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“Corny”, l’intervista sul presente dei Grigio Scarlatto

La band dal nome dalle tinte cupe, abbandona il proprio grigiore con “Corny”, il singolo che anticipa l’uscita del loro terzo EP.

Corny” è l’invito sincero e schietto dei Grigio Scarlatto ad abbandonare il passato e a non programmare ossessivamente il futuro. È un brano che racconta tutta la sicurezza del rifugio del presente, mentre tutti gli altri tempi e le rispettive condizioni sono imprevedibili e in continua trasformazione. La band figlia della pandemia racconta quanto la musica li abbia aiutati a mantenersi ancorati alla realtà per quanto inedita e surreale. Dopo “Antiuomo” e “T9” , i Grigio Scarlatto, ci mostrano un ulteriore passo avanti del loro percorso artistico sempre in evoluzione e alla ricerca di suoni nuovi.

Ciao ragazzi, benvenuti su Posta Indipendente! A livello sonoro “Corny”, rispetto ai brani del vostro precedente EP “T9”, appare più frenetico ed orientato ancor di più verso il punk. Avete adeguato la musica al testo o è stato un cambiamento involontario in linea con la spontaneità che caratterizza la vostra band?

Ciao e grazie! Probabilmente “Corny” è il pezzo più spontaneo dell’EP, quello per il quale abbiamo impiegato meno tempo. Avevamo sicuramente bisogno di sfogarci e cominciare ad “arrabbiarci”, per lasciarci alle spalle tante cose, un po’ come dice il testo stesso, e sin da quando l’abbiamo suonato in saletta la prima volta abbiamo capito che sarebbe stato il nostro prossimo singolo. Il pezzo è nato dagli accordi del ritornello, sopra i quali abbiamo subito “incastrato” le parole. Quindi sostanzialmente per noi funzionava già da subito.

Se il tema principale del vostro primo lavoro “Antiuomo” era il sonno, possiamo dire che il tema principale del vostro nuovo singolo sia la veglia, la vita?

Sì, è una bella interpretazione! “Antiuomo” è il frutto di un momento claustrofobico e limitante, mentre “T9” ed il prossimo EP nascono da una grande voglia di ripresa e di risveglio. Diciamo che per noi era sicuramente arrivato il momento di svegliarsi, in tutti i sensi.

 «I giorni che ci siamo lasciati alle spalle raccontano storie che non ci appartengono più. È difficile ammetterlo, è difficile fare finta, ma la nostra vita è cambiata. Meglio così, forse.» Il vostro rapporto con il passato non sembra dei migliori, è così?

Sì, è proprio così. Suonando e componendo poi vengono a galla storie e sensazioni che avevamo lasciato da parte. Stiamo capendo che uno dei modi migliori per far fronte a questa cosa è scrivere, dare nuova vita a questi ricordi affrontandoli direttamente, mettendoli nero su bianco.

Parlateci un po’ della copertina del singolo…Vuole evidenziare in qualche modo il legame tra l’imprevedibilità del futuro, centrale nel vostro pezzo, e l’uso/abuso di farmaci?

In realtà l’idea della copertina è nata dopo che abbiamo notato l’uomo stilizzato che getta i rifiuti. L’analogia per noi è semplice: sbarazziamoci del nostro passato e andiamo avanti. Quindi idealmente dentro quella boccetta c’è un pezzo della nostra storia personale che, come suggerisce la data di scadenza (13/09), è ora di lasciarsi alle spalle.

I Grigio Scarlatto sono nati durante la pandemia, avete dovuto riadattare il vostro processo creativo dopo il lockdown?

Fortunatamente non troppo. Abbiamo vissuto la ripresa come un grande upgrade. Il potersi vedere e il chiudersi in saletta tutti assieme sono stati un toccasana dopo il periodo passato a scambiarci audio su Whatsapp cercando di dare vita a qualcosa di concreto. Sostanzialmente il processo creativo è rimasto invariato, ma il fatto che abbiamo potuto vederci senza limitazioni ha accelerato il tutto.

Avete dei live in programma?

Sì! Abbiamo un paio di date prima dell’EP, poi il resto è tutto da scoprire 🙂

Per salutarci vi faccio una domanda quasi obbligatoria: cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo EP in uscita a novembre?

Il nuovo EP sarà la chiusura di un cerchio. Assieme a “T9”, sarà la testimonianza del nostro 2022, la conclusione di un percorso (o, come diciamo noi, un’altra tappa della nostra maratona). Aspettatevi dei bei ritornelloni e tanti ricordi!

a cura di
Lucia Tamburello

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