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Enraged Monkeys, il Metal ritorna alle origini della specie

Gli Enraged Monkeys nascono nel 2012 durante una jam session da Florian Rößle, Manuel Pelzhause e Andreas Kalchschmid

Prendendo spunto dal famosissimo film del 68‘ “Il pianeta delle scimmie“, questi tre ragazzi hanno creato un nuovo stile di metal, un misto di trash metal, death, doom, e, perchè no, un po di punk. Una sonorita unica di questo gruppo Tedesco che si abbina perfettamente ai temi forti che affrontano e con testi che non cercano di addolcire la pillola.

La band è appunto composta da Florian precedentemente chitarrista dei SUBHUMAN, mentre Manuel e Andreas erano parte dei Die Naturtrüben, nel 2013 si uniscono Istvan Ladanyi come voce e Jörg Lutzenberger alla batteria. Alle percussioni si trova attualmente Leon Kettemann che prende il posto di Michael Bensch, scomparso nel 2019 all’età di 33 anni. “La Macchina“, come viene ancora ricordato dai suoi compagni, ha avuto un ruolo fondamantale nella band, a lui è dedicata la canzone “Unfasslich” nel loro nuovo cd intitolato “No Compromise” uscito l’11 Giugno e preceduto dal omonimo singolo.

Video ufficiale del singolo “No Compromise

Dove l’evoluzione ha portato a compromessi, al voltare la testa dall’altro lato per il quieto vivere, gli Enraged Monkeys ti obbligano a guardare il male che l’indifferenza può portare, con la forza e potenza che solo il metal può dare. Questi ragazzi sono decisi e sicuri in quello che fanno e dicono, si può facilmente capire dalle risposte che hanno fornito alle domande che avevo dopo essermi immerso nell’album e in qualche intervista. Hanno risposto passandosi la palla, ho quindi riportato le risposte d’ognuno precetuta dal nome.

Le vostre canzoni sono registrate live, mixate e poi masterizzate su nastro, tutto ciò è molto “Old School Metal”, quindi cosa ne pensate del crescente utilizzo di sintetizzatori e elettronica nel Metal?

Manuel: Solo perchè l’abbiamo fatto Old School non significa che non siamo aperti a cambiamenti. E’ solo che il suono che facciamo suona meglio live e su nastro.
Andreas: Sono competamente d’accordo. Uso amplificatori digitali a effetti modulari per la mia chitarra, prima di inviare il segnale attraverso un amlificatore a valvole Old School, il suono ne giova da entrambi i mondi.

Tranne le tracce 9 e 12, che sono in Tedesco, tutte le altre canzoni sono in Inglese, perchè solo quelle due, hanno un significato speciale? C’è una ragione intorno alla lingua che usate?

Istvan: All’inizio avevo scritto “Worte” in inglese, e c’è una versione anche in Inglese. Tuttavia mancava ancora quel qualcosa extra e quando l’ho tradotta ho notato che funzionava meglio in Tedesco. La canzone “Unfasslich” invece è stata pianificata sin dall’inizio in Tedesco per omaggiare Mikey. Non potevo scriverla in Inglese anche perchè le parole della canzone erano già nella mia tasta/cuore.

Avete precedentemente detto che il vostro album, “No Compromise“, non è un album sulla pace e la speranza, avete inoltre detto che i compromessi causano guerra e sofferenza, quali sono quindi i compromessi che per voi hanno causato più danni?

Andreas: Non predichiamo che ci sarà pace e speranza dal nulla, quello è mentire a sè stessi. Sporchi compromessi per interesse del potere e soldi portano solo sofferenza. Chiudi un occhio qui, per ricevere gas dagli autocrati la, chiudine un altro per ricevere del litio per le batterie lì. Ma poi compriamo cotone organico per donare 5 euro a Greenpeace, così possiamo dormire bene la notte…

Unfasslich è una canzone dedicata a Michael Bensch il vostro batterista scomparso, quanta influenza ha avuto sullo stile della band?

Manuel: Direi molto, non solo perchè era una macchina con il doppio pedale ma molto di più, un buon amico con la propria opinione e stile musicale. Ciò è certamente importante per creare nuove canzoni.

Dato che sono Italiano mi piacerebbe chiedervi, farete mai un live in Italia? Più in generale quali sono i vostri piani per gli eventi live?

Manuel: Certo perchè no? L’Italia è così vicina che siamo più o meno locali lì :). La ragione principale per la quale siamo andati in studio era in realtà quella di avere un riferimento per audience maggiori e quindi più concerti.

Andreas: Noi siamo pronti per gli stadi, ma la vera domanda è, sono gli stadi pronti per il Monkeycore? 😉

Qui finisce il nostro tempo con questa incredibile band, ma per rimanere aggiornati su future date e conoscere meglio gli Enraged Monkeys consiglio di visitare il loro Sito e magari dare un occhio al loro Istagram!

a cura di
Federico Zanoni

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