C'è posta per...

C’è posta per… vol. 11

Tarararararara tun tun tun

Insomma ci abbiamo provato a replicare a parole l’inconfondibile “Love’s Theme” di Barry White, nonché la famosissima colonna sonora del programma che ha fatto della De Filippi l’eroina di tutti i sabato sera (passati a casa) della maggior parte degli italiani.

Noi di Postaindipendente non vogliamo avere la velleità di paragonarci al tv show dalla magica busta, eppure il nome della nostra rivista richiama l’idea di accogliere nella nostra (mail di) posta tutte le nuove proposte del mercato musicale emergente.

È stato impossibile così non dedicare, proprio ai protagonisti del nostro giornale, un format in cui, questa volta, a dover aprire la busta sono proprio gli artisti. Nasce dunque “C’è posta per…”: lo spazio in cui mensilmente accogliamo sui nostri divani virtuali le band o i singoli cantanti che hanno deciso di prendere in consegna una domanda dal pubblico.

La domanda del mese è: Quale canzone non tua avresti voluto scrivere e perché?

VIRGINIA

I will always return composta da Bryan Adams e Hans Zimmer: è un brano che riesce sempre a farmi commuovere indipendente dallo stato d’animo in cui mi trovo. Fa parte della colonna sonora realizzata per Spirit– Cavallo selvaggio, film di animazione del 2002 che ha sempre avuto un’importanza particolare nella mia vita, dall’infanzia fino ad oggi. Quel brano è un vero e proprio balsamo per l’anima, riesce a risvegliare tutti i miei sensi facendo sì che io mi ritrovi in un turbine di emozioni; la melodia di ogni singolo strumento, il significato del testo e la composizione del brano in sé mi ricordano che la musica è un capolavoro della natura che non necessita di spiegazioni, ma, al contrario, di un udito che si immerga e si perda in essa, di un cuore che ne venga travolto e di un’anima profonda che ne comprenda il significato anche in assenza delle parole. Questa canzone mi fa sentire libera, leggera ed orgogliosa di aver scelto la musica come compagna di avventure.

ERROR 404

Sicuramente Jesus of suburbia dei Green day.. è considerato un capolavoro da tutti e 5 e soprattutto perché ognuno di noi si sente il protagonista della storia ogni volta che la ascolta. Quella canzone è magia pura.

Limarra

“Canzone contro la Natura” degli Zen Circus.

Nella vita ho scelto di stare dalla parte degli Ultimi, dalla parte di chi, come la Natura, non riesce a ritrovare più sé stesso in questo pazzo mondo fatto di scelte assurde e soluzioni che creano soltanto divisioni.
“Canzone contro la Natura” è una brano che rappresenta tutto il mio impegno con l’Ambiente. Spesso anch’io ho immaginato (come ha fatto Appino) la Natura riorganizzarsi per riprendere i suoi spazi, ridare valore alle regole e ridefinire i ruoli. Il parallelismo che si crea tra Natura violentata e l’Uomo che prende scelte sbagliate è la chiave di lettura del brano che, in fin dei conti, si traduce in una mera denuncia contro tutte quelle pratiche messe in atto dall’uomo, conosciute meglio come “Greenwashing”.

“Con l’atto di civilità, l’atto di civiltà che è un atto di prepotenza umana sulla natura. È un atto contro natura”

HOFFMAN ORCHESTRA

La canzone non nostra che avremmo voluto scrivere è God Only Knows dei Beach Boys, per quello che riesce a trasmettere ancora adesso dopo quasi sessant’anni, per la capacità di suonare sempre diversa, sempre nuova ad ogni ascolto anche dopo mille ascolti, e per il senso di armonia e leggerezza pur parlando di insicurezze e incertezze, di maturità impellenti e di quelle sfumature emotive mistiche che riscopri solo quando sei disposto a percepirle, tanto spontanee quanto improvvise, un po’ come il diventare adulti. E un po’ come quello che cerchiamo di raccontare in Mi Chiedi Spesso: una vecchissima fotografia che ritrovi per caso un giorno in una scatola. Così come per caso, un pomeriggio di qualche anno fa, il nostro Giulio si è ritrovato ad ascoltare God Only Knows dopo un periodo in cui aveva smesso di suonare, e ha deciso di voler ricominciare a scrivere canzoni.

FRENÈSYA

“Lately” di Stevie Wonder, una ballad stupenda di un artista immenso che ci ha spaccato il cuore dal primo ascolto. Non sappiamo bene il perchè, ma la troviamo una canzone perfetta nella struttura ed estremamente emotiva. Costruita su una successione armonica e melodica che insieme all’intepretazione di Stevie Wonder ci tocca nelle corde dell’anima.

FERNANDHELL.

Questa, devo ammetterlo, é stata tosta: da gran divoratore di musica quale sono, mi é capitato spesso e volentieri pensare, addirittura esclamare “Questa avrei voluto scriverla io!!”.

Quindi la scelta non é stata semplice.. Metterei a pari merito tante, troppe canzoni, ma quella che secondo me merita il podio è “Save Your Generation” dei Jawbreaker; E’ un pezzo che ho sempre stimato moltissimo, tanto da intitolare una fanzine con quel nome in passato. E’ un grande messaggio di speranza, positività e propositività, oltre che un vero  inno punk rock.

Il testo ha un peso notevole, e  soprattutto in questo momento storico potrebbe dare  significato alla visione della vita di molti.

I DOLORI DEL GIOVANE WALTER

‘Poetica’ di Cesare Cremonini: ogni volta che l’ascolto o che la suono ho i brividi, mi emoziona tantissimo. Sogno di cantarla insieme a lui un giorno, forse sto chiedendo troppo?

ETTA

Devo ammettere che questa domanda non ha una vera e propria risposta. Ora la mia musica mi prende tanto ed è difficile che mi senta completa cantando o ascoltando la canzone di qualcun altro. Però, se proprio dovessi “rubare” una canzone, allora sceglierei “Creep” dei Radiohead, per pura invidia. “Creep” mi prende totalmente e profondamente, ma non so se riuscirei mai a farla mia, è così perfetta. Dolcezza e strazio si consumano insieme dando alla luce un senso di tristezza universale…Troppo per una come me che nelle canzoni fa prevalere rabbia e autoironia. Ma ogni tanto un pizzico di malessere e mal di vivere ci sta bene!

ZeBeat

Il pezzo che avrei voluto scrivere è “Homesick”, composta da uno dei miei artisti preferiti, Ichika Nito. È una traccia di chitarra che rispecchia perfettamente ciò che provo pensando alla mia vera casa: Taranto. La vita, infatti, mi ha costretto ad essere un po’ nomade, per questioni soprattutto lavorative, e questo mi ha fatto capire quanto amo la mia città, nonostante non mi abbia offerto le possibilità di cui avevo bisogno. “Homesick” mi avvolge totalmente: la melodia malinconica mi trasmette l’inquietudine e la sofferenza per la lontananza e mi porta alla mente i ricordi felici, le note più dolci mi danno la speranza del ritorno, i tratti nervosi, poi, mi riportano alla realtà e alla consapevolezza che sono destinato a vivere in un luogo che non sento fino in fondo casa mia. Sento una fortissima connessione con questo pezzo e francamente sono un po’ invidioso del talento di Ichika Nito, vorrei essere in grado di far parlare la musica come fa lui.

FIL RICCHIARDI

Un pezzo che avrei voluto scrivere è “Julia” di Jeremy Zucker, per il modo in cui descrive due scenari contrastanti, creando un’immagine incredibilmente vivida. Ascoltare la canzone a quel punto diventa come guardare un film. È un modo di scrivere che sarebbe bello approfondire anche in italiano, penso che possa diventare un aspetto molto interessante da esplorare, cercando di creare un’esperienza più che una canzone in sé.

VILLA

Una soltanto?! Ci sono molte canzoni che amo e che non mi stanco mai di ascoltare. E per alcune di queste provo un rispetto quasi reverenziale, tanto da desiderare di poter concepire qualcosa di così magicamente bello. Amo le canzoni e i cantautori diretti, che senza giri di parole riescono a rendere semplice un concetto o un pensiero attraverso l’utilizzo di poche parole d’impatto. E poi adoro la potenza espressiva di una melodia che si incastra perfettamente con le parole.
Quindi dico: “Ridere di te” (Vasco), “Che ti volevo dire” (Zurzi), “La mia vacanza” (Mano Manita).

a cura di
Redazione

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