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“Essere amati”, il nuovo singolo della cantautrice Francesca Sandroni raccontato dall’artista

Il nuovo singolo di Francesca Sandroni “Essere amati” è disponibile su tutte le piattaforme dal 9 dicembre 2022. Il singolo riporta alla luce la parte più cantautorale synth-pop dell’artista anche designer. Ecco le sue parole in quest’intervista

Si intitola “Essere amati” il nuovo singolo della cantautrice toscana Francesca Sandroni. Il brano nasce dalla melodia di un riff di chitarra e da un synth, il tutto amalgamato dal cantato deciso della musicista/designer. La necessità di lasciarsi traghettare dall’irrazionale, di buttarsi verso l’ignoto senza porre resistenza è ciò che il singolo racconta. Per Francesca, la manipolazione del suono è il suo cavallo di battaglia, così come sperimentare nuove istallazioni sonore. Tuttavia, per comprendere al meglio come riesce ad unire così perfettamente melodie in stile anni Ottanta con il New Wave, l’abbiamo chiesto direttamente a lei

Ciao Francesca, benvenuta su Posta Indipendente! Innanzitutto, parliamo del tuo singolo ‘Essere Amati’. In cosa si differenzia questo tuo nuovo progetto rispetto al precedente album ‘Intimo Urbano’?

Salve posta Indipendente, “Essere Amati” nasce da un’urgenza cantautorale e come progetto di congiunzione tra il pop e l’elettronica del mio precedente album, “Intimo Urbano”, una raccolta concept di brani musicali volontariamente “non finiti”, con atmosfere sospese, downtempo. “Essere Amati” è il prolungamento sanguigno e vocale dei miei synth.     

Da cosa nasce l’idea del tuo nuovo singolo? È frutto di un’esperienza personale? 

Come dire di no. Ho riscritto il pezzo più volte in modo che fosse aderente al mio vissuto. O forse dovrei dire che si è scritto da solo a fine catartico. Le parole si rincorrono e giocano a collegarsi a catena costruendo il loro senso. Sono scene con inquadrature e tagli fotografici di cui ho fatto parte. Amo le relazioni interpersonali, non posso farne a meno, sono una nostalgica 😉

Passiamo a una domanda personale, cosa significa per te essere amati?

La risposta è per me irrisolta, sospetto però di cercarla nel senso assoluto del desiderio di esistere, trascendendo cosi la morte. Essere amati è un’esigenza egocentrica primordiale.

Non ti occupi solo di musica, infatti sei anche una designer diplomata all’Accademia di Belle Arti. Come ha influenzato il tuo percorso musicale? 

Si io infatti mi ritengo una musicista/ designer, l’aspetto multimediale della comunicazione è per me indispensabile. Non posso pensare alla musica senza realizzarne un eventuale video animato che mi spalleggia nei live. “Intimo Urbano “ ad esempio nasce proprio come il riassunto delle esperienze da sound designer realizzate per performance e progetti inseriti in contesti artistici come gallerie e festival. Sono una cinefila appassionata di arte contemporanea e come ti dicevo prima, scrivo con una prospettiva visiva filmica, cercando inquadrature e tagli cinematografici. Trovare lo spazio tra le forme è per me lo stesso che trovarlo tra le parole ed i suoni. La dinamica tra il concreto e l’astratto, tra la pausa e il colpo nello stomaco è ciò che mi affascina.

Nel brano introduci il concetto di ‘infinito passivo’ e il titolo del brano stesso è costituito da una forma passiva del verbo amare. Puoi spiegarci che senso ha questa espressione per te? 

Non dimenticare e non essere dimenticati, nonostante questo accadrà inevitabilmente. Spesso ci si concede a molte relazioni proprio per la struggente necessità di sopravvivere, per esistere nel presente e nel futuro, o forse, semplicemente per restare vivi ed “ Essere infinito”.

Nel brano compare a più riprese il verbo ‘perdersi’. Amarsi significa anche perdersi secondo te? 

Tutto quello che non si ha, talvolta, per una strana perversione illogica diventa essenziale. Non voglio sfatare questo mito :).

a cura di
Elisa D’Aprile

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