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Aspettando Oltre Festival, intervista a Mavie

Mavie, nome d’arte di Maria Vittoria Trifogli, classe ‘97, è una cantante hip-hop/rap che ha iniziato a farsi strada un po’ alla volta a partire da piccoli club fino ad arrivare all’organizzazione di un proprio tour che la vedrà protagonista su vari palchi d’Italia quest’estate. Nel 2020 pubblica il suo primo EP, Camaleonte, seguito da vari singoli, tra cui Forte, l’ultimo uscito.  

I suoi brani toccano diversi temi, ma quello dell’incertezza che ci circonda ogni giorno e che trova respiro nella musica che Mavie scrive e ascolta è particolarmente ricorrente. Con il suo stile, che rimanda alla musica hip-hop e rap underground, ci verrà a fare compagnia all’Oltre festival di Bologna il 22 giugno al Parco delle Caserme rosse

In vista dell’evento, abbiamo deciso di intervistarla.  

Immagine presa da boxerticket.it
Ciao Mavie, benvenuta su Posta Indipendente! Partiamo dall’evento a noi più vicino che ti vedrà protagonista: l’Oltre festival. Com’è nata l’idea di partecipare? Come ti senti a prendere parte a questo evento e cosa ti aspetti dall’esperienza? 

L’idea è nata dal momento in cui abbiamo deciso di fare un tour estivo, io e il mio team. Tra le date papabili era presente anche l’Oltre festival; in più a Bologna ho un sacco di amici e amiche. Già lo conoscevo come festival ma non ero mai andata. Essere presente da artista è ancora più figo; sono super contenta e carica per questa esperienza! Poi vediamo, spero di non vedere deluse le mie aspettative, però sono tranquilla: andiamo lì, cantiamo e stiamo bene tutti insieme. 

Da dove e quando nasce il tuo amore per la musica? Cosa ti ha portato a scegliere questa strada? 

Ho iniziato circa una decina di anni fa con il beat box, poi da lì mi sono avvicinata alla scrittura. Però diciamo che hip-hop e rap erano i miei ascolti principali. Poi, vedendo che anche altri lo facevano e che non mi veniva così male, ho continuato fino a togliermi qualche piccola soddisfazione. Abbiamo aperto diversi concerti, tra cui quelli di Sfera Ebbasta, Ghali, Gemitaiz, e poi piano piano mi sono fatta un po’ strada da sola, facendo tante esperienze, vedendo tante persone. Spero potrà essere definitivamente un lavoro in futuro. Purtroppo c’è stato anche il covid di mezzo, quindi sia il discorso live, sia promo per quanto riguarda singoli e album, è stato più ristretto. Speriamo in un futuro più roseo. 

Questi due generi che ascoltavi di più sono anche quelli a cui sei rimasta più affezionata e su cui ti basi, immagino. 

Sì, quando inizio a scrivere qualcosa che ho in mente, per quanto anche a me piacciano l’R&B, il nuovo pop, e tutto ciò che è più melodico, mi rimanda sempre a scritture in rima; quindi l’influenza c’è stata e c’è ancora.  

A quale dei tuoi brani sei più legata e perché? 

Probabilmente Sole, perché è uno dei brani che nell’approccio alla scrittura è stato più ponderato, nel senso che magari non è un beat a cassa dritta, come quelli che avevo fatto in passato; è una cosina un attimino più introspettiva, delicata e raffinata. Parlo di me in una maniera in cui probabilmente per adesso ho parlato solo in quel brano lì, quindi è un po’ speciale rispetto agli altri. Però mi piacciono tutti. 

Nel tuo ultimo singolo, Forte, tra le altre cose dici “indecisa tra le cose ho fatto un disco”. Anche in altri testi dei tuoi brani mi sembra di capire che per te la musica sia un modo di affrontare un presente pieno di incertezze o sbaglio? Cosa rappresenta per te la musica?  

Assolutamente. Hai colto in pieno il discorso, anche perché personalmente scrivere è stata una enorme valvola di sfogo in periodi estremamente difficili per me. Quando non sai cosa fare ma sai che hai una sola certezza sfrutti quella, un po’ per esempio come potrebbe essere la fede per qualcuno, la religione. Come potrebbe essere boh, il taglia e cuci. Per me è la musica, quindi so che è il mio nido sicuro in cui nessuno può mettere mano se non me stessa, e so che posso essere solamente io l’artefice di ciò che scrivo, quindi è una cosa estremamente personale. Poi l’incertezza, in un momento storico come questo, è una delle cose più presente nella vita di tutti, non solo degli artisti ma soprattutto di noi giovani: è sempre tutto un po’ un punto di domanda, sempre che non sai cosa c’è dopo, sempre che non sai se stai facendo la scelta giusta o meno. L’importante è fare quello che uno si sente, poi dopo se sarà giusto o meno te lo saprà dire la vita. Non abbiamo ancora la palla di vetro. 

Qual è l’artista che ti ha segnata di più al quale ti ispiri nella scena italiana, e col quale magari ti piacerebbe collaborare? 

Questa è una domanda che viene fatta spesso, giustamente, ma in realtà non ho un nome unico, avendo ascoltato di tutto e di più, dalle cose più underground italiane e americane sempre relative all’hip hop. Ultimamente di italiano mi sto ascoltando un po’ tutto quello che è il new pop, mi piacciono molto anche i rapper, ma non italiani. Preferisco sicuramente gli esteri. Se c’è un’artista molto forte che a me piace parecchio è 070 Shake. Mi piacciono anche le canzoni popolari, quelle un po’ particolari italiane, per il resto però non ho una persona specifica a cui mi ispiro. Di italiano non ti saprei dire… sto pensando perché ogni volta per me è un trauma! (ride, ndr). Ascolto veramente di tutto, probabilmente la mia ispirazione è totalmente inconscia, cioè mi arriva dopo che ho ascoltato qualcosa. Non ti so fare un nome ma ascolto tutta la musica, ogni genere. Qualsiasi nome mi fai, probabilmente fa parte del bagaglio culturale di Mavie. 

Sì, effettivamente è una domanda che si fa spesso, e spesso si sente anche questa risposta, cioè che non c’è un artista in particolare a cui ci si ispira. 

Esatto, poi in un momento come questo in cui ci sono tanti generi che vanno a mischiarsi. Anche io a livello di beat metto insieme elettronica, hip-hop, pop, un po’ di tutto. Fai fatica ad agganciarti a una cosa sola. Viene proprio difficile a livello di approccio nell’ascolto. Perciò ascolto le vibes che mi piacciono e che mi fanno star bene. 

Grazie Mavie per quest’intervista e per il tempo che ci hai dedicato! 

a cura di
Gaia Barbiero

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