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“NO Genre”, il nuovo album di Walter di Bello spazia tra i generi musicali

Tra sonorità variegate, chitarre acustiche e contaminazioni disparate, Walter Di Bello ci racconta la sua idea di musica e libertà nel nuovo album “No Genre”.

A volte due semplici parole bastano per riassumere un concept. 

Walter Di Bello, compositore italo-inglese radicato nel sud Italia del Cilento, è riuscito a racchiudere la sua visione musicale nel nuovo album “NO Genre”, uscito per La Rue Music Records.

Già dal titolo e dalla copertina, semplice e spoglia, si percepisce l’intento comunicativo del compositore, quello di trasmettere la voglia di non rinchiudersi in classificazioni specifiche e continuare a spaziare liberamente.

La cover dell’album

Un disco “senza genere” appunto, le cui radici affondano in modo evidente nell’indie folk statunitense e nel brit pop, ma in cui non mancano le contaminazioni di elettronica o di sonorità più dure tipiche del rock.

Il tutto legato insieme dall’identità personale di Walter, dal songwriting e dal suo riconoscibile timbro vocale, caldo e avvolgente.

«Mi sento molto ispirato da artisti come Ben Harper, artisti dalle sonorità variegate ma con una coerenza di stile. Così come il mio primo album, “The right thing to do”, anche questo mio nuovo lavoro vuole mettere in risalto il fatto di non sentirmi vincolato ad un genere specifico. Proprio da questo prende il nome “NO genre”, titolo che tende a risaltare, anche a livello idealistico, il bisogno di libertà artistica e della necessità di espressione non vincolata da “standard” musicali e da necessità di mercato».

Tra natura ed emozioni

L’album si apre con il primo singolo estratto per annunciare l’album, “Fantasy”, un brano allegro e spensierato dal sound folk che riporta alla memoria ricordi d’infanzia, di storie e giochi inventati attraverso la fantasia, forza motrice della creatività. Come dice Walter: “Fantasy is all I need – I don’t want to waste my time”, non perdiamo tempo e godiamoci ogni attimo.

“A Mistery”, un brano coinvolgente dal sound folk che invita a vivere i momenti della vita come piccoli miracoli, segue un momento più intimo con “Grey Heart”. La sua forza sta nella semplicità di chitarra e voce, che tocca note più basse risultando ancora più calda, in contrasto con la fredda immagine del colore grigio.

Registrata in una “one take live session” in studio, la canzone è un viaggio alla ricerca dell’equilibrio, dove il tempo risulta antagonista della stabilità.

Il quarto pezzo “Love” mette da parte la chitarra acustica e lascia spazio al lato meno morbido dell’artista, che riflette sull’amore da un punto di vista differente, lontano dai luoghi comuni, chiudendo con un breve assolo spigoloso e d’impatto.

“We all have the same stupid dream, to be someone or something, to be just happy”. A “Has it has to be”, forse il pezzo più pop dell’album che tratta del sentirsi realizzati e di accettazione, segue “Aaran”, brano nato durante un viaggio in Irlanda che lascia spazio all’immaginazione di natura pura e incontaminata, libertà e spiritualità.

Sempre parlando d’amore e di tempo, ma da un’altra prospettiva ancora, quella fisica e passionale, il brano “Your rays” è uno dei singoli di punta dell’album. L’arrangiamento delicato accompagna l’ascoltatore alla scoperta della relazione tra gli amanti, ma anche tra uomo e natura, tema che ricorre spesso nei brani di Walter. L’associazione tra natura ed emozioni è infatti anche condizionata dal luogo di nascita dei brani, il Cilento, terra ferma nel tempo in cui l’industrializzazione non ha ancora avuto la meglio sul paesaggio.

Il videoclip di “Your rays”

Chiude l’album la folk ballad “My Age”, nata in collaborazione con l’artista napoletano A Smile from Godzilla, che chiude perfettamente il cerchio così come era stato aperto: nonostante il tempo che passa, il nostro lato bambino resta sempre dentro di noi, per permetterci di ricordare con un sorriso nostalgico i tempi che furono e volare con la fantasia.

Coerenza di stile

A un primo ascolto, la ricerca di diverse contaminazioni nei brani potrebbe far percepire l’album come sconnesso, quasi come un esercizio di stile.

Ma già solo da un secondo ascolto risulta più evidente come le radici folk e l’identità vocale di Walter Di Bello riescano a far funzionare l’insieme. Sono presenti elementi interessanti e differenti in ogni brano, con musica ben realizzata e una forte componente personale, autentica.

“NO Genre” è un album da assaporare un pezzo alla volta, prendendosi il tempo necessario per apprezzarlo. Come recita in uno dei suoi brani, “This time is insane”: in un mondo che corre veloce e con ritmi innaturali è importante godersi gli attimi, e in questo caso lasciarsi trasportare dalla musica.

a cura di
Chiara Serri

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