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Intervista a Isotta sul nuovo album “Minuscola”

Intervista a Isotta su “Minuscola”, il nuovo album della cantautrice toscana

Esce in digitale “Minuscola”, il nuovo disco di Isotta

Un album che nasce dall’esigenza di esprimere la parte di me che non riuscirei ad esprimere, se non con la musica. Minuscola è una sensazione, minuscoli ci sentiamo nel Mondo, di fronte alle nostre paure, alle insicurezze, al nostro senso di inadeguatezza. 

Il disco, prodotto artisticamente da Pio Stefanini e Diego Calvetti, si apre con un’intro come per il primo album. Il primo brano è Mi piace il caso:

nel carosello variopinto delle nostre esistenze improbabili tutto è matematicamente ordinato dal lancio dei dadi

Nell’album vengono affrontati temi quali la mancanza d’amore, il bisogno di evasione e la fuga dall’insoddisfacente reale.

Ecco le domande che le abbiamo posto in merito all’album.

Ciao Isotta, benvenuta su Posta Indipendente! Intanto parlaci del tuo nuovo progetto, “Minuscola”, perché questo nome?

Minuscola é la sensazione che ho quando ascolto le canzoni dell’album…ogni canzone è minuscola e minuscoli ci sentiamo nel mondo di fronte al nostro senso di inadeguatezza, alle nostre insicurezze e paure.  

L’album si apre con un’intro, “Intro Minuscola”, il cui testo è costituito solamente dalla parola ‘minuscola’, accompagnato da una musica angosciante, che sembra quasi provenire da lontano. Spiegaci l’idea dietro a questa intro. 

Per me doveva rappresentare la voce della nostra anima, minuscola. 

Nel tuo singolo “Mi piace il caso” parli del fato in maniera giocosa, abbracciando questa impossibilità di prevedere il proprio destino. Sei così anche nella vita? Abbracci il destino senza porgli resistenza, ne segui il flusso o cerchi di importi su di esso? 

Credo fermamente che noi siamo corresponsabili di ciò che ci accade, per me il caso e il destino sono la stessa cosa, quell’energia che dall’interno e dall’esterno ci spinge ad agire in un determinato modo e a trovarci in determinate situazioni. Mi capita di provare ad impormi ma non saprò mai quanto ci sono riuscita o quanto fosse stato “destino” anche quello.  

C’è un filo logico che lega tutti e 15 i brani che compongono l’album? 

Più che logico, lo definirei un filo invisibile e conduttore. La parola “minuscola” è proprio quel filo, è la trama che forma il tessuto dell’album. La sensazione che provo ascoltando ogni traccia è di essere piccola piccola di fronte alle mie insicurezze, paure e al Mondo. 

In diversi brani, come ‘Non è finita – interlude’, ritorna questa musica soffocante, mistica, lontana, che però trasuda speranza attraverso il testo. Spiegaci questa dicotomia. 

Mi piace giocare coi contrasti, sia nella musica, che nei disegni, che nella vita…mi sento dipendente dalla speranza, nonostante spesso abbia la tendenza a buttarmi giù. 

In ‘Licantropo’ porti una visione dell’amore spiritosa, quasi infantile. Spiegaci che ruolo ha e in che sfumatura vediamo l’amore in questo album. 

In Minuscola non troverete certo l’amore dei baci Perugina, canto un tipo di amore/non amore effimero, sfuggente, indefinito, labile… è la paura di abbandonarci all’amore che fa nascere l’insoddisfazione, o la noia (come canto nel brano “finché noia non ci separi”). 

a cura di
Elisa D’Aprile

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