C'è posta per...

C’è posta per… vol.14

Tarararararara tun tun tun

Insomma ci abbiamo provato a replicare a parole l’inconfondibile “Love’s Theme” di Barry White, nonché la famosissima colonna sonora del programma che ha fatto della De Filippi l’eroina di tutti i sabato sera (passati a casa) della maggior parte degli italiani.

Noi di Postaindipendente non vogliamo avere la velleità di paragonarci al tv show dalla magica busta, eppure il nome della nostra rivista richiama l’idea di accogliere nella nostra (mail di) posta tutte le nuove proposte del mercato musicale emergente.

È stato impossibile così non dedicare, proprio ai protagonisti del nostro giornale, un format in cui, questa volta, a dover aprire la busta sono proprio gli artisti. Nasce dunque “C’è posta per…”: lo spazio in cui mensilmente accogliamo sui nostri divani virtuali le band o i singoli cantanti che hanno deciso di prendere in consegna una domanda dal pubblico.

La domanda del mese è: “Qual è stato il primo strumento attraverso cui ti sei approcciato alla musica? Lo suoni ancora oggi?”

Five Sides

Per tutti e quattro è iniziata nel modo più classico che si possa immaginare, con la voglia di sfogarsi e di far sentire la nostra voce attraverso le note, ognuno con il suo strumento. La scintilla è scattata quando, per la prima volta, siamo riusciti ad andare ai concerti delle nostre band preferite: vederli lassù a qualche metro da te, trasmettere messaggi (che poi capiremo a fondo solo crescendo) così potenti e con tutta quell’energia, ci ha fatto percepire che sarebbe stata la strada giusta per scappare dalle nostre piccole realtà e lasciare un segno. Maturando, dopo anni di esperienze e dopo esserci legati dal punto di vista personale, abbiamo capito che la musica non è solo “il grido” di ribellione di quei quattro ragazzini che vogliono evadere, ma soprattutto condivisione di debolezze, paure, gioie e delusioni con chi ci ascolta. Creare un legame mostrandoci per quello che siamo è ciò che ci spinge a continuare questo viaggio.

Enea

Alla musica mi sono approcciato sicuramente cantando: in macchina da bambino, a scuola durante le lezioni, un po’ dappertutto, anche nelle situazioni meno opportune.
Poi, intorno ai 13 anni, ho avuto la fortuna di incontrare un caro vecchio amico, e grande chitarrista, che mi ha insegnato le basi della chitarra consentendomi di accompagnarmi mentre cantavo.
Continuo tuttora a divertirmi cantando in macchina, a lavoro, sotto la doccia…oltre ovviamente ad essere il frontman della nostra band “Enea”.

Japaneseghostarmy

Ciro: il primo strumento che ho approcciato è stato il pianoforte, fin da piccolo andavo lì per suonare qualche tasto. Crescendo mi divertivo a replicare canzoni che mi piacevano, poi sono passato al violino, ma non durò molto. Infine tra il 2015 ed il 2016 vedendo un mio amico suonare mi

appassionai alla batteria, e da quel momento il mio amore per la musica non smette mai di crescere.

Domenico: Quando avevo otto anni ci fu un open day dell’accademia musicale del mio paese, quando per la prima volta ho sentito suonare una chitarra ne sono rimasto immediatamente affascinato, tanto è vero che subito dopo mi sono iscritto ad un corso di chitarra. A 16 anni però ho iniziato a prendere la chitarra sul serio, con più determinazione, soprattutto grazie alla scoperta di gruppo come Queen e Muse e, soprattutto, Nirvana. Ad oggi non saprei immaginarmi senza la chitarra, se per Charlie Chaplin un giorno senza sorridere è un giorno buttato, per me lo è il giorno in cui non riesco a strimpellare nemmeno 5 minuti.

Hyndaco

Una vecchia chitarra classica degli anni ’70 che aveva sul body tanti piccoli adesivi colorati a forma di zampa di gatto.  Non la usiamo più perché il ponte è esploso e poi andava tutto in feedback.

La Santeria

Alberto (batteria): Percuoto oggetti e parti del mio corpo da sempre. È stato un istinto e contemporaneamente una comodità: la batteria è in assoluto lo strumento più facile. Quando spiego questa cosa in giro tutti a dirmi “l’indipendenza degli arti.. il senso del ritmo… sono cose difficili!” Ma cazzo anche gli altri strumenti richiedono senso del ritmo e coordinazione… di 10 dita (e a volte anche dei piedi), la batteria solo di 4 arti! Vince alla grande. E comunque sì: continuo a suonare ancora oggi oggetti e parti del mio corpo come allora.

Michele (chitarra): Io ho iniziato a suonare la chitarra al liceo, perché mi sembrava che potesse aiutarmi a scopare di più. In realtà poi, per colpa della chitarra mi sono fatto crescere i capelli e sono diventato un metallaro. E quindi direi che mi ha fatto scopare infinitamente meno. Dovrei smetterla quindi, invece no.

Federico (basso): Il mio primo strumento è stato proprio il basso. Avevo 10 o 11 anni, qualche lezione e poi istinto! All’epoca non ero tecnico e nemmeno tanto bravo. La questione è che ora lo suono come allora!!! Vabbè ma nel punk rock serve altro, no?

Alessandro (chitarra e voce): Ho iniziato con il basso, semplicemente perché all’epoca nella band non lo voleva suonare nessuno! In realtà poi mi sono innamorato di questo strumento che poi ho implementato con il canto. Basso e voce assieme ti danno un controllo totale nell’esecuzione e lo trovo molto interessante. Lo suono ancora oggi ma non con La Santeria.

a cura di
Redazione

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