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Lady Cocca e gli appuntamenti (im)perfetti: Van Gogh e l’intruso ubriaco

C’era un periodo in cui giravamo senza mascherina, non esisteva il coprifuoco, il distanziamento lo applicavamo solo in farmacia e alle poste (e nemmeno tutti lo facevano) per rispetto della privacy e c’erano i locali in cui Lady Cocca si sentiva a casa. Quindi se leggerete di assembramenti, feste, musica e gioia, non preoccupatevi: era tutto legale e meravigliosamente normale.

Una notte estiva di noia, caldo e insonnia acuta la vostra Lady Cocca era distesa con poca grazia sul divano a scorrere tra i profili di eventuali Galli da conoscere. Lo sapete anche voi, nelle app di incontri, l’amore e il principe azzurro sono solo miraggi lontani e quasi sempre fantasia pura, quindi, per amor di femminismo, inteso come pari opportunità e diritti, inizialmente ero a caccia di distrazioni che potessero schiodarmi dal divano (ah beata ignoranza, ora il divano, causa pandemia, ha la forma del mio culone, ma non diciamolo in giro).

Dopo vari swipe right (ad una certa i Galli erano sempre gli stessi sulla piazza) mi compare lui, una sorta di Van Gogh musicista, con una cresta rossiccia, totalmente diverso da quel che possiamo definire prototipo (giuro non ne ho uno, ma rosso non mi era ancora capitato). E niente, qualcosa mi spinge a fare swipe left. La sua faccia mi comparve a tutto schermo il match è fatto!

Bravo Van Gogh, bravo

Bene, da brava signorina aspetto che, almeno inizialmente, sia lui a fare una prima mossa. In realtà capita pure che la faccia io, ma questa sarà un’altra storia. Per ora vi basti sapere che, tempo quindici minuti ed ero già persa in una fitta corrispondenza con il Van Gogh di turno, con uno scambio di informazioni che dal banale e faceto son andate via via facendosi più intense e private. Bingo! L’unico gallo non celebroleso l’ho trovato io, inutile dirvi che si è fatta l’alba a chiacchierare fino a decidere di vederci la sera successiva.

Vi evito il racconto del patema d’animo da “Che cosa indosso? Dove lo porto?”, vi dico solo che ero figa da far paura con le labbra rosso fuoco e una scollatura fa far invidia pure a una bella come Belen per intenderci. Insomma, mi sentivo bene e volevo divertirmi, combinazione perfetta con l’aggiunta di un posto dove mi sentivo a casa. Seduti al tavolino bevevamo rosso da calici instabili e stuzzicavamo olive e tarallucci, ebbri di vino e parole ci scappa un bacio di quelli che nei film preannunciano il fine serata a casa di uno dei due, nel mio caso ha preannunciato un Van Gogh con la vescica piena.

Perché rientra nell’appuntamento (im)perfetto?

Ora vi starete chiedendo cosa ci sia di (im)perfetto in questo appuntamento. Abbiate ancora un po’ di pazienza, ci sto arrivando. Come dicevo, Van Gogh va a svuotare la vescica mentre la sottoscritta continua a sorseggiare vino. Da una tavolata arrivava il suono di una chitarra strimpellante, a cui, successivamente, si unisce il coro di ubriachi allegri, di quelli che si mettono a cantare (in inglese maccheronico) tutti gioiosi. Il tempo di alzare lo sguardo dal calice e mi ritrovo un gallo visto qualche volta lì nel locale, ma con il quale non ho mai interagito, sedersi davanti a me e iniziare a provarci spudoratamente.

Ero brilla lo ammetto, gli ho riso in faccia civettuola. Ogni tanto ci sta bene esserlo, quindi osate anche voi, mie lettrici. Mi son messa a parlare con l’intruso con tutta l’educazione di cui son pregna (nonostante non fossi assolutamente interessata), senonché ad una certa Van Gogh è tornato e, nonostante non fossi la sua donna, mi si è messo appiccicato tanto da far alzare e andar via l’intruso. Abbiamo finito la bottiglia di vino ridendo di quello che è accaduto, lui convinto che lo avessi chiamato io il tizio sconosciuto al nostro tavolo…Come spiegargli che la vostra Lady Cocca li attira tutti quelli bizzarri?

Non gliel’ho spiegato, gli ho solo detto la verità: non lo conoscevo se non di vista ed era palesemente ubriaco come gli altri astanti. Il resto della serata immaginatevelo. Comunque sappiate che Van Gogh si è dimostrato essere un narciso della peggior specie, ma questo esula dal tema del format attuale. E voi? Ne avete di appuntamenti (im)perfetti da raccontarci? Prometto di mantenere l’anonimato.

Baci e uova fritte sull’avocado toast dalla vostra Lady Cocca

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