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Jurijgami torna dopo un anno con “Anatidaephobia”: l’intervista

Il 2 luglio è uscito in radio e in digitale “Anatidaephobia”, il nuovo singolo di Jurijgami. Dopo un anno esatto dall’uscita del suo ultimo brano, “Stati Uniti Mai”, il cantautore comasco si racconta in un’intervista e ci parla del suo nuovo pezzo.

Anatidaephobia è una fobia che mi accompagna da sempre. È l’irrazionale e incontrollabile paura che un’oca in qualche punto imprecisato mi stia guardando. Che io sia su una spiaggia, in montagna, in casa o su un atollo “un’oca mi fissa e io perdo il controllo”.

Jurijgami

A un anno esatto dall’uscita di “Stati Uniti Mai”, canzone scritta a quattro mani con Andrea Bonomo, Jurijgami torna con “Anatidaephobia”, il nuovo singolo dalle sonorità indie rock. Il brano esce per Piuma Dischi distribuito The Orchard ed è prodotto dallo stesso Jurijgami e da Antonio Chindamo di Auditoria Records.

Nel 2020 è partito un tour estivo che lo ha visto protagonista di molte date e aperture tra cui quella di Calcutta a Bruxelles, di Leo Gassman a Lignano Sabbiadoro e di Dente al Bike In di Mantova.

Per saperne di più sul cantautore e chitarrista comasco abbiamo fatto due chiacchiere con lui!

Anatidaephobia
Ho ascoltato il tuo nuovo brano uscito pochi giorni fa, è davvero particolare e devo assolutamente chiederti se hai veramente questa fobia! In che senso poi perdi il controllo?

In verità ammetto di non soffrire di questa curiosa patologia ma l’intento del brano era quello di parlare di tutte quelle paure che ognuno di noi ha ma che razionalmente, molto spesso, non hanno alcun senso di esistere. La frase “un’oca mi fissa e io perdo il controllo” è una metafora per dire che quando siamo in balia delle nostre fobie è difficile riuscire a controllarci.

Come ti è venuto in mente di scrivere una canzone sulle varie paure?

Il motivo scatenante è senza dubbio la mia ipocondria; era da tempo che volevo raccontarla e devo dire che con questa “fobia delle oche” ho trovato lo stratagemma giusto per farlo e soprattutto, prendendomi poco sul serio, ne è uscita una canzone molto ironica.

Sentendo le tue canzoni non posso fare a meno di notare come siano tutte molto diverse l’una dall’altra sia per la sonorità che per le tematiche. Ti trovi meglio a creare brani più divertenti come “Anatidaephobia” e “Christian De Sica” oppure più introversi come “Stati Uniti Mai” e “Frangia”?

Credo che i percorsi artistici di ognuno siano scanditi da diverse fasi, sia a livello di emotività del momento che di maturità. Nel tempo ho sperimentato sonorità e tematiche diverse tra loro, ad oggi non saprei quale sia il vestito migliore, però è indubbio che mi piaccia cambiare outfit, pur mantenendo sempre l’unica vera caratterista comune a tutto il progetto, l’ironia.

Se potessi scegliere di partire per un tour insieme ad un qualsiasi artista italiano, con chi vorresti condividere il palco?

Mi piacerebbe partire in tour con i Ministri. Li seguo da molto tempo e condividere il palco insieme a loro sarebbe un sogno.

Ti identifichi con qualche artista in particolare? A chi vorresti essere paragonato?

Non c’è un artista in particolare in cui mi identifico. Ho avuto tanti riferimenti ma mai un’unica figura e, se da una parte non so a chi paragonarmi, allo stesso modo anche gli altri faticano a farlo, il che può risultare da una parte un vantaggio ma dall’altra diventa difficile spiegare “che musica fai”. L’idea di essere difficilmente paragonabile o etichettabile penso che sia la cosa più importante per un artista, la costante ricerca della propria unicità.

a cura di
Valentina Dragone

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