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Tash Sultana – Sequoie Music Park, Bologna – 23 luglio 2023

Nella meravigliosa cornice del Parco delle Caserme Rosse a Bologna, Tash Sultana ritorna in Italia per le ultime date del suo tour europeo, stupendo tutti gli ascoltatori grazie al suo immenso talento musicale e regalando un concerto mozzafiato

Il teatro di questo spettacolo è il fantastico Parco delle Caserme Rosse che ogni anno ospita eventi e concerti imperdibili, tra cui una delle rassegne musicali estive più importanti del capoluogo emiliano, il Sequoie Music Park, che vede proprio Tash Sultana alla chiusura di questa edizione.

L’intimità di Tash

Sono le 21:00, il caldo soffocante di questo periodo persiste e sul calare degli ultimi raggi di sole troviamo una folla colorata sul prato che attende con trepidazione l’arrivo di Tash. Sul palco colpiscono alcuni elementi insoliti: un tappeto persiano sopra il quale si posizionano diversi strumenti; poco più dietro troviamo quello che sembrerebbe un piccolo altare dove sono presenti diverse lampade di sale, un’insegna al neon di un arcobaleno sopra il quale è posizionata la sagoma luminosa di un fenicottero rosa e un incenso che fuma lievemente.

Questo set ritorna costantemente nelle sue live ed è presente anche in suoi numerosi video; l’intenzione suppongo fosse quella di costruire sul palco uno spazio di intimità dove poter esprimere liberamente la propria identità musicale. Uno spazio, dunque, corredato da una serie di elementi che servono per purificare l’atmosfera e generare sensazioni positive. 

La genesi dello spettacolo

Dopo qualche minuto di attesa, alle 21:20, il pubblico inizia a reclamare con più vigore l’arrivo di Tash. Poco dopo, sul lato destro del palco, anticipato dalle urla e dagli applausi del pubblico, entra finalmente in scena la star della serata che, senza troppi convenevoli, parte subito a suonare i primi strumenti. Grazie all’utilizzo del loop station, riesce in autonomia a creare la propria base strumentale, aprendo così il concerto con il primo brano: “Mystik”.

Ciò che colpisce infatti è l’immensa bravura di Tash nel giostrarsi tra i diversi strumenti (a corda, a fiato, a percussione), rendendola concretamente un’artista a tutto tondo capace di gestire il palco anche singolarmente. 

Dopo aver regalato al pubblico questa apertura magnifica e aver dimostrato il suo talento da cantante e soprattutto da polistrumentista, ritagliando un momento di solo strumentale dove su una melodia elettro-dance si sovrappone l’assolo del sassofono, lasciando così il pubblico esterrefatto e incredulo, seguono le prossime canzoni “Cigarettes” e “Pretty Lady”. Questi due brani, appartenenti rispettivamente agli album “Flow State” e “Terra Firma”, riescono a far ballare il pubblico che cerca di accompagnare il ritmo battendo vistosamente le mani.

Un concerto che sicuramente inizia nei migliori dei modi, anticipando quella che è stata una serata eccezionale all’insegna della buona musica e di un’atmosfera generale ammantata di vibrazioni positive e di totale libertà.

Un viaggio tra gli strumenti e tra i generi

I primi venti minuti del concerto vengono gestiti con magistrale autonomia da Tash che spazia tra diversi strumenti: chitarra e basso, sintetizzatore e tastiera, nonché strumenti a fiato come il sassofono e il flauto, ma soprattutto con l’ausilio dei diversi loop station presenti sul palco per permetterle una maggiore dinamicità di movimento. 

Segue poco dopo la travolgente e malinconica “Crop Circles” con la quale possiamo ammirare la capacità vocale di Tash e la sua estensione che raggiunge tonalità molto alte, circa cinque ottave, accompagnata inizialmente da una breve sequenza in acustica. Ma non finisce qui. Arriva infatti silenziosamente anche la sua band composta da tre membri (batterista, bassista e tastierista) che saranno presenti per quasi il resto della serata. 

Il concerto procede senza intoppi alternando sezioni musicali dal punto di vista compositivo più complesse e profonde, come la melodia onirica di “Coma”, ad altre più pop come i singoli “New York” e “James Dean”, due brani appartenenti al suo prossimo progetto musicale “Sugar”, in uscita per il 18 agosto. 

Non mancano però momenti sorprendenti e inaspettati come quelli in solo strumentale, dove Tash travalica la barriera dei generi muovendosi tranquillamente tra il rock-psichedelico e il reggae, nonché i diversi assoli svolti sia con la chitarra che con altri strumenti quali la tromba e il sassofono, generando così un profondo senso di entusiasmo tra il pubblico. 

Il suono delle ultime melodie

A ridosso della conclusione della serata troviamo due canzoni a cui sono particolarmente legato e che rimangono tra i miei preferiti all’interno della sua discografia: la ballata “Notion” e la sua canzone forse più nota, “Jungle”, entrambe appartenenti al suo primo EP. 

Il pubblico saluta così la band che lascia Tash nuovamente ad amministrare il palco in totale indipendenza e libertà. Ormai siamo giunti alle ultime note della serata e ritroviamo, nel penultimo brano “Notion”, un canto profondo e malinconico, una sorta di preghiera cantata a squarciagola dove il suono e la voce riverberano sin dalle viscere del proprio corpo. E così, incoraggiato da Tash, si innalza un coro soave che unisce il pubblico dando origine a un momento di profonda vicinanza con l’artista. 

L’ultimo saluto, quello definitivo, è però di tutt’altro genere e, al solo sentire delle prime linee di chitarra di “Jungle”, il pubblico entra in visibilio. Inizia così un momento di puro e sconfinato divertimento. Le persone iniziano a ballare, saltano con foga e si lasciano trasportare disinibite dal ritmo della canzone e, su queste note, Tash ci lascia inchinandosi verso il pubblico che esprime, senza però essere esaudito, il desiderio di un encore.

Conclusione

Un talento a 360 gradi, una persona profondamente carismatica e da un talento musicale immenso, dotata sia di una capacità ritmica senza precedenti che consente una padronanza ottima del pantheon eterogeneo di strumenti che è capace di suonare, nonché di una potenza vocale straordinaria che non passa sicuramente in secondo piano rispetto alla bravura come musicista. 

Il suo timbro vocale nelle note basse è più graffiante, mentre in quelle alte crea una sorta di eco che accompagna con una certa solennità il suo immenso talento. Sorprendente è anche la sua eterogeneità in fatto di generi musicali, spostandosi senza troppe difficoltà tra il jazz alternativo, le influenze rock-psichedeliche, il reggae con influssi hip-hop e il pop, in un connubio raffinato di musica che trova massima espressione durante i live.

Per concludere, Tash è un’artista da scoprire, bisogna lasciarsi immergere nel suo mondo musicale composto da una polifonia di strumenti e dall’uso simbiotico del loop station in un profondo viaggio tra i generi, tra la musica e nella propria interiorità.

a cura di
Skipper Fonzy Amgao

Crediti foto: https://it.depositphotos.com/

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