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One Bloody Family – “Elixir” tra diversità e musica

Arriva il 30 giugno “Elixir”, il nuovo album della One Bloody Family dall’etichetta Black Seed Records/ Egea Muisc.

Sette giovani richiedenti asilo, provenienti da diversi paesi dell’Africa insieme a sette musicisti torinesi per formare un ensemble multietnico che supera diversità, barriere linguistiche e pregiudizi.

E’ questa la One Bloody Family, nata a Torino nel 2017 nella Cooperativa Atypica.

Non sono musicisti professionisti ma la voglia di combattere e il ritmo nelle vene è tanta. Così i producer torinesi Gabriele Concas e Matteo Marini hanno aiutato i ragazzi con il remixaggio dei suoni e idee. I due producer erano già noti per il gruppo The Sweet Life Society.

La One Bloody Family è partita dai laboratori musicali per arrivare alle prime esibizioni dal vivo sui palchi dei festival italiani. con “Elixir” hanno dato vita ad una polifonia che mescola R&B, beat elettronici, afrobeat, world music e dancehall, in un percorso di condivisione dei diversi linguaggi artistici.

“Elixir” della One Bloody Family è composto da otto brani, compreso il già anticipato e disponibile su YouTube “Life can change”. Sono canzoni che parlano di amicizia, di amore, di un’Africa vissuta, sofferta e rimpianta, con i suoi colori, i suoi sapori. Sono anche presenti testi di denuncia contro la discriminazione come il brano “Elixir”, da cui prende il titolo dell’album.

I membri della band

Seedy Badjie, arrivato in Italia dalla città di Serrekunda in Gambia, che qui in Italia studia e lavora come elettricista; Adama Ndow, anche lui cantante del gruppo, grazie all’esperienza nella OBF ha cominciato a lavorare come dj.

Ebraima Saidy che dell’orchestra ama la bellezza della condivisione, di idee e di pensieri, e dell’apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo insieme.

Goodness Egwu, cantante nigeriana tra le ultime a unirsi alla “family”. Giovanissima, un concentrato di grinta e determinazione, da anni dedica le sue energie per la difesa dei diritti civili.

Talento del beatbox è poi Gilbert Dar, mentre alle percussioni ci sono Sana Bayo e Keba Ndiaje, che in Africa faceva il sarto e oggi realizza anche gli abiti per i live della One Blood Family.

Chiudono la formazione le “quote italiane” della band: Manuel Volpe (basso, farfisa, synth bass) e Simone Pozzi (batteria e percussioni), che con l’esperienza della Rhabdomantic Orchestra.

Elixir è stato scritto e prodotto da Manuel Volpe, Simone Pozzi, Gabriele Concas e Matteo Marini.

 il progetto è ideato dall’attivista sindacale Aboubakar Soumahoro per dare voce alle realtà lavorative oppresse.

One Blood Family è un progetto di fratellanza che trova affermazione attraverso lo strumento della cultura e della musica. Ma One Bloody Family è soprattutto la trasformazione delle disperazioni in speranza, in felicità e partecipazione. La trasformazione della nostra utopia immaginaria in qualcosa di concreto: l’affermazione di quel principio base per cui tutti apparteniamo alla medesima comunità umana.

Spiega Aboubakar Soumahoro
I brani

I brani sono molto ballabili, ti fanno ondeggiare automaticamente con la testa. “Maria” ha un’aria malinconica ma molto ritmata. “Shut up and Drive” è un brano simpatico, da passeggiata con gli amici, o meglio dire, da un giretto in macchina.

Il pezzo che da il nome all’album, “Elixir”, esprime chiaramente i sentimenti dei membri della band con una forza che si potrebbe dichiarare al tempo stesso tranquilla, senza rabbia, odio.

Si sentono in tante canzoni come a questi ragazzi manchi la propria terra, la propria famiglia…ma all’interno di un ritmo coinvolgente diventa tutto più leggero.

Come la speranza di un futuro migliore che non vuole cedere il passo alla tristezza, la grinta di persone che, nonostante tutto, sono felici di poter condividere le proprie emozioni.

Sono ben remixati i ritmi africani che, insieme a sound più occidentali diventano un mix etnico piacevole. Anche le lingue si mescolano: andiamo dallo spagnolo all’inglese.

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