“Franco (se posso essere): l’intervista agli Autoradio in tutta franchezza
La sincerità nei confronti degli altri ma soprattutto di se stessi muove “Franco (se posso essere)”, il nuovo singolo degli Autoradio
“Franco (se posso essere)” è l’ultimo lavoro degli Autoradio, cinque musicisti e amici che dal 2021 ad oggi hanno pubblicato diversi singoli e un album, “Castadiva”. Il loro ultimo sforzo richiama la tipica cifra stilistica itpop della band con suoni morbidi e accessibili che strizzano l’occhio al cantautorato italiano. Anche in questo brano, ogni componente del gruppo partecipa con la propria voce all’esposizione di un testo amoroso, diretto e comprensibile come la melodia. Il videoclip, spontaneo e poco studiato, è stato girato a Genova con un’impronta volutamente amatoriale: le scene, che ritraggono immagini di vita reale, sono state riprese con i telefoni dagli Autoradio stessi.
Abbiamo scelto ‘Franco (se posso essere)’ perché la combinazione di musica e testo evoca emozioni, ricordi e fantasie. A volte capita di vivere queste cose nello stesso momento, altre volte no, l’importante è essere franchi.
Autoradio su “Franco (se posso essere)”
Ciao, benvenuti! In che modo il titolo “Franco (se posso essere)” si lega al tema amoroso centrale nel brano?
Il brano è un tentativo di affrontare con franchezza, nei confronti dell’altra persona ma soprattutto di se stessi, quei particolari momenti in cui una relazione o più in generale un ciclo stanno finendo. Sono momenti in cui molte emozioni, ricordi e sensazioni si mescolano: da un lato si ha una certa malinconia, dall’altro una rinnovata apertura verso il futuro, di cui tuttavia si può avere anche un po’ di timore…
Pensiamo che la franchezza sia una disposizione particolarmente adatta per attraversare queste situazioni nel migliore dei modi, e per imboccare la strada che intimamente sentiamo più adatta a noi. Insomma, nascondere ciò che si prova o si pensa, agli altri o a se stessi, può impedire di imprimere una direzione positivamente trasformativa alla vita, in un momento – la fine di un ciclo e quindi l’inizio di un altro – in cui invece la potenzialità è all’apice. La franchezza è un antidoto contro questo rischio.
Quanto è importante essere franchi in musica? Quanto è difficile esserlo?
Essere franchi in musica, come in ogni forma artistica, è di primaria importanza. Credo che la crescita artistica consista in buona sostanza nell’avvicinarsi sempre di più alla spontaneità e alla franchezza, spogliandosi di idee artificiose che in ultima analisi non ci appartengono. Le insidie in questo percorso sono molte: la sensazione di dover dimostrare di essere all’altezza può spingere ad atteggiamenti ostentatori, la voglia di emergere ad ogni costo può indurre a seguire più la moda che la propria indole, il bisogno di sentirsi parte di un movimento può appiattire le idee su quelle di altre persone o di altri gruppi… Ma in fin dei conti è chi supera queste insidie, chi è veramente franco, che è meritevole di credito.
Ciò ovviamente non esclude la possibilità della creazione di pura fantasia o del divertissement artistico: è più che altro questione di seguire i propri istinti e le proprie necessità creative. In fin dei conti lo stesso artista può avere un giorno la necessità di creare una struggente e profonda canzone esistenziale e il giorno dopo avere solo voglia di scrivere una leggera e infantile filastrocca in musica. Ed è giusto acconsentire a queste voglie: ciò che è sbagliato è esattamente il contrario, e cioè reprimerle in ragione della coerenza con l’’immagine artistica’ che bisogna dare, che finisce per trasformarsi in una trappola che soffoca la creatività. La franchezza è trasversale: non ha a che fare con generi o correnti specifiche. Semplicemente, c’è o non c’è.
La produzione dei vostri brani mi è apparsa un po’ retrò e vicina al cantautorato tradizionale italiano; è un effetto voluto?
Ancora una volta, torniamo al concetto di franchezza: le nostre canzoni sono ovviamente il risultato di una sintesi e di una rielaborazione di ciò che ci ha nutriti e formati culturalmente e artisticamente, ma tutto ciò sarebbe sterile se non ci fosse il costante tentativo di esprimere – va da sé, attraverso le forme a noi conosciute e congeniali – il nostro io più profondo. In fin dei conti è proprio quest’ultimo a rappresentare il vero elemento di originalità e novità in ogni artista.
Certo, nessuno nasce dal nulla, e sicuramente noi non facciamo eccezione: gli echi che si possono sentire nella nostra musica raccontano anch’essi una parte di noi e della nostra storia. Ma sicuramente non scriviamo con l’idea di “creare un effetto”, tantomeno un effetto di “già sentito”, quanto piuttosto con l’intenzione di avvicinarci il più possibile alla nostra essenza. Per questo non mi concentrerei tanto sugli elementi di continuità con questa o quella corrente, ma sugli elementi di originalità.
“È una canzone d’amore che gioca principalmente sull’universalità delle situazioni e la conseguente immedesimazione da parte dell’ascoltatore”; questa “generalizzazione” delle situazioni parte da tratti di vita personale o c’è qualcos’altro che ispira la vostra scrittura?
Questa canzone in particolare è scaturita da esperienze di vita vissuta e può esserne considerata una rielaborazione in musica. Per quanto riguarda la scrittura in generale, ogni canzone ha un po’ una storia a parte: alcune sono ispirate, come questa, dalla nostra vita, altre da storie che abbiamo visto, letto o sentito altre sono storie inventate di sana pianta. Del resto, quanto della nostra personalità deriva dalle esperienze vissute in prima persona, quanto dalle storie vissute e raccontateci da altri e quanto infine da storie che qualcuno si è inventato per potercele poi raccontare?
Il videoclip del brano di “Franco (se posso essere) ha un’impronta volutamente amatoriale; come mai?
Volevamo che questa spontaneità di cui abbiamo tanto parlato venisse fuori anche attraverso il video, per cui abbiamo veramente cercato la naturalezza più totale. Abbiamo approfittato dell’occasione per passare due giorni in compagnia di amici e amiche in una città che amiamo e a cui siamo legati, Genova; e proprio una delle nostre amiche, Cesca – grazie Cesca! -, si è prestata ad essere la protagonista del video, interpretando semplicemente se stessa. Poi, per essere franchi, si potrebbe semplicemente parlare del fatto che a volte bisogna fare di necessità virtù…
Avete dei live in programma?
Sì, abbiamo diversi live in programma per l’estate, per il momento soprattutto in zona Piemonte e Liguria, ma il nostro obiettivo è quello di poter portare presto le nostre canzoni in tutta Italia. Potete seguire i nostri profili social per essere sempre aggiornati sulle nostre date! Dal 22 maggio al 4 giugno abbiamo organizzato un piccolo tour per le strade di diverse città d’Italia. Suonare per strada è qualcosa che amiamo fare da diversi anni: permette di arrivare a tutti i tipi di persone, ma per farlo devi metterti allo stesso livello del pubblico. La gente non è lì apposta per sentirti, e di conseguenza si può avere un tipo di riscontro molto sincero da questo tipo di attività: è un banco di prova importante per la propria musica. Per di più, amiamo il lato ‘avventuriero’ del busking: la strada è una scuola artistica ma soprattutto di vita!
a cura di
Lucia Tamburello