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C’è posta per… vol.2

Tarararararara tun tun tun

Insomma ci abbiamo provato a replicare a parole l’inconfondibile “Love’s Theme” di Barry White, nonché la famosissima colonna sonora del programma che ha fatto della De Filippi l’eroina di tutti i sabato sera (passati a casa) della maggior parte degli italiani.

Noi di Postaindipendente non vogliamo avere la velleità di paragonarci al tv show dalla magica busta, eppure il nome della nostra rivista richiama l’idea di accogliere nella nostra (mail di) posta tutte le nuove proposte del mercato musicale emergente.

È stato impossibile così non dedicare, proprio ai protagonisti del nostro giornale, un format in cui, questa volta, a dover aprire la busta sono proprio gli artisti. Nasce dunque “C’è posta per…”: lo spazio in cui mensilmente accogliamo sui nostri divani virtuali le band o i singoli cantanti che hanno deciso di prendere in consegna una domanda dal pubblico.

La domanda del mese è “Qual è quella canzone scritta da te che hai difficoltà a suonare dal vivo?”

Lomii

Una canzone che non amiamo particolarmente suonare è Choice, prima traccia del nostro primo EP.
Choice è una canzone alla quale siamo molto legati essendo stata la prima che abbiamo scritto e musicato. D’altra parte è una canzone che non ci rappresenta più in alcun modo, su tutti i fronti. A livello stilistico, nella scrittura, nelle intenzioni. Ci stiamo allontanando da lei sempre più. Ma è una cosa che stiamo affrontando a cuor leggero, è fisiologico questo progressivo allontanamento dalla nostra prima creazione, sono trascorsi anni di grandi cambiamenti.

La preghiera di Jonah

Domanda difficile, e come chiedere a chi vuoi più bene a mamma o a papà? Ed istintivamente dici a mamma perché passi più tempo con lei. Partendo da questa riflessione, posso pensare alla canzone che suono di meno ma non che non ho piacere, in quanto “sono tutte figlie” e i figli so piezz e cor. Ma tornando a noi, una canzone che live mi mette sempre agitazione, inizia a scendere la gocciolina di sudore sulla fronte, la gamba destra trema, è Milano. Il perché? Beh partendo dal testo, è una canzone scritta in un momento particolare della mia vita. La voglia di avere con se a tutti i costi l’altra persona, e accettare la partenza, purtroppo, e in alcuni casi per fortuna. Anche se piccolo scoop, la prima stesura di Milano era totalmente diversa e raccontava di “un amore impossibile” per differenza di età. Poi davanti al foglio e ai sentimenti, scrivi e riscrivi, ed arrivata a quella che conoscete ora. Nella sfera live è una di quelle canzone che mette a dura prova le mie corde vocali, perché la richiesta d’aiuto, non è mai sussurrata e quindi bisogna urlare, farsi sentire. Ma alla fine è anche quella che poi dopo averla fatta rende tutto più tranquillo.

Marsali

C’è una canzone che hai scritto ma che non ami particolarmente suonare e perché?
Le canzoni dell’Ep non vedo l’ora di suonarle tutte proprio perché sono nuove, fresche e mi danno una carica assurda. Sicuramente ci sono dei miei vecchi pezzi, ma nessuno in particolare, scritti diversi anni fa che oggi non sento più miei naturalmente e quindi farei fatica a suonare e cantare di nuovo.

Pintus

Delle canzoni presenti nel disco probabilmente Patologico. È una canzone troppo nuda e che spesso mi mette in crisi, l’unica che col passare negli anni non si è affievolita e ha un paio di versi che mi disturbano emotivamente e che ogni volta penso che, potendo, eviterei di cantare. Poi però lo faccio, mi faccio forza e lo faccio

Donson

Diciamo che le prime canzoni che ho fatto quando le ascolto o mi chiedono di cantarle live mi mettono un po’ a disagio perché noto la differenza tecnica, d’altra parte mi fanno sorridere, è bello perché torni indietro nel tempo. Scherzi a parte, non ci sono canzone che mi mettono a disagio o che mi disturbano a cantarle. Forse in Arcobaleno (il mio prossimo progetto in uscita) ci sono canzoni così delicate che potrebbero emozionarmi; ho toccato dei tasti delicati del mio essere e della mia vita. È ancora tutto da vedere!

Riccardo Morandini

Più che un pezzo singolo, mi capita di avere difficoltà a cantare alcune parti dei miei testi che potrebbero suonare pompose o lamentose/auto-commiseratorie. Se penso alle ragioni originarie per cui le ho scritte le giustifico, ma a volte l’interpretazione che potrebbe darne il pubblico ad un ascolto superficiale mi inibisce. In generale penso che scrivere dei testi “seri” senza essere pesanti sia una faccenda piuttosto delicata e al contrario l’ironia e la leggerezza spesso sono un facile scudo.

Nuelle

In verità dipende dalla situazione, non ho il piacere di suonare nessuna mia canzone se devo farlo per me. La musica è come una cura, un rimedio, un riparo…quindi, per me, è come chiedere ad un dentista se quando ha una carie se la rimuove da solo…o ancora chiedersi se un chirurgo si operi da solo. Ovviamente potrei suonare e cantare i miei brani per gli altri per ore e ore finché ho voce e con tanta tanta voglia di farlo.

Wasabe

Forse è “Venti” la prima canzone che ho pubblicato su Spotify. Ci sono molto affezionata, ma è sempre difficile cantare in live la seconda strofa, che descrive in modo molto diretto il periodo peggiore della malattia; l’aver paura ad addormentarmi per il battito cardiaco troppo basso, il punto di vista di mia madre che dal mio sguardo non mi riconosceva più. È sempre un colpo al cuore ricordare tutte quelle brutte cose.

Caravaggio

Alcuni anni fa ho vissuto un’esperienza che ha cambiato la mia vita umana e artistica per sempre, sono stato colpito dalla distonia laringea. Questa malattia mi ha impedito di parlare e di cantare in maniera fluida per diversi anni, ho dovuto imparare da capo ad usare la voce, un percorso molto duro e lungo. Caravaggio è la rinascita dopo quella morte. Tutta questa premessa per dire che ho nei confronti del live un rapporto molto particolare, l’idea di cantare “qualunque brano” del mio repertorio dal vivo mi fa scaturire sempre una certa ansia. Ho trovato un mio modo per esorcizzare tutto questo attraverso il “movimento”, imparando a cantare con tutto il corpo. Credo che ballando questa mia personale danza sul palco io curi me stesso e in un certo modo anche chi mi sta difronte.

Anna Castiglia

Quasi tutte le canzoni vecchie dopo un po’ non riesco più a suonarle. Ma nonostante ciò cerco sempre di recuperare il rapporto con loro. Portarle in studio è un modo per rinnovarle e rivalutarle, ti ricorda il motivo per cui le hai scritte! Ovviamente ci sono anche canzoni che non ho mai suonato, sia per mancanza di coraggio sia perchè si allontanano da me a livello stilistico, però le scrivo per necessità o magari perchè troppo influenzata da un album appena ascoltato.


Luca Sammartino

Ciao! Sì e per assurdo è quella grazie alle quale sono qui oggi a fare il cantautore: Blu. E’ un brano che ho scritto pochi giorni dopo la scomparsa di una mia cara amica in un incidente stradale e viene da sé che ogni volta che la canto, che sia su un palco, a casa o in sala prove, mi tornano alla mente tutti i momenti vissuti in quei giorni, il dolore provato e visto intorno tra gli amici e tutta un’intera comunità e le sensazioni forti provate mentre la scrivevo. Fortunatamente sia la canzone che la storia in sé, per quanto la ferita mai si rimarginerà, hanno un lieto fine – le vendite dei CD del singolo sono state destinate alla ricerca contro la sclerosi multipla e ne é nata un’associazione benefica che tutt’ora si impegna in iniziative benefiche – ed ogni volta mi ricorda che ho la possibilità di cantare e cercare di realizzare i miei sogni anche in onore della mia amica.

Arjannakc

Questa è difficile! Allora onestamente mi piacciono tutte le mie canzoni, però ce n’è una che non suono con facilità live perché avrei paura di non essere capita a pieno da chi mi ascolta. Troppo spesso ho risposto “tutto bene, tu?” alla domanda “come stai?” anche quando magari era da mesi che cercavo di raccogliere le macerie che erano rimaste di me stessa. Ecco beh, questa canzone parla proprio di questo: della difficoltà del trovare il coraggio di dire la verità anche se fa male.

Mattia Pellicoro

Domanda difficile. Potrebbero essere tante le canzoni che non voglio più suonare per motivi “banali” come l’evoluzione artistica. In particolare uno dei brani che più ho amato, ma che non canto più è “Noche d’Erasmus”. È un brano incredibile, al quale sono affezionatissimo, ma che ormai è completamente fuori dagli attuali progetti musicali e quindi preferisco non suonarlo, ma sono sempre orgogliosissimo di farlo ascoltare. Fotografa un periodo della mia vita unico, pazzo, di una libertà estrema, fotografa concerti fatti in discoteca, fotografa la mia vita in Spagna. Momenti unici, che però ora andrebbero a scontrarsi con quello che scrivo, più intimo, privato ed emotivo. Spero un giorno di poterla riproporre in altri contesti, ascoltatela pure su Spotify perché è bellissima e anche perché, almeno per ora, non la suonerò nei prossimi live!

a cura di
Redazione

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