interviste musicaMUSICA

Intervista a Pentesilea sul nuovo singolo “Pulizie di Primavera”

Intervista a Pentesilea sul nuovo singolo “Pulizie di Primavera” che anticipa l’album “Pezzi”

Melodie pop, sonorità elettroniche e un fraseggio cantautorale ironico e sognante: sono queste le coordinate che disegnano l’orizzonte musicale di Pentesilea e che si manifestano subito in “Pulizie di Primavera”, il primo singolo in uscita il 24 marzo che anticipa l’album d’esordio “Pezzi”, fuori il 14 aprile per Ipologica, label romana di musica elettronica ma anche studio creativo attivo in ambito artistico, performativo e audiovisivo. 

Fra beat minimali, chitarre che lambiscono territori shoegaze e atmosfere dream pop, il brano è “una dichiarazione d’amore fatta a una persona che non riesce ad entrare in connessione con i propri sentimenti. Un esercizio di empatia e perseveranza. L’amore nudo, più sincero e disinteressato, che aiuta a ripulirsi dalle brutture e dal superfluo, con ascolto e disponibilità.” 

“Pulizie di primavera” è un primo pezzo di una personalità forte e al tempo stesso delicata, un primo frammento intimo di un’artista che fa i conti con la propria identità e il proprio vissuto, sapendo che è nella relazione con l’altro da sé la via maestra per conoscere meglio se stessi. 

Ecco le domande che le abbiamo posto in merito al singolo.

Ciao Valentina, benvenuta su Posta Indipendente! Innanzitutto il tuo nome d’arte “Pentesilea” è molto particolare, spiegaci che significato ha per te.

Grazie a voi per questo bell’invito!
C’è una premessa da fare sull’argomento: Pentesilea nasce innanzitutto come il mio primo indirizzo mail da adolescente e poi diventa, quasi casualmente, nome d’arte. È una sorta di sceneggiatura questa storia. Personaggi: io e mia sorella Debora adolescenti, entrambe appassionate di mitologia greca.
Io – “Hey, che nome do alla mia mail? Il mio nomecognome già esiste.”
Deb – “Perché non usi un nome di fantasia?”
Io – “Qualcosa di greco magari, una figura mitologica.”
Deb – “E metti Pentesilea! E’ la regina delle amazzoni, una bella spavalda, come te.”
Ed è così che è comparso Pentesilea, che a lungo andare è stato scambiato per il mio secondo nome, o addirittura cognome e che è diventato poi la mia firma su tutti i miei progetti artistici. Uno spiraglio aperto su mondi magici e su personaggi dai poteri stupefacenti. Un ottimo inizio.

Il tuo singolo si chiama ‘Pulizie di Primavera’ e si inserisce nel tuo nuovo progetto “Pezzi”. Parlaci di questo tuo nuovo progetto.

“Pezzi” nasce dalla voglia di raccogliere dei veri e propri pezzi di vita degli ultimi cinque anni e racchiuderli in un’unica scatola, come fosse un puzzle da comporre. Contiene sette tracce, sette pezzi di storie e pensieri diversi tra loro che hanno lasciato il segno. Come le persone che hanno collaborato con me alla realizzazione del disco in tutte le sue sfumature, che sono ben più di sette, tutte diverse, tutte speciali.

Il nome “Pulizie di Primavera” allude ad un rinnovamento, che può venire solo dopo essersi liberati da pesi superflui. Quali sono i fardelli da cui ti vuoi liberare?

Lo chiedo al mio terapista e torno subito da voi! A parte gli scherzi, è una domanda importante questa, il preludio di una possibile tragedia amorosa. In realtà le mie pulizie di primavera sono pulizie emotive sotto forma di confessione, che non vanno a sostituire ma semplicemente a fare spazio al confronto, per aprire spiragli vitali diversi e, soprattutto, più consapevoli. Ho sempre pensato che il dialogo possa contribuire fortemente a rendere un rapporto più sano e duraturo. Togliersi vicendevolmente dei pesi significa avere più leggerezza per cominciare a godersela per davvero.

Secondo te è possibile amare una persona che non riesce ad entrare in connessione con i propri sentimenti, una persona che è “tutto disordine”, senza perdere sé stessi?

Il disordine c’è, sempre, per tutti! Non si può evitare. Lasciare accesso ad un’altra persona richiede coraggio e disponibilità. Non è detto vada bene subito. E nemmeno per sempre. È un incontro di disordini che, se non si presentano all’inizio, si rivelano poi. Credo che il segreto per non perdere se stessi in quest’avventura extra-ordinaria, per l’appunto, sia rimanere in ascolto dell’altro e stare ben attenti a lasciarsi dolcemente permeare, non caoticamente invadere.

Il singolo termina con una frase che si riferisce alla vita di tutti i giorni, ma molto d’effetto, “mi faccio un caffè”, che lascia aperta la via a molte interpretazioni. Quale interpretazione gli hai attribuito tu nella stesura del brano?

Farsi un caffè è un gesto quotidiano, libero dalle sovrastrutture, spesso associato ad una pausa o a un momento leggero. Ed è proprio ad alleggerire una condizione sospesa ed emotivamente provante che serve questo caffè. Sono molti gli ostacoli che si frappongono nel proprio percorso, ma in qualche modo si superano, serve anche un certo distacco per farlo, per recuperare energia. E allora prendiamoci una pausa, e facciamoci un caffè! Poi ci si ripensa.

La primavera allude alla rinascita, in questo caso una rinascita personale. Questo album ha rappresentato una sorta di rinnovamento a livello artistico?

“Pezzi” sono delle confidenze a lungo ponderate che a un certo punto hanno sentito il bisogno di liberarsi per lasciare spazio a qualcosa di nuovo. Ed è questo che rappresenta per me: la fine di una fase di un percorso che è cominciato con il mio primissimo singolo, “Unica”, che ha aperto la via ad una serie di altri singoli di sperimentazione, tutte piccole tappe per mettere a fuoco quelle che erano le storie da raccontare e il mio modo di farlo, sia dal punto di vista testuale che musicale. In tal senso sì, è un rinnovamento che non vede l’ora di rinnovarsi, di nuovo!

a cura di
Elisa D’Aprile

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – “Dentro la mia testa”: il nuovo disco di Marinelli
LEGGI ANCHE – L’intervista a Nictagena su ‘Lunatica’, il nuovo album

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *