C'è posta per...

C’è posta per…vol. 9

Tarararararara tun tun tun

Insomma ci abbiamo provato a replicare a parole l’inconfondibile “Love’s Theme” di Barry White, nonché la famosissima colonna sonora del programma che ha fatto della De Filippi l’eroina di tutti i sabato sera (passati a casa) della maggior parte degli italiani.

Noi di Postaindipendente non vogliamo avere la velleità di paragonarci al tv show dalla magica busta, eppure il nome della nostra rivista richiama l’idea di accogliere nella nostra (mail di) posta tutte le nuove proposte del mercato musicale emergente.

È stato impossibile così non dedicare, proprio ai protagonisti del nostro giornale, un format in cui, questa volta, a dover aprire la busta sono proprio gli artisti. Nasce dunque “C’è posta per…”: lo spazio in cui mensilmente accogliamo sui nostri divani virtuali le band o i singoli cantanti che hanno deciso di prendere in consegna una domanda dal pubblico.

La domanda del mese è: “Credi che l’italia offra le giuste opportunità agli artisti emergenti??”

BONNY JACK

Ciao è una domanda difficile! Penso che ci siano diverse facce della medaglia. C’è un’Italia mainstream che è concentrata su una piccolissima parte del panorama musicale ignorando tutto il resto delle produzioni, spesso davvero valide. C’è l’Italia ufficiale, quella delle istituzioni che potrebbe sicuramente fare di più per tutelare gli addetti ai lavori del settore e incentivare le persone ad intraprendere questa carriera. C’è  poi un’Italia più underground in cui si muovono mondi interessanti e complessi, fatti di musicisti, appassionati, collezionisti e questo è molto stimolante! Quindi in conclusione direi che dipende da che tipo di musica si fa e da che tipo di mondo si frequenta… Le opportunità ci sono, ma non è sempre facile trovarle.

LEYLA EL ABIRI
Da dopo la pandemia la musica ha subito un duro colpo sotto ogni aspetto e sicuramente le opportunità per gli artisti emergenti (già poche per diverse ragioni) sono state un po’ trascurate. Se oggi sono “giuste” o meno non lo so, ogni percorso è diverso e personale, quello che posso dire con certezza è che in genere questo è un mondo che non ti regala niente, bisogna studiare, lavorare e godersi ogni piccolo traguardo raggiunto.

MARTE
Vorrei poter dire di sì, ma la realtà è un’ altra. Ci sono poche occasioni e contesti ma tantissimi artisti e progetti musicali, quindi, il risultato è quello di una dura lotta per accaparrarsi un piccolo spazio per esprimersi.
Bisogna cercare di trascorrere molto tempo sul proprio progetto e portarlo ad una forma che ci convinca e ci piaccia prima di cominciare a sgomitare per ottenere un posticino per farsi vedere ed ascoltare. Le occasioni sono poche e dovremmo sfruttarle al meglio nella versione migliore di noi stessi.
La fretta di uscire, fare più cose possibili, ormai non va più di pari passo con le possibilità che si hanno.

ANNA E L’APPARTAMENTO

Non so…Sinceramente penso che ci sia un “problema” di saturazione delle proposte e una conseguente implosione di sistema. Rispetto al passato ci sono più possibilità per tutti di farsi strada ma poi, quando si parla di spazi e scene, si finisce comunque in un imbuto che si stringe. Temo che la questione riguardi il mercato discografico in generale, non credo che quella dell’Italia sia una situazione a sé rispetto ad altri contesti geografici (ovviamente per parlare seriamente bisognerebbe ragionare con dati alla mano, facendo un’analisi comparativa). Se invece la domanda fosse volta solo al femminile mi sentirei di affermare senza problemi che l’Italia ha un grosso problema di gender gap per le artiste emergenti e che in questo caso di specie: “no, l’Italia non offre giuste opportunità”. 

a cura di
Redazione

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