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“Superluna”: il nuovo singolo dei Smitch in Blu Ray raccontato dalla band

Smitch in Blu Ray è molto più di una semplice band.

Un gruppo di amici che condividono la passione per la musica. Originari delle Marche, il loro stile unico combina diverse influenze musicali. In un’intervista esclusiva, abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Simone Smitch O’Meara, uno dei fondatori e cantante della band

Gli Smitch in Blu Ray sono un gruppo musicale che fonde Rap, Alt Rock e Psycho Funk in modo unico. Negli ultimi 5 anni, il gruppo ha rilasciato un EP di 6 tracce intitolato “Equatour” e una Live Session registrata al Naive Recording Studio. Hanno partecipato a diversi festival, tra cui il Memorabilia Festival, l‘Homeless Rock Fest e il No Pop Radio Talent, classificandosi al secondo posto in quest’ultimo nel 2021 e nel 2022. Nel 2022, il gruppo ha iniziato a collaborare con l’etichetta Nugo, facendo uscire il 15 Giugno un nuovo singolo intitolato “Io mi do fuoco”, registrato, mixato e masterizzato al SoundPuzzle Studio. Sebastiano Bravi ha diretto e ideato il video musicale del brano, pubblicato il 1° Luglio 2022.

Il singolo “Superluna” rappresenta per il gruppo un’esperienza musicale unica e particolare. Ogni membro del gruppo ha contribuito alla creazione del brano, offrendo la propria prospettiva personale sul significato e l’ispirazione dietro la canzone. Secondo gli Smitch in Blu Ray, il brano descrive un’esperienza di trasformazione e redenzione, che riflette la difficoltà di trovare la propria identità in un mondo in cui tutto sembra essere in discussione. La musica è una combinazione di generi, che trova la sua dimora prevalentemente nel rock, ma con un tocco personale che rende il pezzo originale. “Superluna” è un invito a cercare la propria verità interiore e a trovare la propria via di redenzione.

Posta Indipendente ha avuto il piacere di fare due chiecchiere con gli Smitch in Blu Ray, che ci hanno raccontato qualcosa del nuovo singolo.

Ciao Simone! È un piacere averti con noi in quest’intervista per parlare dei Smitch in Blu Ray!
“Superluna”, insieme al singolo precedente “Io mi do fuoco”, preannuncia il vostro prossimo album? Pensate che in qualche modo questi due brani possano rappresentare l’intero progetto? Come?

Il nuovo album nonostante abbia una coerenza tra i vari pezzi è da considerare come un cofanetto che unisce brani di differente consapevolezza. Abbiamo dovuto rimettere mano a varie canzoni create più di due anni fa’ per permettere un immagine che sia quanto meno fedele al momento presente. I due singoli usciti fanno parte di due sfere, la prima racchiude l’ inconsapevolezza ed il flow di una mente non turbata che via via si sveglia e scava nel profondo sfociando nella seconda sfera.

I due singoli fanno parte dei momenti di passaggio, nonostante siano quasi gli ultimi ad essere stati composti e credo rappresentino abbastanza bene quello che poi sarà espresso nel disco, o almeno danno un preavviso. Si passa dalla spensieratezza alla rabbia passando per l’ironia ed infine si arriva in una valle dove lo sguardo perfora la nebbia e si riesce finalmente ad esprimere con chiarezza quello che è stato tenuto celato fino a quel momento.

“Superluna” è un brano che parla di smarrimento e di confusione, che cerca disperatamente di chiedere aiuto. Di chi e a chi parlate con “Superluna”?

Risponderò partendo da fatti realmente accaduti e mettendoli in parallelo con altre situazioni che abbiamo vissuto. In un momento dove non avevo più nulla da scrivere, dato un lungo periodo di depressione compressa senza rilascio, è nato il giro di chitarra con a seguito tutto il movimento musicale. Io (Smitch) mi sentivo incapace di essere ispirato e non riuscivo a scrivere nulla, ma il mondo continuava a girare, le cose accadevano, quindi ho semplicemente reso omaggio a quello che accadeva.

Dopo la rottura con la mia ex avevo smesso di guardare la luna, cosa che ho ricominciato a fare dopo essermi reso conto che ogni volta che la luna piena si manifestava succedevano della piccole catastrofi intorno a me, come se la necessità di esprimersi si accumulasse e traboccasse dal vaso esattamente sotto la luna piena, e non solo per me. Superluna parla del mito egizio nel quale si pesa la piuma e la si confronta con il peso del cuore, se sei stato puro in vita non verrai divorato.

Ho voluto paragonare questo momento con il concetto di trasformazione in lupo mannaro, in questo caso Anubi, giudice nel mito egizio. Superluna è una preghiera per qualcosa che so già accadrà, io stesso sarò giudice e carnefice nel momento in cui mi esprimerò con tutta la mia potenza, è un momento inarrestabile, e l’unica cosa che possiamo fare è sperare di essere capaci di bloccare la trasformazione ed essere coscienti quando ciò avviene. Omaggiamo così le sventure che ci sono capitate, momenti molto pesanti che necessitavano di un inno.

Avete detto che la scrittura del brano non è stata immediata e che è stato un percorso lungo. Quando componete un pezzo, in che modo lavorate insieme e collaborate? Vi date dei “ruoli” o seguite il flusso del processo creativo in modo più spontaneo?

Le modalità di creazione durante il percorso dell’album sono maturate molto, per questo prima scrivevo che abbiamo dovuto rimettere mano a brani di due anni fa per renderli coesi con il resto dei pezzi. Inizialmente si trattava di creare la “colonna sonora” per la storia che era stata scritta, quindi nasceva prima il testo, poi la musica. Talvolta musica e testo son nati insieme, e ciò solitamente semplifica di molto il lavoro.

Stiamo spingendo verso il lasciarsi ispirare da qualsiasi fonte nasca prima, se le parole nascono prima dobbiamo partire da quelle, se la musica nasce prima si indaga sulle emozioni che hanno susciatato quelle note e se ne fa una canzone. Purtroppo o per fortuna si parte sempre da una situazione di limite, dove il processo creativo è vincolato dalla prima idea, la nostra maturazione ci ha portato a rivedere questo limite di modo da togliere barriere di insicurezza e confort, lasciando fluire in maniera spontanea l’ atto creativo.

Solitamente io (Smitch) mi occupo di trovare la storia e le modalità di espressione, il resto dei componenti cercano di creare il mondo, l’ environment. Questo Processo non è forzatamente settoriale, di fatti le storie possono provenire da tutti noi, stessa cosa vale per la musica, sono spunti che andranno ampliati a seconda della necessità. Tengo molto alla limpidezza di questi momenti, e spingo per la ricerca del messaggio proveniente dal diretto interessato.

Avete detto di aver scritto il pezzo in un momento di difficoltà per la band, in cui stavate cercando di prendere in mano il gruppo. Simone ha usato queste parole “Questo pezzo segna per noi anche l’aver varcato una soglia, l’essere arrivati a comporre in maniera diversa e ognuno di noi superando alcuni dei limiti che si è imposto.” Siete una band giovane. Come avete vissuto e affrontato quel periodo?

Quel periodo è stato molto intenso. Consideriamo che dopo essere stati insieme 2 anni ci siamo lasciati a causa di litigi potenti e pieni di ego, necessità economiche e tempistiche. Quando Luca, il batterista, ha voluto riunirci dopo 2 anni di silenzio stampa fra di noi è stato un ” vabè dai riproviamoci “, dopo pochi mesi abbiamo perso sia il bassista che seconda voce/synth a causa di lontananza e necessità lavorative ma  abbiamo continuato in questo inverno a vederci, stare insieme e lavorare sui brani, anche se senza delle colonne portanti.

In quel periodo di incertezza, necessità di almeno un bassista ed un sogno da realizzare ci siamo confrontati con i nostri limiti, per esempio io ho dovuto abbattere i miei vecchi schemi di scrittura e iniziare a prendere il canto più seriamente, gli altri membri hanno dovuto chiarire vari battibecchi e visioni di pensiero differenti sul futuro della band ed il suo modus operandi, anche il modo in cui bisogna interagire fra di noi per favorie una comunicazione più efficace, rotture di schemi di pensiero e fascini che ci portavano verso di noi e non ci lanciavano fuori, verso il pubblico. Superluna è il primo brano che segna la riconciliazione, un idea unita, un ascolto collettivo un vettore senza interferenze. Originalmente non doveva essere un singolo, tuttavia a causa degli eventi accaduti, dalle sventure alla finalissima di Sanremo Rock, abbiamo dovuto rendergli omaggio, ed eccoci qua.

Con “Superluna” siete arrivati in finalissima a Sanremo Rock, qual è ora il prossimo step? 

L’ esperienza del Sanremo Rock è stata surreale, eravamo abbastanza fiduciosi di passare le prime selezioni regionali ma non eravamo ancora pronti all’Ariston. Quando abbiamo capito che dovevamo andare seriamente a Sanremo eravamo super gasati. Il nostro obiettivo era quello di arrivare in finalissima, non di vincere, infatti proprio così è andata e non potrei essere più felice di ciò.

Dopo la finalissima alcuni membri erano un po’ delusi e siamo andati al pub degli artisti dove tutti gli altri artisti in gara ci hanno intonato superluna a caso per la strada, e credo che non si possa chiedere di meglio in una situazione del genere. Ci siamo subito confrontati con l’etichetta sul produrre il brano il prima possibile e, anche se ci abbiamo messo un po’, finalmente è uscito. Ora stiamo lavorando sull’album che racchiuderà i brani composti in questa nuova fase e alcuni dei vecchi brani mai pubblicati, rivisitati e resi a livello degli altri.

Il percorso che vogliamo intraprendere da questo momento in poi è quello di suonare il più possibile, partecipare a festival e contest in giro per l’Italia; far sentire la nostra musica a più persone possibili e ottenere informazioni, opinioni e consigli che ci possano permettere di maturare ancora di più. Siamo felici di fare uno step alla volta senza la necessaria ansia di correre in vetta, la maturazione è un processo lungo, quando saremo pronti le porte si apriranno e si passerà allo step successivo e noi, abbiamo intenzione di aprirle tutte queste porte, senza inganni, senza scassinarle né sfondarle.

a cura di
Elena D’Ercole

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