruppo in particolare che ha ispirato la tua musica?

Un’artista in particolare è Kaos One, specie per le liriche ed il suo stile “graffiato”. Extra-rap ti dico invece i Linkin Park: infatti dal vivo propongo un concerto con la band. Mi piace troppo suonare con i musicisti.

Abbiamo avuto il piacere di ascoltare il tuo primo album “Bolderline” uscito il 31 marzo. Come lo descriveresti e cosa ti ha portato a scriverlo?

Sono tracce che ho scritto nel corso degli anni, non volevo nemmeno farle uscire all’inizio. Però con l’aiuto dei ragazzi del Blue Dot Productions siamo riusciti a dargli un nuovo vestito. È un album che parla di me stesso, del dissidio interiore che vivo quotidianamente e di come, tramite la musica, trovo la forza per potermi esprimere e potermi “curare”, per accettare chi sono. Una sorta di terapia musicale, un album che definisce me stesso come persona, fuori dagli schemi dell’apparire e fuori dall’hype culture.

Riguardo all’album hai dichiarato: analizzo i miei ricordi da più punti di vista, da cui traggo tante idee che si sovrappongono e scavalcano tra loro, generando una confusione in cui ho accettato di danzarci dentro, fino all’ autodistruzione, al nulla”. In base a questa affermazione, mettere questi pensieri su carta e lasciare che gli altri li ascoltassero, è stata una liberazione oppure ha avuto l’effetto contrario?

È stata una bella liberazione, ti dico la verità. Ho ancora tanta voglia di esprimermi e di fare, però quando ho ascoltato i master dei pezzi finiti mi sento troppo bene, sono soddisfatto di questo lavoro. Non ho più paura dei giudizi, nel bene e nel male. Considero questo lavoro come un viaggio d’inizio, non so dove porterà ma è questa la via che voglio percorrere.

Brina – Bolderline (Intro)
Ascoltando l’album, i brani che ci hanno colpito di più sono “Spaccato” e “Sul Suolo”. Ti va di descrivere brevemente quali sono invece le canzoni a cui tu ti sei più affezionato e perché?

Il brani a cui sono più affezionato sono quelli considerati più criptici. L’intro “Bolderline” e loutro “008”. La prima traccia parla di consapevolezza, tutto ciò è una sfida verso me stesso e i vari scontri che ti presenta la vita, e sono determinato ad affrontare tutto quanto. L’outro invece è un flusso di coscienza costante, sputo i miei pensieri su un foglio, giocando con parole e metafore. Scrivere in quel modo mi fa sentire vivo: come se fossi una piccola parte in armonia con qualcosa di più grande. È la nebbia dentro nella quale decido di danzare.

In questo momento quali sono gli artisti o i brani all’interno della tua playlist che non possono mancare?

Attualmente sto in fissa con Kid Yugy, giovane trapper con tanta fame ed uno sguardo truce. Non tutti i pezzi mi piacciono ma qualcuno è veramente speciale: una buonissima penna da tenere d’occhio!

Infine, progetti futuri?

Attualmente conto di poter fare qualche data quest’estate e pure in autunno, però non mi fermo un attimo sul lato scrittura. Ho già qualche progetto in mente a cui voglio assolutamente lavorare. Ho voglia di mettermi in gioco.
Grazie mille per l’intervista ragazzi!

a cura di
Aurora Oddi

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