Skyline Overdrive: il Metal pulsa forte
Non tutti sanno che Marche e Abruzzo hanno un viscerale amore per il metal. Città e paesi sono disseminati di band che nel loro piccolo cercano di portare avanti la “causa del metallo”. Certo, anni fa il movimento underground era più in fermento, ma anche oggi ci sono realtà che continuano per la propria strada. Come gli Skyline Overdrive, un duo chitarra (Simone Silvestri) e batteria / voce (Nancy Montebello) che spazia tra il Progressive e il Metalcore.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere telematiche con loro, cogliendo l’occasione dell’uscita del singolo “Bisbigli”. Ah, non ve l’avevo detto? Cantano in italiano. Scelta coraggiosa, ma che può ripagare.
Come è stato il processo di ideazione, scrittura e registrazione del singolo “Bisbigli”?
SIMONE: Bisbigli è stato un lavoro diverso da quanto fatto prima rispetto alla trilogia de “La Ragazza Nello Specchio”, avevo sotto mano un riff di chitarra che mi portavo da tempo (quello del verso per intenderci) e ci ho lavorato durante il periodo di lockdown, poi mentre facevo un po di improvvisazione ho trovato il riff introduttivo che accompagna poi il ritornello e tutto il brano di conseguenza è venuto su da solo, il problema almeno per me si è posto poi per scrivere il testo, avevo solo l’idea dell’argomento ma non sapevo proprio da che parte iniziare, quindi ho girato tutto a Nancy che oltre ad aver composto la batteria ha tirato fuori un testo fantastico cantato con una potenza ed energia che solo lei ha!
Per la registrazione abbiamo seguito il nostro metodo ormai consolidato: Scrivo la demo di chitarra, giro a Nancy che ascolta e discutiamo su cosa va o cosa non va, quando è tutto ok ci registriamo da soli le varie parti a casa e poi le uniamo per il mix e master che stavolta è stato curato da Tullio Carleo che è un produttore e batterista della band Death Metal Noisefield, tra l’altro con Bisbigli inizia una collaborazione con Tullio che è riuscito a tirare fuori la potenza del nostro sound che nei precedenti lavori sembrava fosse tenuta al guinzaglio!
Siete tra Marche e Abruzzo, regioni dove esiste una certa tradizione metal nell’underground musicale regionale (“strano ma vero” direbbe qualcuno, ma da abruzzese posso confermare). Fate tuttavia un genere se vogliamo ancora più particolare per l’Italia, ovvero metal cantato in italiano. Se nel rock possiamo citare Litfiba, Timoria, Ritmo Tribale, Negrita e molti altri, nel metal non ci sono molti esempi nel nostro Paese (penso agli Strana Officina, precursori in questo senso). Cosa vi ha spinto a questa scelta?
SIMONE: La scelta è stata figlia di un processo naturale che avevo iniziato quando nel 2018 ho fondato Skyline Overdrive, inizialmente ho proposto strumentali andando a creare un mio stile che unisse la passione per le varie sfumature del metal (metalcore, progressive, thrash, hard rock) poi c’è stata una evoluzione che ha trovato la sua forma definitiva con l’arrivo di Nancy, grazie a lei si è consolidata un’idea che mi balenava nella testa: perché il metal deve essere cantato solo ed esclusivamente in inglese?
Abbiamo una lingua che è molto melodica e musicale, ed ero certo che si amalgamasse alla perfezione ed infatti con Nancy ne ho avuto la conferma, tra l’altro Bisbigli presenta una ritmica metalcore vicina ai primi Bullet For My Valentine o Triuvim (che adoro) e si è andata ad intrecciare perfettamente ad un testo in italiano dove Nancy scivola tra le note in modo estremamente naturale, vogliamo dimostrare che si, il metal in italiano se ben studiato si può fare e si può fare alla grande!
Nancy Montbello è sia cantante, sia batterista. Un binomio piuttosto arduo, considerando la prova vocale in “Bisbigli”…
NANCY: Grazie mille in primis per il complimento, comunque sì, non è semplice fare entrambi se dovessimo fare un live specialmente in questo brano, però sono abituata a cantare e suonare contemporaneamente, già in altri progetti l’ ho fatto diverse volte mi esce naturale, è questione di abitudine e padronanza dello strumento e della voce che mi permette di farlo.
Ovviamente in questo caso quando si registra si fa a tracce quindi non ho problemi a dare il massimo separatamente sia mentre suono che quando canto, però come ho detto prima nei live non dovrei avere problemi anche se forse preferisco cantare e basta e chiamare un batterista a suonare le mie composizioni batteristiche.
A cosa e a chi vi ispirate maggiormente?
SIMONE: Come detto pocanzi, la mia ispirazione arriva da Trivium e Bullet For My Valentine, amo i Dream Theater (Le influenze si sentono nella terza parte de La Ragazza Nello Specchio) e alla base di tutto ci sono i Metallica, ascolto veramente tantissima roba (anche dance e pop) ma il genere che ha molta influenza su di me è proprio il metalcore che mi prende a livello chitarristico in modo viscerale.
Aggiungo alle fonti di ispirazione i Disturbed, Slipknot, Black Veil Brides e negli ultimi tempi mi sto avvicinando al sound proposto dagli Architects e Currents. I chitarristi di riferimentro sono in particolare due: John Petrucci (per me inarrivabile, non riuscirò mai a fare nemmeno mezzo assolo!) e Matt Heafy dei Trivium che ha il controllo totale delle mie composizioni.
NANCY: Mi ispiro maggiormente ad alcuni gruppi del panorama Metal cioè: Opeth, Tool, Disturbed, Symphony X, Korn, Deftones, sia a livello vocale che strumentale, ma in particolar modo se parlo di voce prendo spunto da Russell Allen, adoro quando va con la voce super pulita per poi passare alle distorsioni e amo il suo timbro, quindi mi sono fatta influenzare da lui anche se alla fine metto molto più del mio con un accenno ispirato da lui.
Oltre a questo da lui ho ripreso il suo modo di far comprendere all’ ascoltatore il significato del pezzo, riesce attraverso l’emozioni e la sua grande sensibilità a coinvolgerti quasi come se lui ha vissuto in prima persona quei temi, e io cerco di fare lo stesso.
Una cosa che adorate dell’essere duo e una che invece “odiate”
SIMONE: Eh, bella domanda! Una cosa che adoro dell’essere un duo è che il confronto con un’altra persona ti fa crescere, con Nancy che ha di base studi in accademia ho dovuto improntare il metodo di lavoro in modo piu preciso e meno alla “carlona”, mi spinge a superare i miei limiti e a provare a me stesso che sono autodidatta,che in fondo non sono un semplice chitarrista da cover ma una vera macchina produttiva, con un mio stile che si evolve.
Tutto questo grazie proprio al confronto con chi ne sa piu di me sia in studio che dal vivo! Quello che odio dell’essere un duo invece e che spesso dimentico che siamo in due, e quindi vado di pancia nel fare le cose, nel progettare e nel pensare (spesso ho fatto innervosire Nancy per le mie botte di testa in solitaria!) però questa formazione mi aiuta ad essere meno egoista e piu attento alle esigenze della mia compagna di viaggio!
NANCY: Nell’ essere un duo adoro il fatto che si ha un’altra persona con cui puoi confrontare le idee e trovare insieme il modo di far uscire il pezzo al meglio, fruttando le nostre capacità. Invece essere singoli ti chiude ovviamente solo sui tuoi pensieri su come deve essere tutto, forse in alcune casi può essere anche un bene ma secondo me manca sempre un arricchimento esterno dai propri pensieri, i pareri le condivisioni con altre persone sono importanti perché singolarmente può sembrare tutto perfetto ma condivisi puoi trovare degli eventuali errori o fare delle variazioni che dà il tocco d’ arte a ciò che si fa.
Un’altra cosa che mi piace è che tipo nel nostro caso viaggiamo sulla stessa linea d’onda molto spesso le nostre idee combaciano o se non combaciano si trova un punto in comune. Le cose negative di un duo probabilmente che gli impegni di entrambi possono frenare i brani sull’eventuale uscita stabilita. Ma per il resto un duo è tra le migliori soluzioni.
Entriamo nel mondo delle ipotesi: dovete realizzare un brano in collaborazione con un artista / band: chi scegliete e perché?
SIMONE: Mi piacerebbe fare cose bizzarre! Sarebbe scontato citare gli artisti del panorama metal, con cui avrei enorme piacere a fare qualcosa ma in realtà sono molto più propenso nel fare un lavoro non convenzionale con chi è fuori dal panorama metal.
Visto che nel mio bagaglio passato di quando ero un ragazzino c’è tantissimo Nu Metal (Linkin Park, Limp Bizkit, POD e tanti altri) vorrei buttare assolutamente giù qualcosa con qualche rapper nostrano, mi piacerebbe un sacco Caparezza che amo dal giorno che l’ho scoperto (praticamente dal primo album) oppure fare un brano con Noemi che ritengo una delle voci più belle che abbiamo in Italia.
NANCY: Mi piacerebbe collaborare con i Symphony X, Opeth, Tool anche perché sono tra i miei gruppi preferiti, oltre al fatto che sono un gruppo progressive e noi oltre ad essere un duo metalcore abbiamo anche dei cenni progressive, quindi é tutto riguadagnato nel conoscere tecnicamente meglio questo genere, grazie all’ aiuto di questi grandissimi gruppi.
Oltre a loro mi piacerebbe collaborare con i Disturbed perché loro sono molto vicini alle nostre sonorità quindi sarebbe un connubio perfetto collaborare con loro.
Il mondo del metal spesso è bistrattato, soprattutto in Italia ha sempre stentato a emergere nel mondo “mainstream”, nonostante diverse ottime band nate nel corso degli anni. Secondo voi, quale è il problema?
SIMONE: Pregiudizi. Il metal viene vista come musica violenta, dagli argomenti satanici e inascoltabile perché solo rumore, diciamo che in Italia si fa ancora enorme difficoltà a capire quando ti trovi davanti ad una band che ha vinto Sanremo con un pezzo spudoratamente Rock con una che esce da Amici e dice di fare musica rock perché fa qualche canzone con i bpm accelerati e con due chitarre sotto.
Inoltre anche nell’underground metal italiano ci sono lotte intestine al riguardo che non permettono di avere unità di intenti e spingere una band in alto perchè merita. È una lotta continua che fa tabula rasa di un potenziale enorme, ci sono band pazzesche in italia che fanno metal eppure non hanno nemmeno il sostegno dei metallari, vuoi per invidia o vuoi per preconcetti astrusi (Eh ma i Black Sabbath… eh ma i Led Zeppelin… eh ma gli Iron Maiden)
NANCY: Come dico da sempre il problema del Metal in Italia che non riesce ad avere successo è perché la nostra nazione non abbraccia proprio questo genere, nel senso che gli italiani sono abituati da sempre alla solita canzonetta italiana leggera e non vuole spostarsi su altri generi essendo un paese in generale di conservatori anche nel campo musicale.
Molti dicono che il problema è specialmente dei discografici che non producono questo genere, ma secondo me non é così, perché secondo voi devono incentivare dei gruppi Metal in cui già sanno che é un genere che il popolo italiano non ascolta? Perderebbero tanti soldi, i produttori e discografici mandano giustamente avanti quello che sonno riescono a vendere. Quindi il problema della nostra nazione del fatto che il Metal non avrà mai successo é dovuto a noi, fino a quando gli italiani non cominciano ad apprezzare anche altri generi come in questo caso il Metal la situazione sarà sempre così.
Il mondo finisce tra un’ora e mezza: quale album vorreste ascoltare? Se scegliete i Dream Theater, vanno bene anche un paio di brani…
SIMONE: Ecco, mi hai anticipato alla grande perché ti avrei proprio citato loro! Senza ombra di dubbio “Metropolis Pt.2 – Scenes From A Memory”! Almeno mi faccio una ripassata di emozioni e lacrimucce prima di tirare le cuoia!
NANCY: Se il mondo finisce in un’ora e mezzo e devo scegliere solo un album direi che è molto difficile, dico il primo che mi viene in mente a cui sono molto legata cioè l’album “Paradise Lost” dei Symphony X che è uno stupendo e travolgente concept album che è ripreso dal libro di John Milton, che racconta l’episodio biblico della caduta dell’uomo: la tentazione di Adamo ed Eva ad opera di Satana e la loro cacciata dal giardino dell’Eden.
Ultima domanda: cosa dobbiamo aspettarci dal futuro degli Skyline Overdrive?
SIMONE: “Vi dovete spaventare!” direbbe Richard Benson! Vogliamo alzare ancora di più l’asticella e stiamo lavorando al nuovo singolo che sarà accompagnato dal nostro primo videoclip, sarà un brano epico, potente e carico di emotività unito ad un video che sarà un mini cortometraggio davvero spettacolare! I prossimi brani saranno comunque sempre un passo in avanti consci dell’esperienza che stiamo acquisendo e… magari un giorno quando avremo un seguito maggiore vorremmo fare un disco!
a cura di
Andrea Mariano