“Sulle nuvole” con i Domani Martina
“Bisogna lasciare sulla terra tutto ciò che è materiale e portare con noi solo i nostri sentimenti”: in occasione dell’uscita del loro nuovo album, i Domani Martina ci raccontano la loro visione dell’arte e il loro processo creativo
“Sulle nuvole”: quattro diversi personaggi si ritrovano protagonisti in una realtà che non gli appartiene. Sono diversi tra di loro, ma mossi dalla stessa necessità: trovare il proprio mondo. Allo stesso modo, i brani di questo album sono istantanee apparentemente scollegate tra di loro, ma tutte scattate per la stessa necessità: trovare il proprio mondo. Malinconia, amore, nostalgia, ironia, smarrimento, sono i temi trattati nei testi, spesso in contrapposizione alla parte strumentale.
Riff distorti, ballate romantiche e ritornelli accompagnano la storia di personaggi che sono, loro malgrado, protagonisti di una realtà che non gli appartiene. Soli e insoddisfatti, sono alla ricerca disperata di un oggetto che li possa riportare a casa, o in un posto dove si sentono compresi. Nessun mezzo materiale, però, li aiuterà a scappare dalla loro prigionia. L’unica salvezza arriva in maniera del tutto inaspettata. Una musica, un ponte melodico e spirituale che possa alleviare le sofferenze e le solitudini del mondo e possa portarli, tutti insieme, in un luogo comune.
Ciao ragazzi, benvenuti su Posta Indipendente! “Sulle nuvole” è incentrato sulla ricerca di un proprio posto nel mondo in cui sentirsi compresi. Musicalmente i Domani Martina sono ancora alla ricerca di questo luogo o sentono di averlo già trovato?
No, purtroppo e per fortuna. “Sulle Nuvole” è proprio una raccolta di tutti quei luoghi nei quali rifugiarsi quando non ci si sente compresi e quando il mondo sembra schiacciarci. I brani sono una via d’uscita momentanea, e la musica è la musica il mezzo per volare. Siamo sempre alla ricerca del nostro posto attraverso la musica ma come nella vita la strada la devi ritrovare ogni giorno, centimetro dopo centimetro, nota dopo nota.
L’album racchiude, sia nei suoni che nei testi, “sensazioni” diverse, spesso anche opposte: ci sono ballate romantiche, pezzi malinconici, ma anche brani ironici e spensierati. Quanto è stato difficile unire tutte queste atmosfere in un unico lavoro? In che modo mantenete questa compattezza dal vivo?
È stato molto semplice in realtà, cerchiamo di non limitare mai la nostra espressività a una precisa gamma di sensazioni. Ci piace pensare che gli ascoltatori possano trovare nei brani sempre la compagnia che cercano, in ogni loro stato d’animo. Anche dal vivo questa varietà di colori è accompagnata sempre dal pubblico, che ci segue e ha voglia di esprimere diverse emozioni. Il pubblico ci dà sempre grande compattezza ed un grande senso di unione.
Escludendo le vie di mezzo, secondo voi per scrivere, per fare musica, è più importante stare “Sulle nuvole” o rimanere con i piedi per terra?
Escludiamo le vie di mezzo. Per fare musica bisogna stare sulle nuvole o comunque in un luogo sicuro e, soprattutto, lontano. Lontano dalle bollette, dall’affitto da pagare, dalla macchina da aggiustare. Preoccupazioni e problemi vivono già dentro di noi e con loro tutte le emozioni che ci suscitano. Bisogna lasciare sulla terra tutto ciò che è materiale e portare con noi solo i nostri sentimenti.
Da dove nasce l’esigenza di inserire dei pezzi in versione acustica? Le vostre canzoni nascono in acustico?
Ci sono stati pezzi che sono nati da una chitarra acustica, sì, ma la necessità nasce da una voglia di lasciare spazio alla vena cantautorale. Con le versioni acustiche cerchiamo di aumentare l’intimità e la connessione con l’ascoltatore, lasciando che siano le parole dei testi ad arrivare con più semplicità, senza quel filtro che a volte danno suoni distorti o comunque molto potenti.
L’album spesso si concentra spesso su delle figure femminili? C’è un legame tra questa caratteristica e il vostro nome?
Sicuramente, ci rivolgiamo molto spesso alla nostra Martina. È un po’ la nostra personificazione del concetto di amore e di tutte le diverse, lunatiche e complesse sensazioni che ci dà.
Per salutarci giochiamo un po’ con il titolo del vostro singolo d’esordio: come band qual è la cosa che vi fa dire “Prima o poi”? Qual è il sogno nel cassetto su cui fantasticate maggiormente?
Risposta dalle nuvole: San Siro. Ma rimanendo coi piedi per terra, ci piacerebbe portare un po’ l’album in giro per l’Italia e arrivare con i live a diversi tipi di ascoltatori. Questo é sicuramente un desiderio di cui parliamo molto. Poi piccole soddisfazioni personali. Ci piacerebbe aprire artisti che per noi sono punti di riferimento e ci piacerebbe molto suonare su un palco in spiaggia, magari al tramonto, con uno spritzino sull’amplificatore e gli occhiali da sole.
a cura di
Lucia Tamburello