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Intervista a iako sul suo singolo “proiettili”

Iako ci racconta la sua nuova uscita “Proiettili”: “un tentativo maldestro di lasciar andare un rapporto dannoso”.

Iako, nome d’arte di Jacopo Rossetto, è un cantautore veneziano classe ’95. Comincia a comporre la sua identità musicale soprattutto quando a diciannove anni si trasferisce a Londra. Qui assorbe le influenze artistiche derivanti dal clubbing londinese R&B e coglie tutto ciò che la capitale inglese ha da offrire. Ma dopo sei anni di sperimentazione in Inghilterra, iako torna in Italia per mettere alla prova il suo stile e implementare ancora di più la sua identità musicale.

Il risultato di questo processo si traduce in un progetto musicale completamente rinnovato nella forma e nei contenuti: un blend tra cantautorato d’autore ed elettronica di stampo inglese che dà vita ad una palette sonora onirica e introspettiva, supportata da testi che indagano temi personali ed intimi cari all’artista.
Il progetto ambisce alla multidisciplinarietà attraverso varie collaborazioni con performer di diverse discipline, tra cui danza e moda, con l’obiettivo di sviluppare una vetrina collettiva di creativi emergenti.

Nel 2022 tenta il cammino di X-Factor arrivando ai live nel roster di Rkomi. Sfortunatamente viene eliminato alla seconda puntata, ma ad ogni modo riesce a sfruttare al meglio la visibilità fornitagli dal talent per la sua carriera musicale. Il suo percorso lo porta a pubblicare diversi singoli nel 2022, come “Tsunami” e “q u a l c u n o”. L’anno seguente, fa uscire prima “Intelligenza artificiale” ed il 14 aprile “Proiettili”. Ora, senza ulteriori indugi entriamo nel vivo dell’intervista.

Ciao Iako, bentrovato! “Proiettili” è un brano intenso, molto personale. Come prima cosa ti chiedo qual è il motivo o l’esigenza che fa nascere un pezzo del genere?

Ciao, piacere! “Proiettili” è nata circa due anni fa, al mio rientro in Italia dopo sei anni a Londra. Non sono un gran comunicatore nella vita personale e in quel periodo in particolare ho fatto molta fatica ad abituarmi nuovamente al modo di stare insieme che abbiamo in Italia. “Proiettili” è nata da un sentimento di frustrazione, di incapacità di scelta. È un tentativo maldestro di prendere consapevolezza e lasciar andare un rapporto dannoso per entrambe le parti.

“Proiettili”, così come i singoli rilasciati in precedenza, “intelligenza artificiale” e “tsunami”, hanno la capacità di evocare un mood intimo e onirico. È questa la dimensione musicale di Iako? O pensi che in un futuro più o meno prossimo ti sentiremo in panni completamente diversi?

Quella intima e onirica è una delle dimensioni musicali che mi appartengono di più e che voglio esplorare a fondo. Allo stesso tempo però i pezzi che stanno uscendo ora hanno due o tre anni di vita, e nel frattempo ho iniziato ad approcciarmi alla musica in modo diverso. Negli anni passati l’ ho sempre vissuta come un’esplorazione molto solitaria, ma ultimamente ho iniziato a vivere la musica in maniera più collettiva e credo che questo approccio si sentirà già dalle prossime uscite. È una sensazione incredibile poter condividere la propria intimità musicale con altre persone, assimilando le varie esperienze di ognuno.

Il singolo parla di un rapporto interpersonale che, nonostante gli sforzi e le speranze, non funziona più. Secondo te come ci si dovrebbe comportare se ci si trova in una situazione del genere?

Non credo di essere la persona più adatta a dare consigli in questo campo, spesso mi trovo a portare avanti rapporti che non funzionano più da tempo, tentando di inventarmi delle motivazioni assurde per non arrendermi. Probabilmente avere un po’ meno filtri e ammettere la realtà dei fatti aiuterebbe, ma suona molto più facile di quello che è davvero.

Dal testo traspare una scrittura matura, che il più delle volte per fare un pezzo intimo, è indispensabile. C’è un momento in cui sai, o per lo meno credi, di aver acquisito consapevolezza e maturità tale da approcciarti alla musica così introspettivamente come fai tu?

Ti ringrazio. Non credo di essere particolarmente consapevole del processo, ma un momento importante in cui ho sentito la necessità urgente di scrivere è stato al termine del mio percorso a Londra, un po’ come se volessi tirare le somme di un determinato periodo. Riesco a scrivere meglio quando sono fisicamente rimosso da una situazione, e solitamente molto tempo dopo averla vissuta.

Al momento su cosa focalizzi di più le tue energie artistiche?

Sto lavorando al mio primo EP in italiano e sto preparando il set per i concerti. Non vedo l’ora di tornare a suonare dal vivo dopo questi mesi chiuso in studio! Ho anche in mente di aprire un podcast, ma è ancora troppo presto per parlarne seriamente.

Sappiamo che iako è un progetto che va oltre la musica, punta ad essere multidisciplinare, con collaborazioni che toccano anche il mondo della moda per esempio, o del ballo. Parlaci di questo ampio progetto.

La verità è che sogno di ballare ma sono pessimo! A parte gli scherzi, mi piace molto l’idea di poter dare spazio alle persone che stimo di più nelle altre discipline all’interno del mio progetto – la parte visiva legata alla mia musica mi affascina sempre di più, e poter imparare da mondi come quello della moda e della danza mi aiuta ad affrontare il lavoro da prospettive inaspettate.

a cura di
Matteo Cantergiani

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