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Il coraggio di chiedere aiuto in “Capita anche a me”: la fame d’amore e di sogni di Corha

In una caotica metropolitana, CORHA nota una ragazza piangere, trasformandosi in una narratrice empatica capace di avvolgere l’ascoltatore in un vortice di emozioni e ricordi intrisi di delicatezza.

Attraverso una connessione profonda con la sua stessa esperienza, l’artista si trasporta in un passato in cui anche lei si sentiva fuori posto, rievocando con dolcezza le tracce di un’infanzia in cui questa sensazione era un compagno di viaggio ricorrente. CORHA immagina di poter comunicare con la ragazza, di parlarle attraverso le note della canzone per lenire il suo dolore: è stato questo l’incipit di “Capita anche a me”, brando disponibile dal 22 marzo.

Per approfondire questo viaggio, leggi la nostra intervista.

In “Capita anche a me”, hai descritto un momento di profonda empatia verso una ragazza nella metropolitana. Puoi raccontarci come hai vissuto personalmente quel momento e come hai trasformato quella connessione in una canzone così intima?

Ciao a tutti i lettori! Mi capita spesso di osservare i dettagli, quello che succede intorno a me e, quel giorno, avevo empatizzato con la ragazza vedendo questa scena, anche se non so perché piangesse, era solo un modo per raccontarmi.  Ho iniziato a dare un nome a quell’emozione scrivendo e poi, in modo naturale, ho pensato alla melodia. L’idea era quella di scrivere un brano comunicando in modo diretto.

La tua capacità di trasportarti nel passato, rievocando la sensazione di sentirsi fuori posto durante l’infanzia, è evidente in questo brano. Come hai bilanciato la narrazione tra la tua esperienza personale e la creazione di un messaggio universale che possa risuonare con un pubblico più ampio?

Ho cercato di pensare alle parole che mi sarei voluta sentire dire anche io in un momento difficile e di scrivere direttamente alla “ragazza” in questione. In questo modo in veste di “amica” ho provato nel mio piccolo a darle un consiglio. Chiamando la canzone “Capita anche a me”, inevitabilmente, ho sentito anche l’urgenza di raccontarmi.

La tua immaginazione di comunicare con la ragazza attraverso le note della canzone per lenire il suo dolore è un elemento molto potente. Puoi approfondire il processo creativo di trasformare emozioni intense in una forma artistica?

In generale vivo la gamma di emozioni in modo intenso, quindi ci sono dei periodi in cui mi sento travolta da più sensazioni e ho bisogno di scrivere quello che provo, come per rendere a me stessa tutto più chiaro. Alcuni giorni inizio a scrivere in ogni momento della giornata scrivo o disegno qualcosa che vorrei raccontare e successivamente riscrivo in modo più ordinato e  in base al mood provo a pensare a delle melodie.

“Capita anche a me” è un inno al coraggio di essere vulnerabili e di esplorare la propria autenticità. Come affronti personalmente la vulnerabilità nella tua musica e come credi che possa influenzare la connessione tra te e i tuoi ascoltatori?

La vulnerabilità che nella vita rende alcuni momenti un po’ più difficili, nella musica, invece, la vivo come un punto di forza perché mi fa bene parlare delle mie fragilità e guardo alla musica come un mondo magico in cui non mi sento giudicata nel raccontare quello che provo, la musica è la mia migliore amica.

Il brano sembra suggerire che il tempo è un alleato nel processo di comprensione di sé stessi e di trovare il proprio posto nel mondo. Qual è stata la tua esperienza personale nel comprendere e accettare questa idea e come l’hai incorporata nel tuo lavoro musicale?

In riferimento al “mercato” musicale sembrano esserci dei tempi da rispettare.  Per scrivere nel modo più autentico possibile sento la necessità di vivere quello che c’è intorno a me e ho bisogno di tempo per rielaborare quello che provo quindi cerco di darmi tempo e viverla in modo tranquillo.

“Capita anche a me” è intriso di una profonda sensibilità verso le emozioni umane. Come credi che la tua sensibilità personale influenzi la tua musica e quali sono le sfide e le ricompense di esprimere apertamente le tue emozioni attraverso la tua arte?

Grazie per queste belle parole. Nel momento in cui una persona decide di fare musica, credo sia inevitabile raccontare le proprie emozioni. La sfida iniziale può essere quella di superare la paura di sentirsi giudicata ma, dato che racconto solo ciò che vivo e la realtà che mi circonda, senza inventare nulla, non ho paura della verità.

a cura di
Redazione

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