Uncategorized

“Nel Giardino a Vapore”, il primo disco dei Napstamind

Con il loro primo album Nel Giardino a Vapore, i Napstamind dimostrano una grande capacità di esplorare un ventaglio di emozioni e generi. Un percorso che i fan più attenti avevano già iniziato a intuire dai singoli rilasciati prima dell’uscita del disco. I tre singoli — “Rovi”, “Nessuno resterà” e “Lui è qui” — sono riusciti a catturare alcune delle sfumature principali della band.

“Rovi” è il primo assaggio di ciò che i Napstamind hanno da offrire. Un brano dall’atmosfera malinconica e intensa, che si muove tra sonorità alternative rock con un tocco di psichedelia. Questo pezzo introduce una delle dimensioni più profonde della band. Quella capace di fondere testi introspettivi con un sound stratificato e avvolgente. Una caratteristica che si ripete in altre tracce del disco, come la sognante “Occhio Storto” o la più riflessiva “Fiera di Me”. In “Rovi” emerge la sensibilità poetica del gruppo, capace di costruire immagini forti e suggestive, un’abilità che permea l’intero lavoro.

Il secondo singolo, “Nessuno resterà”, si spinge su terreni più dinamici e vibranti, esprimendo il lato energico e incalzante dei Napstamind.

Ma è con “Lui è qui” che vediamo i Napstamind avventurarsi nel loro lato più cupo e potente, un brano che mescola influenze grunge anni ’90 con un rock alternative moderno. Qui la band mostra la capacità di evocare atmosfere dense e nostalgiche, creando un suono che vibra di inquietudine e potenza emotiva. Questo stile si ritrova anche in altri momenti del disco, come “Non me lo spiego” e “Torna”, dove l’alternanza tra sezioni melodiche e altre più graffianti diventa il marchio di fabbrica della loro capacità di bilanciare tensione e rilascio.

Nel complesso, i singoli rilasciati hanno saputo catturare l’essenza poliedrica dei Napstamind. Ognuno di essi rappresentando una diversa sfumatura del gruppo, che viene poi esplorata e arricchita in Nel Giardino a Vapore.

L’album è una perfetta sintesi delle varie anime della band: c’è spazio per momenti di introspezione, scatti d’energia pura, influenze internazionali e un approccio sonoro capace di abbracciare diverse epoche e stili del rock. I Napstamind riescono così a costruire un disco coerente, ma allo stesso tempo ricco di sfumature, dove ogni traccia è un tassello di un mosaico complesso e affascinante.

a cura di
Redazione

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – “Moonshit 3: Over the Clouds” di badp
LEGGI ANCHE – “Le tracce di un’altra donna” di Leo Tenneriello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *