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Mcloser ci presenta il suo singolo d’esordio: “La Corte dei giullari”!

Gianluca Guerci, in arte Mcloser, è un cantautore napoletano, diplomato al liceo classico, ma è anche tecnico del comportamento per bambini autistici. Attualmente, frequenta il secondo anno della facoltà di Scienze dei Servizi Giuridici del Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Ma il più grande interesse di Gianluca è senza ombra di dubbio la musica che lo ha portato a produrre il suo primo brano.

A partire dal 26 maggio è infatti disponibile, in radio e su tutte le piattaforme digitali, il nuovo singolo dal titolo “La Corte dei Giullari”. Abbiamo approfittato di questo per intervistarlo e per farci raccontare com’è nata la sua passione!

Ciao Gianluca e benvenuto su Posta Indipendente! Ti sei appassionato fin da piccolo alla musica. Com’è scoppiata la scintilla per questo grande amore?

È stato mio padre a trasmettermi questa passione sin da quando ero piccolissimo, ma la scintilla mi è scoppiata a Londra durante il mio primo viaggio-studio alla fine della terza media sentendo in un Hard Rock  “Clocks” dei Coldplay . 

Hai scelto come pseudonimo Mcloser: ci racconteresti la storia legata a questo nome?

Sono figlio unico e vivo da solo,  ho un rapporto non molto sereno con i miei genitori ma, a modo mio, li amo tanto. Mcloser è una dedica a loro dove M è l’iniziale del nome di mio padre, mentre “Closer” è il titolo di un film del 2004 che ho visto insieme a mia madre più volte e  che ha emozionato entrambi compreso il brano iniziale e finale del film “The blower’s daughter” di Damien Rice .

Il 26 maggio è uscito il tuo singolo d’esordio: “La Corte dei giullari”, un brano ricco di metafore che affronta dei temi particolarmente importanti: quelli dell’ipocrisia e della falsità che spesso regnano all’interno della società. Qual è secondo te il modo migliore per combattere questi “giullari”?

Il modo migliore per combatterli è riuscire a riconoscerli ed a distaccarmi da loro, andando dritto per la mia strada senza ripensamenti,  cercando di costruire una strada più solida lungo il percorso della mia vita e circondandomi di persone che la pensano come me.  

Nel tuo brano parli anche di solitudine, ansia e abbandono, ma anche di rinascita. Ci sono stati dei momenti in cui hai provato queste sensazioni, come le hai superate? E che ruolo ha avuto la musica?

Vivo la solitudine, l’ansia e l’abbandono  come una sensazione intensa e dolorosa che mi accompagna sin da quando ero piccolo, la musica è il mio rifugio, l’amicizia e l’amore l’antidoto.   

Oltre che cantautore, sei anche un musicista. Ci diresti quali sono i gruppi a cui ti ispiri e chi è il tuo chitarrista preferito?

Come gruppi penso ai Led Zepelin, ai Muse e, ultimamente, prima del loro triste epilogo stavo anche seguendo come musica hip hop, i Migos.

Il mio chitarrista preferito rimane sempre Jimmy Page.

a cura di
Maria Raffaella Primerano

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