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Angela Iris e il nuovo singolo, l’intervista

“Baileys” è il primo brano nato dalla collaborazione tra la cantautrice Angela Iris e la producer Plastica.

Un brano tutto al femminile che unisce i testi profondi e il timbro vocale dell’artista milanese con le sonorità elettroniche e lo-fi della produttrice veneta. Si genera così un mix pionieristico che punta a innovare l’attuale corrente R&B italiana.

“Baileys”, come affermato dalla stessa Angela Iris, tratta i temi della solitudine e della depressione causati da un errore commesso. Quasi mai alcol e farmaci aiutano a risolvere questi problemi, a volte è necessario aggrapparsi al pensiero di avere accanto una persona che ci ama.

Baileys, Spotify

Il progetto discografico di Angela Iris nasce dopo anni di esperienze live, dove apre numerosi concerti quali quelli di Bianco, Vallanzaska e Laura Gibson.
L’EP d’esordio esce il 28 agosto 2020 distribuito da Artist First, che l’ha portata, tra l’altro, ad esibirsi sul palco di Radio Deejay a Riccione per l’edizione 2020 di Deejay On Stage. Il disco, contemporaneamente, sancisce l’abbandono dell’artista alle sonorità pop a favore di un mondo sonoro più vicino all’urban e al soul/r&b. 
Dalla fine del 2020, lavora con la sua amica e produttrice Plastica alla produzione del suo primo album, Psiche, che verrà pubblicato la prossima primavera.

Ciao Angela Iris, benvenuta su Posta Indipendente! “Baileys” è nato dalla collaborazione tra te e Plastica, ma anche nel nuovo album “Psiche” c’è questa collaborazione. Parlaci del tuo rapporto, lavorativo e non, con Plastica.

Con Matilde mi sono trovata in sintonia dalla primissima volta in cui l’ho incontrata, ormai un paio di anni fa. Quando ho scritto Baileys e le altre canzoni che usciranno a breve, ho pensato subito a lei per dare forma alle mie nuove idee musicali, perché sentivo che questi brani richiedevano un rinnovamento e un sound originale. Mati è riuscita immediatamente a capire cosa avevo in mente per queste canzoni e ci ha messo anche molte delle sue idee bellissime!

Il brano parla di una condizione di solitudine e depressione che hai vissuto, è stato difficile per te esprimere questi sentimenti?

È stato non solo difficile, ma anche lungo perché prima ho dovuto elaborare e metabolizzare la situazione per mesi. Quando mi sono resa conto del fatto che l’unico modo per superare quel momento di crisi era chiedere aiuto e stare vicino a una persona a me molto cara, sono riuscita a risollevarmi. In quel momento è anche nato l’impulso di esprimere quel mio stato psicologico attraverso la musica.

Riguardo la domanda precedente, vorremmo sapere se questo brano vuole mostrare empatia e solidarietà nei confronti di chi sta trascorrendo momenti di questo tipo.

Sì, assolutamente. Penso che la voglia di scrivere canzoni riguardanti parti così intime di se stessi nasca proprio dall’esigenza di raccontare la propria esperienza agli altri. È una necessità di empatia che sicuramente richiede di essere condivisa. In effetti, una volta uscito il brano, molte persone mi hanno scritto dicendomi che ci sono riconosciute nel brano. Purtroppo la solitudine e la depressione sono condizioni molto più comuni di quello che si pensa e vi garantisco per esperienza che l’unico modo per uscirne è parlarne e chiedere aiuto.

Sappiamo che, rispetto al primo EP, hai cambiato genere musicale. A cosa è dovuto questo cambiamento?

In realtà, dal mio punto di vista è più una evoluzione. Io sono cresciuta prima di tutto come persona e questo ha inevitabilmente influito sulla mia scrittura. E’ stato del tutto spontaneo. Inoltre, ormai è quasi banale dirlo, ma il periodo storico che stiamo vivendo mi ha un po’ costretto a parlare di temi più introspettivi, che toccano i sentimenti. Rispetto a due anni fa mi sento molto più matura anche per aver vissuto delle cose spiacevoli che mi hanno spinto a cambiare direzione nella mia vita artistica e non solo.

In primavera uscirà il tuo nuovo album “Psiche“, in collaborazione con Plastica. Potresti darci una piccola anteprima?

Bè, come potete intuire dal titolo, quello che vi posso dire è che c’è un filo comune a tutte le canzoni: la sfera psicologica ed emotiva. Tutte le canzoni sono state prodotte con Plastica e niente… Non vedo l’ora di farvelo sentire, ma arriverà tutto a suo tempo!

a cura di
Chiara Zago

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