interviste musicaNEWS

“Oltre”: l’esordio fulminante della band Abissi.

È uscito “Oltre” l’esordio degli Abissi. Si tratta di una band formatasi nel 2018 con tre componenti di spicco dell’underground milanese. Si tratta di Francesco Menghi (voce e chitarra dei Veracrasch), Luca Ibba (batterista di OdE) e Agostino Marino (Voce e chitarra nei Little Pig). Un sound diretto, ambizioso e primitivo, sonorità che attingono dallo stoner, in primis, ma sfociano nella psichedelia e nel noise non rinunciando alla forma canzone.

Rispetto alle esperienze precedenti dei singoli componenti (come i Veracrash) la novità di Abissi sono i testi in italiano. “Oltre” vede così sette canzoni dai toni scuri che delineano le immagini alienanti di una città come Milano. Ma quella che sembra una visione senza speranza, in realtà, secondo le finalità della band, vuole essere quella di scuotere le menti, di suscitare reazioni. Con l’intervista abbiamo voluto che loro stessi ci presentassero questa nuova avventura.

Ciao ragazzi e complimenti per il vostro nuovo disco “Oltre”. Nuova formazione e nuova avventura. Ci raccontate come è nato il progetto e il background dei musicisti coinvolti?

Il progetto Abissi nasce sul finire del 2018, per volontà mia e di Luca, il batterista. Entrambi avevamo urgenza di fare musica dopo un periodo di inattività piuttosto lungo. Io dopo lo scioglimento dei Veracrash ero alla ricerca di qualcosa di nuovo e Luca era in pausa con la sua band, gli ODE. Io e Luca suonavamo insieme fin da quando avevamo sedici anni, quindi ritrovarsi non è stato difficile. Abbiamo subito iniziato a provare con le idee abbastanza chiare sul suono che volevamo e dopo poco abbiamo chiamato Agostino che ha subito aderito al progetto. Tutti e tre ci conosciamo fin da ragazzini e questo ha facilitato le cose.

Malgrado l’influenza sia stoner l’attitudine punk sembra dettata dalla durata dei brani. Non solo, anche lo stile sembra diretto.

Sì, i pezzi sono abbastanza diretti. Non ci piace divagare più del necessario, anche se poi comunque abbiamo anche canzoni che sfiorano i cinque minuti. Io penso che dipenda dal fatto che viviamo a Milano. Qui è tutto sincopato e veloce e inevitabilmente questo si riflette sulla musica, ne sono convinto 

 Cosa vi ha spinto a scegliere l’italiano nei testi?

Questo è il mio primo disco in lingua italiana, per me è stata un po’ una sfida. Luca e Agostino invece avevano già inciso dischi in italiano. Abbiamo optato per questa scelta perché volevamo farci capire dal pubblico del nostro Paese.

 Che mi dite della scena stoner in Italia. C’è un seguito o una scena underground?

La scena stoner italiana è sempre stata molto viva, fin dalla fine degli anni ’90. Il problema non è mai stata la mancanza di band in Italia, e parlo più o meno per tutti i generi.

Sempre a proposito di testi trasmettono la sensazione di apocalisse e di forze oscure che non lasciano speranza. Mi ricordano le atmosfere tanto care a Stephen King.

Ai testi di solito lavoro poco prima di entrare in studio. Possono sembrare scuri e senza speranza, ma in realtà sono aperti a interpretazioni diverse, e io non li vedo così scuri. Parlano per immagini e vogliono intrattenere, prima di tutto. L’importante per me è che l’esperienza dell’ascolto sia “forte”, che provochi una qualche reazione, anche negativa

Potete già anticiparci qualche data del vostro prossimo tour?

Per le date stiamo decidendo il da farsi, sicuramente suoneremo dal vivo in primavera.

a cura di
Beppe Ardito

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE-Atto Seguente ci racconta le sue Following Figures
LEGGI ANCHE-“Sola” è il nuovo singolo di Saimon Fedeli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *