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Al Vox ci racconta “La Ballata di Christiane”

Ciao Alberto, come stai? Ti va di raccontarci come è nata l’idea di creare il mini EP “La Ballata di Christiane“?

Un saluto affettuoso. Sono di nuovo un Padre musicale e quindi felice per le mie nuove canzoni, che vedo come figlie. Io ho sempre trattato le tematiche psicologiche e derivanti condizioni sociali.  Sono contro lo stigma perché è facile puntare il dito a chi sta peggio di te, invece che aiutarlo. Ho parlato di Salvezza anche del cosiddetto Outsider. Ma ora serviva una Salvazione attestata storicamente. Da questa esigenza nasce questo piccolo EP. E dal fatto che oggi la gente non ha ancora capito che le cose si possono veramente cambiare.

Cosa ti ha ispirato a scrivere la canzone “Christiane”?

L’Esempio di questa donna. Caduta in un baratro totale. Pochi possono raccontarlo dicendo che ora sta bene. Questo altro elemento denota quanto è possibile salvarsi anche quando non sembra esserci alcuna speranza.

Puoi condividere con noi il processo creativo dietro a questa traccia?

Questo brano è stato scritto tempo fa. Testualmente e  melodicamente assieme a,  purtroppo, un amico che non vedo da molto e non sembra interessato a riconciliarsi. L’Arrangiamento è stato poi costruito sulla base della melodia ma con la scelta dell’acustico. Infatti partecipano più chitarre, sia acustiche che classiche, Tromba e Basso Tuba.

Qual è il significato personale che questa canzone ha per te?

Che qualsiasi orizzonte sia il tuo, c’è sempre la possibilità di rialzarsi e vedere una splendida luce.

Come mai hai scelto di reinterpretare il grande classico “Ballata della Moda” di Luigi Tenco nel contesto di questo EP?

Perché concettuale. Tenco stecca la moda che rende le persone senza alcuna personalità. Quindi l’elemento tossico del seguire una moda.

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