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Il viaggio fuori dall’ordinario dei The Francis

Composto da sei tracce incisive, il secondo EP dei The Francis promette di portare gli ascoltatori in un viaggio emozionale attraverso una varietà di temi universali, presentati con la freschezza e la profondità distintive del gruppo.

“Una strana condizione” va oltre il limite dell’ordinario: I The Francis, esplorando le contraddizioni della società e interrogandosi sui sentimenti più reconditi dell’animo umano, in ogni loro brano scelgono di sperimentare e continuare ad innovarsi, mostrando al pubblico un’energia sempre nuova. In occasione della release del loro secondo progetto discografico, gli abbiamo intervistati.

Ciao ragazzi, la vostra musica sembra sfidare l’ascoltatore a rompere le catene dell’ordinario e ad abbracciare l’ignoto. Come definite il rapporto tra la vostra arte e la ricerca dell’ignoto nella vostra vita quotidiana?

Sono in simbiosi, la vita quotidiana mette di fronte a diverse contraddizioni che diventano poi il vettore che ci porta a fare musica. Le contraddizioni sono proprio quell’elemento d’ignoto necessario per scrivere.

“Flusso” apre l’EP con una riflessione sul tempo e la memoria, evocando un senso di continuità e ciclicità nella vita umana. Potreste approfondire come questa traccia si connette al tema più ampio dell’EP e in che modo il concetto del flusso influenzi la vostra visione artistica e musicale?

“Flusso” è un viaggio attraverso i ricordi, le esperienze di vita che plasmano chi siamo. La canzone non solo scorre, ma ruota nel tempo, come un ciclo eterno. Le immagini del testo dipingono le varie fasi della vita umana, dall’infanzia associata alla primavera fino alla maturità segnata dalle stagioni che cambiano. Esiste un costante dualismo tra il rifugiarsi nei ricordi passati e l’incertezza del futuro. Il brano culmina nella sintesi tra il rimpianto per ciò che è stato e l’accettazione del passato. Nel ritornello, il tema del sé emerge, con il flusso incessante dei pensieri che minaccia di distogliere dall’importanza del presente. L’invito finale è di abbandonare questo ciclo continuo e vivere appieno il momento presente. Ed è proprio tutto ciò che ci distrae dal vivere il punto che ritorna in ogni traccia dell’EP.

“Androgino” si ispira alla filosofia platonica e al mito dell’Androgino, un tema che riflette la ricerca della propria metà perduta. Cosa vi ha attratto di questo mito antico e come lo avete reinterpretato in un contesto moderno?

La canzone “Androgino” dipinge un quadro universale dell’amore come unione di anime destinate a incontrarsi, superando le divisioni e le identità imposte. La musica evoca sensazioni di incompletezza e speranza, trasmettendo un senso di calma e calore, mentre l’amore diventa la chiave per comprendere l’armonia del mondo circostante.

La traccia che dà il titolo all’EP, “Una strana condizione”, sembra essere un punto di svolta concettuale e emotivo. Potreste condividere con noi le vostre riflessioni sulla creazione di questa canzone e su quali ispirazioni o esperienze l’hanno guidata?

“Una strana condizione” è un inno alla ricerca di una dimensione alternativa all’ordinario, esplorando la tensione tra la routine quotidiana e il desiderio di liberazione. Il testo si articola su diversi livelli di significato, invitando a trovare spazi e idee nuove al di là delle percezioni abituali. È un richiamo a lasciarsi andare, a superare le proprie limitazioni e ad abbracciare l’ignoto per una vera trasformazione.

In “Pianeta Blu”, trattate il tema della libertà e dell’identità personale in un modo coinvolgente e suggestivo. Potreste approfondire il concept di questa canzone e spiegarci quali immagini o sensazioni volevate evocare nei vostri ascoltatori?

Pianeta Blu è un brano che nasce grazie a un bar di amici, che si chiama Anarres. Il nome prende ispirazione da uno dei due pianeti citati nel libro “I reietti dell’altro pianeta” di Ursula Le Guin. In questo libro il protagonista viaggia tra i due mondi alla ricerca di se stesso e, per noi, della libertà. Qui il focus viene rappresentato dal viaggio come mezzo per cercare di raggiungere un ideale, la libertà.

“Mille città” chiude l’EP con una nota emotiva e intensa, mescolando testi in dialetto con melodie coinvolgenti. Potreste condividere con noi il processo di scrittura di questa canzone e spiegarci il significato e il ruolo del dialetto nei vostri testi.

“Mille città” è l’ultima tappa dell’EP e del viaggio emotivo dei The Francis. Questa traccia, cantata in parte in dialetto, narra dell’incontro tra anime innamorate. È come fermarsi nel tempo, abbandonare tutto per immergersi in un momento dove gli sguardi parlano un linguaggio eterno, che supera il trambusto di mille città. Con essa, si conclude anche il percorso musicale dell’EP, segnando il termine di un anno di sperimentazione e ricerca, un ciclo che si chiude lasciando nel cuore di chi ascolta un’emozione indelebile.

a cura di
Redazione

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