“Fantasmi di carta” è il nuovo disco di Giuseppe D’Alonzo
“Fantasmi di carta” è l’ultima fatica del cantautore Giuseppe D’Alonzo. Un disco di sedici pezzi cantautorali con un retrogusto malinconico. Ogni brano trae ispirazione anche da generi differenti. Si spazia dal jazz all’elettronica riuscendo a conquistare ascoltatori differenti tra loro.
Giuseppe D’Alonzo – Fantasmi di Carta
Il disco di Giuseppe D’Alonzo è un grande classico, un ritorno al passato senza perdere freschezza. Ormai i dischi da sedici canzoni sono una vera rarità soprattutto se non sono anticipati da una serie infinita di singoli. Pubblicando un disco intero ci fa subito capire che il cantautore ha solo un’interesse: la sua musica. Le regole del mercato sono un optional. La passione per la musica si percepisce in ogni singola nota ed è quello che più si apprezza.
Non sono un patito del genere cantautorale, quindi un disco di sedici pezzi su questa scia non lo digerisco facilmente. Nell’insieme non è male, solo che alcuni brani tendono ad essere ridondanti e un po’ troppo simili. Il brano che più si distingue è “Fantasmi di carta” per la sua verve elettronica. Si allontana molto dagli altri che risultano più ballad classiche.
“Voltarsi mai” e “Gravità” anche se mantengono lo stile ballad, mi conquistano per la loro frizzantezza. “Marta’s vineyard” è completamente strumentale, ma rimane molto piacevole. Invece “La crudeltà” non mi colpisce in modo particolare, stessa cosa “Cenere” che a mio parere rimane troppo cupa.
Nell’insieme Giuseppe D’Alonzo è un ottimo musicista, ma la maggior parte dei brani è ripetitiva il che rende poco apprezzabile anche il resto. Nonostante le influenze di genere di diverso direi che alcune sono troppo monotone per tenere su l’attenzione dell’ascoltatore.
a cura di
Redazione
