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Intervista: Eric Mormile e l’Anema ‘e Lione che abita ciascuno di noi

Ciao Eric, come ti definiresti nella vita di tutti i giorni?

Salve a tutti! Mi sono sempre reputato una persona semplice: mi diverto con poco e cerco sempre di farmi voler bene, è una filosofia di vita che ho appreso da mia madre, Silvana Ferrandino, fotografa di molti miei concept visivi.

Ritieni ci siano delle differenze tra chi sei nella quotidianità ed il tuo personaggio?

Assolutamente no, tutto quello che sono nella vita vera lo trasferisco al me artista, ed ecco il perché gli argomenti delle mie canzoni sono sempre racconti di situazioni verosimili, spesso mi riguardano, altre volte sono storie di persone che mi circondano. l’Io concreto è quello che osserva la realtà per passarlo al me artista, quello che la descrive suoi brani.

Cosa ti ha spinto a dar vita al tuo progetto artistico?

Ho cominciato a scrivere in napoletano 8 anni fa, ai tempi composi alcuni testi e musiche per il musical “Change”, una produzione di Teatro San Carlo. Nel 2017 cominciai a scrivere testi e, sporadicamente, musiche per un progetto denominato N Sound, con cui nel 2018, con il brano “Arricordate ‘e Me”, di cui io sono autore e Alfredo Giordano Orsini compositore, arrivammo terzi al Festival di Napoli New Generation. Dopo il festival, per una serie di motivi, il progetto andò in stallo, ma ormai ero diventato un treno e snocciolavo testi e musiche con grande continuità, quindi decisi di dar vita ad un progetto solo mio che tuttavia ho dovuto tenere in pausa per tutto il periodo del Covid. A settembre uscirà il mio primo disco, su cui sono presenti un 10% di idee inizialmente pensate proprio per gli N Sound. Si tratta di una piccola parte di materiale che avevo inizialmente composto per quel progetto ma che poi ho utilizzato per me, e aggiungo anche che sull’album non ci è neanche finito tutto: ci sono ancora altri brani in cantiere il cui processo di composizione è iniziato allora e che credo riprenderò in futuro.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?

Citerò quelli che penso abbiano maggiormente influenzato la mia musica canzone per canzone: Peter Gabriel, Phil Collins, i Mr. Mister, i Tears for Fears, Sting, gli Ultravox, gli Yes, i Rush, Kevin Gilbert e i Level 42, ma anche artisti italiani come Mango, Battiato e i Matia Bazar.

Cosa vuol dire, per te, comunicare attraverso la musica?

Se si pensa alla musica nel senso di composizione strumentale, direi che certe armonie, suoni e melodie sono spesso capaci di grande potere espressivo. Nel caso di tutto il primo album di cui parlavo, e che uscirà a Settembre, tutti i brani che ne fanno parte hanno avuto prima la nascita della musica e solo in un secondo momento delle parole. Ho scritto i testi basandomi su quello che avevo inciso come parte musicale, ho cercato di capire cosa volessero dirmi quelle note e secondo le sensazioni che percepivo ho cominciato a buttare giù i testi. Nel migliore dei casi, un brano, anche solo strumentale, può sprigionare una forza comunicativa che va al di là delle parole, ed è proprio allora che è giusto capire se voler rafforzare il concetto con un testo altrettanto forte o voler lasciare alla sola composizione il suo potere.

È da poco uscito il tuo ultimo singolo, “Anema ‘e Lione”, ti va di parlarcene?

“Anema ‘e Lione” è una canzone nata in un periodo estremamente movimentato della mia vita, uno di quelli in cui si corre senza fermarsi, così il testo scritto in un momento così turbolento è diventato prima un messaggio di incoraggiamento verso di me e poi verso chi lo avrebbe ascoltato, un po’ come dire “rassegnati, è così, quindi rimboccati le maniche e caccia tutta la forza che hai”. E così ho pensato che era un argomento in cui ognuno avrebbe potuto immedesimarsi: se stai lavorando tanto sii felice di farlo con forza e spirito, perché è la strada che hai scelto e sai dove porta. Le parole sono poi passate nelle mani del Maestro Salvatore Palomba, autore della canzone classica napoletana “Carmela”, portata al successo da Sergio Bruni. Il Maestro è una persona che sono fortunato a poter chiamare amica e che supervisionando i miei testi ha decisamente spinto a un miglioramento della mia scrittura. Da un punto di vista musicale è un brano Synth Pop ballabile ispirato dalle sonorità di alcuni miei artisti di riferimento come i Mr. Mister, Howard Jones e i Level 42. Di questo brano è nata prima la musica e già solo componendo quella sapevo sarebbe stato un singolo, alcune musiche sprigionano da sole una forza comunicativa anche più grande delle parole che ci finiscono sopra, e quando le scrivi te ne accorgi. Ma la parte migliore di tutto il processo riguardante Anema è stata girare il video, di cui sono autore dello storyboard e ho curato regia e montaggio insieme a mio cugino Sergio Angrisani, videomaker e regista dalle mani d’oro. Penso di non aver mai riso così tanto nel girare un video musicale, e la cosa è stata resa ancora più speciale dal fatto che tutto il cast del video è formato da persone a me molto care, come Nicoletta e Simone Boccardi, altri due miei cugini, la prima è presente nelle scene di danza, il secondo è magistrale nella parte del capo ufficio. Tra le altre persone Elvira Fiore e Diana De Luca, protagoniste anche se con ruoli differenti nel video del mio precedente singolo “Nun Pozzo Cchiù Guarì”, Maria Francesca Riga, Attilio Apa, Elia Isaia e Cristiano de Pascale. Tutte “Aneme ‘e Lioni” che vivo nel quotidiano e che hanno reso veramente significativo il video.

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