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“La bellezza degli abissi”: Alaveda racconta il brano

Fuori il 29 marzo “La bellezza degli abissi”: la canzone autobiografica dedicata ad un’amicizia. Un arrangiamento coinvolgente accompagna quel flusso di coscienza che ha preteso di uscire dalla mente e farsi testo

Il nuovo singolo di Alaveda nato dopo una notte sul tetto ad osservare l'  'Eclissi' più lunga del secolo – Il Mohicano

Alaveda è un cantautore romano il cui eponimo album d’esordio esce nel 2016. Composto da 10 tracce, questo ci racconta la sua personale visione della realtà, che alla fine è quella di tutti: sincera e malinconica, fatta di emozioni che escono dalla mente e pretendono di trovare un loro posto al di fuori, attraverso le parole. Sono dunque canzoni gridate, sentite, quelle che denotano la composizione il disco così come le future creazioni e la stessa personalità dell’artista, intrisa di una sensibilità che viene messa a disposizione e condivisa con il pubblico. Le canzoni si animano e pretendono dunque di essere ascoltate.

Dopo 5 anni ritorna con dei nuovi progetti: ad ottobre 2021 propone il brano “Eclissi”, il quale nasce dalla sua collaborazione con lo Stra Studio di Roma. A prendere parte al progetto vi sono alcuni musicisti di spicco della capitale, quali Giorgio Maria Condemi e Cesare Petulicchio.

“Eclissi nasce il 27 luglio 2018 dopo aver passato la sera sul tetto ad osservare l’eclissi lunare più lunga del secolo ascoltando a ripetizione “You don’t care of me enough to cry” di John Moreland”

La canzone mette dunque in luce l’incapacità umana di guardarsi dentro.

“La bellezza degli abissi”, ultima e recente uscita di Alaveda, anticipa l’uscita del nuovo disco. L’intervista che segue volge verso la scoperta dettagliata di questa canzone, per capire quali sentimenti e pulsioni interiori abbiano spinto l’artista alla scrittura e alla presentazione della stessa.

“La bellezza degli abissi” è la storia di un amico che, pur romanzata, meritava di essere raccontata

Alaveda ci propone ancje questa volta un brano molto sentito, riflettuto, che proviene dall’interno e mette in luce sentimenti ed emozioni taciute per tempo.

Crediti singolo

Prodotto allo STRASTUDIO100CELLE da Giorgio Maria Condemi e Gianni Istroni
Alaveda: musica, testo, voce
Alessio D’Auria: arrangiamento, chitarra acustica, pianoforte
Giorgio Maria Condemi: arrangiamento, cori, chitarre elettriche, basso
Cesare Petulicchio: batteria

Ciao Alaveda, benvenuto su Posta Indipendente! Il 29 marzo è uscita “La belezza degli abissi”. A cosa ti sei ispirato per la composizione del singolo? Il titolo del brano rimanda alla cultura romantica. C’è forse qualche correlazione con la stessa o qualche figura che ti ha guidato durante questo lavoro?

Che bella domanda! Io sono stato, da giovanissimo (prima che internet fagocitasse in maniera totale il nostro tempo libero), un lettore vorace. E come tanti sono stato affascinato da quella corrente poetica. Passavo pomeriggi interi nelle biblioteche comunali o nelle librerie a leggere. Ho amato in particolare John Keats. Quindi, anche in maniera inconscia, sicuramente un’influenza c’è stata.

Parli ad un “tu” da cui sei stato a lungo lontano. Cosa vi ha separati per tutto questo tempo? Ora che vi siete finalmente ritrovati sei uscito dalla “bellezza degli abissi”?

L’incipit della canzone è ispirato alla storia di un amico. Andando avanti con il testo mi sono rivolto più in generale agli amici (pochi per fortuna) persi negli “abissi”. Qualcuno l’ho rivisto, qualcuno purtroppo no.

“La bellezza degli abissi” su YouTube
Il brano è molto breve. Hai espresso senza giri di parole il concetto di abbandono e nostalgia. Queste semplici frasi vogliono intendere forse la difficoltà per te di esternare e tradurre in righe le tue emozioni?

Sono purtroppo uno che non ama scrivere in maniera “torrenziale”. E la “forma canzone” è quella che più si adatta al modo essenziale e conciso che ho di esprimermi.

C’è qualche artista con il quale ti piacerebbe collaborare un giorno?

Escludendo i totem stranieri, perché staremmo parlando di fantascienza, seguo da sempre come un maestro Filippo Gatti. Parlando di quelli della mia generazione, invece, vedrei bene un featuring in un  pezzo del mio prossimo disco con Motta: ha un tono di voce che potrebbe essere complementare alla mia.

Cosa ne pensi del panorama musicale italiano attuale?

Come tutti ho i miei gusti. Non condivido il pensiero di chi vede il deserto. Ci sono tantissime cose interessanti e alcune anche entusiasmanti: i Gomma, ad esempio. In generale mi piacciono tutti quelli che provano a distinguersi uscendo dal seminato dell’easy listening e quelli che hanno un sound e una voce che li identifica. In una parola: personalità.

Hai qualche nuovo progetto in mente per il futuro?

Ho praticamente finito di registrare l’album. Uscirà ancora qualche singolo e, appena mi sarà possibile preparare un live in full band, pubblicherò il disco.

a cura di
Erica Amato

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