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“Tremo”, il nuovo singolo di Sonogugliemo

Pubblicato lo scorso 2 dicembre “Tremo”, il nuovo singolo di Sonogugliemo in collaborazione con Xdiemondx

Sonogugliemo, nome d’arte di Guglielmo Fineschi, è un cantautore senese classe 1996. Prende ispirazione dalle sonorità punk-rock e dal cantautorato italiano. “Tremo”, il suo ultimo singolo, è una canzone autobiografica con cui ha voluto esprimere, con un mood energico e ricco di espressività, la sensazione di disagio di chi si sente perso e fuori posto.

Overthinking, frustrazione e totale smarrimento per la perdita di punti di riferimento sono tematiche ricorrenti per Sonoguglielmo. Di questo e altro ancora ne abbiamo parlato direttamente con l’autore.

Ecco la nostra intervista!

Ciao Guglielmo, è un piacere averti qui su Posta Indipendente. “Tremo”, il tuo ultimo singolo, racconta un disagio esistenziale. Puoi raccontarci com’è avvenuta la scrittura del brano?

Nasce da quell’esplosione di emozioni nel petto, che raggiungi quando ti rendi conto che nonostante tu dia tutto te stesso questo non basta.

Ricorderemo questi ultimi anni come un periodo di forte smarrimento. Cos’è che ti disorienta maggiormente e, oltre alla musica, qual è il tuo rimedio personale?

Gli eventi che piovono addosso come asteroidi. L’appoggio delle persone che mi vogliono bene.

Mi ha colpito la tua cover de “La canzone nostra” (Blanco, DJ Mace e Salmo), pubblicata su YouTube nel novembre 2021. A distanza di un anno, ti senti lontano dalle vecchie produzioni come “Mi sono rotto il caos” e “A piedi scalzi”?

Sono parte di me e del mio progetto, sono tutte unite da un filo conduttore. Ho tante influenze e di conseguenza ogni brano ha caratteristiche spesso diverse dagli altri.

Esiste ancora una scena punk in Italia?

C’è ed è composta da numerosissimi artisti e band: ora sta tornando fuori probabilmente anche grazie al forte exploit che il genere sta risuscitando negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

È in lavorazione “Leggero”, il tuo primo album di inediti. Puoi darci qualche anticipazione?

Ho collaborato con tanti bravissimi musicisti per realizzarlo e ognuno ha messo un po’ di sé all’interno, quindi risulta molto vario. Quasi tutti i brani hanno come scheletro chitarre, basso e batteria, ma affiancati da suoni moderni e hanno un peso importantissimo i testi che sono intrecciati tra di loro.

Per concludere, consiglia ai nostri lettori tre dischi che ti hanno particolarmente influenzato.

Appetite for Destruction dei Guns N’ Roses è il disco più importante per me, perché mi ha introdotto al genere che amo di più. Nevermind dei Nirvana, perché mi ha influenzato tantissimo, soprattutto per la grinta. Tickets to My Downfall di Machine Gun Kelly perché ha riportato il grande pubblico ad ascoltare chitarre distorte e batteria sparata a mille.

A cura di
Edoardo Siliquini

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