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Iosonorama riparte dal nuovo singolo: “Hemingway”

RAMA è l’acronimo di Raffaella Maria Anna, semplicemente iosonorama sui social network. RAMA è una giovane artista partenopea con l’arte che le scorre nelle vene in tutte le sue forme, dalla danza alla musica. Determinata, vulcanica e piena di grinta, dopo anni di gavetta ha deciso di rimettersi in gioco ripartendo da zero e di realizzare il suo nuovo progetto artistico con il produttore Paci Ciotola: un ep distribuito da Rusty Records.

Il primo singolo uscito a gennaio “Hemingway” segna, appunto, solo l’inizio di questa nuova Rama, decisa a mostrare il meglio di sé, senza più veli e paure. Senza prendersi troppo sul serio da un lato e sperimentando la bellezza che regala la libertà di espressione, dall’altro. Di base c’è una forte identità e voglia di sognare e far sognare attraverso la propria arte e Rama lo fa con la sua autenticità, nel bene e nel male, lasciando indietro giudizi e portando con sé solo la voglia di continuare a credere nelle sue passioni.

L’INTERVISTA
Ciao Rama benvenuta su Posta Indipendente! Partiamo subito con la prima domanda per rompere il ghiaccio e per conoscerti meglio, chi è IOSONORAMA e quando è nato il tuo progetto musicale?

Iosonorama è il mio alter-ego, è l’anello di congiunzione perfetto tra quello che sono e quello che voglio essere.
Cominciando dai look molto ricercati ai testi auto-ironici, un ensamble di tutto quello in cui credo e che mi contraddistingue.
Il progetto nasce fondamentalmente dall’incontro di 2 anni fa con il mio attuale produttore Paci Ciotola, un sodalizio artistico che mi auguro possa durare il più a lungo è possibile.

Qual è il primo ricordo che ti viene in mente quando pensi al tuo legame con la musica?

Sicuramente una baby Rama che cantava “Acqua e Sale” di Mina e Celentano (ovviamente interpretavo entrambi) ed esordivo improvvisamente con “MAMMA VOGLIO FARE LA CANTANTE.”

Il 2021 è iniziato con un nuovo brano in uscita per te: HEMINGWAY, che sembra abbia segnato una sorta di “Punto zero” per te, un giro di boa per ripartire e dare vita a qualcosa di diverso? Cosa significa questo brano per te e soprattutto cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi lavori?

Assolutamente si, Hemingway rappresenta esattamente la mia rinascita artistica che va di pari passo con quella personale.
Dopo anni a leccarmi le ferite ho fatto tesoro di tutte le batoste e di tutte le porte chiuse in faccia. Risultato?
Una nuova me che non si lascia intimorire da niente, certo le cadute di percorso sono inevitabili, ma ad oggi le affronto con una consapevolezza diversa.

Sono contenta di questo inizio col botto, i prossimi lavori non sono altro che una fotografia del mio progresso, quindi non rimane altro che aspettare la loro uscita.
Ps: manca pochissimo alla prossima uscita.

Hai completamente dato una nuova impronta alla tua immagine, questo bisogno di cambiamento viaggia di pari passo con la tua musica e con i testi delle sue canzoni?

Assolutamente si. Mi collego alla risposta di prima: per me il cambiamento è una cosa alla quale non poter rinunciare. Amo mettermi in discussione e quindi farlo con tutti gli strumenti possibili. Per me il cambiamento è anche trasformismo, ed io attingo tanto dai GRANDI, il primo tra tutti Renato Zero, fonte inesauribile d’ispirazione.

Ricordo ancora quando a 6 anni chiesi a mia madre di rasarmi tutti i capelli, e mi ritrovai ad essere scambiata per un maschietto. Sono sempre stata così, ho avuto i capelli nelle maniere più diverse e insolite, tante volte subendo anche gli occhi indiscreti delle persone. Ho un reale problema con la monotonia. Odio guardarmi allo specchio e vedere sempre la stessa faccia, e per me “cambiare testa” rappresenta un forte messaggio comunicativo.

Quando tutto questo finirà e si ripartirà con i live, quale sarà il primo concerto che andrai a vedere? E soprattutto quale palco sogni di poter cavalcare un giorno?

Ovviamente tutti quelli rimandati del 2020. Unico dispiacere grande è stato l’annullamento del concerto dello scorso anno di Paul McCartney, grave colpo al cuore per me. Il mio palco del cuore è senza ombra di dubbio quello della città, quindi lo Stadio Diego Armando Maradona (ex Stadio San Paolo). Se bisogna sognare bisogna farlo in grande.

Lasciamoci con una canzone che in questo momento ti rappresenta e ti rispecchia particolarmente…

Non posso che citare il capolavoro “Per non essere così” di Renato Zero, un vero inno al trasformismo e al cambiare pelle ma rimanendo sempre fedeli a se stessi.

a cura di
Claudia Venut

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