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Deep Roots Band: il blues ritorna a vivere

Alla sua prima fatica discografica, la Deep Roots Band parte dalla passione per il blues per comporre nuove canzoni.“Wash My Soul”: questo il titolo dell’album, uscito il 14 luglio e composto da sette inediti più due cover ampiamente rivisitate dalla band.

Si racconta che i Rolling Stones nacquero dalla condivisione di Mick Jagger e Keith Richards per il blues. La leggenda narra che si incontrarono su un treno per pendolari. Mick Jagger ha sotto braccio una pila di dischi di importazione della Chess Records e, parlandone, i due scoprono di essere innamorati della stessa musica rhythm and blues. In luoghi e periodi diversi ma le passioni restano. E quel fuoco che si accende con la condivisione divampa in una band. Si crea un percorso di suoni e di colori, come quando si accende una vecchia Mustang col rombo del motore ancora possente. Il blues così torna a vivere perché linguaggio di tutti, perché è un linguaggio di liberazione dell’anima. Nei testi ci trovi la vita e i suoi inganni, la fatica, la sofferenza ma anche le gioie del sesso.

Tutto questo preambolo serve per farvi capire cosa ha portato la Deep Roots Band a costruire un percorso personale di canzoni blues. Portano dal vivo i classici del Chicago e Texas Blues (BB King, Taj Mahal, Freddie King, Muddy Waters….). L’album ” Wash My soul” vede Cristian Dispoto alla voce, Luca Zanotti alla chitarra, Lorenzo Degli Esposti al basso e Valerio Garofano alla batteria. La band è nata da Dispoto e Zanotti nel 2021, con un percorso che si è concretizzato nel 2023 con un’intensa attività live. Fra le tante date hanno avuto il piacere di suonare al Mama’s di Forlì, al Caesar Beach e al Darsenale di Ravenna, al Baldoria di Rimini ed hanno partecipato al preview Woodstock Beach Festival sempre a Ravenna. Il loro primo disco vede i ragazzi mettersi in gioco intensificando il linguaggio del blues e introducendo nei testi storie personali.

Il disco

Dobbiamo dire che nel disco si sente la salvaguardia della struttura blues come base fondamentale. L’impronta rock di brani come “Oldsmobile 442”, “Wash My Soul” e la strumentale “Out of The Roots” non prende mai il sopravvento ma ne arricchisce i colori, a dimostrazione che blues e rock hanno un cammino comune che parte dai bluesman fino al southern rock americano passando per il rock’n’roll. Lo stile tecnico chitarristico del bravo Luca Zanotti inoltre rimane a fuoco senza mai eccedere in virtuosismi fini a se stessi.

I brani spaziano nelle varie forme e modalità di stile che caratterizzano il blues. “Dance and Sins”, ad esempio, è uno stupendo esercizio di boogie. Chiudono il disco due cover: “Canned Heat Blues” e l’oscura “John The Revelator”. Entrambi i brani fanno parte della tradizione gospel e country blues delle origini. Una dimostrazione che la band continua il suo percorso tenendo la barra dritta sulla tradizione e sul vero valore originario del blues.

a cura di
Beppe Ardito

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