Guidobaldi esordisce con “Scusate il ritardo”: tra il brit pop e la musica leggera
A due anni dall’uscita dei singoli Lungotevere e Cartolina Portuense è uscito Scusate il ritardo, album di esordio di Guidobaldi. Il cantautore classe ’94 propone un disco traboccante di influenze: dal brit pop alla musica leggera italiana fino a toccare le corde del cantautorato più classico. Un viaggio attraverso l’amore e alcune questioni esistenziali con quel pizzico di malinconia (di derivazione “califaniana”) che aggiunge una lettura più profonda all’ascolto di questo album.
Scusate il ritardo
Come spiega Guidobaldi il titolo dell’album è un riferimento “alla frase che uso ogni giorno: vado sempre di fretta e sono sempre in ritardo per qualcosa. Chiedo scusa ai parenti, agli amici, alle ex e ai musicisti per questo ritardo: solitamente i dischi escono a distanza di pochi mesi dai primi singoli, invece io ci ho messo due anni“.
Il disco è composto da dieci tracce e apre con il singolo Cartolina Portuense, una canzone che fa da identikit per l’intero album. Le sonorità si riconoscono subito: Guidobaldi prende a piene mani da cantautori nostrani come Cremonini o Calcutta ma portando le sonorità a melodie più rockeggianti con l’ottimo utilizzo di chitarre clean e giri di basso semplici ma efficaci.
Seguono Lungo Tevere e Dipendenza (il cui giro di piano iniziale ricorda vagamente Don’t look back in anger o Scegli me dei Verdena), le vette più alte del disco, due canzone dall’animo indie ben costruite, con ritornelli efficaci che entrano in testa al primo ascolto. Nel momento in cui potrebbe sembrare che il disco abbia offerto tutto in termini di variabilità musicale ecco che Guidobaldi esordisce con la bellissima Andiamo al mare, canzone dall’animo reggae, passando poi per il british rock di Erasmus che rimane però la canzone più sottotono del disco (a causa di un riff di chitarra poco cathcy e un ritornello poco incisivo) e per concludere con la ballata di solo ukulele di Domenica.
Un viaggio attraverso l’amore
Scusate il ritardo è un disco diviso in due parti: nella prima il cantautore romano racconta una storia d’amore in maniera semplice ma efficace, spesso tratteggiando il vissuto quotidiano per cui è facile per l’ascoltatore riconoscersi nelle dinamiche cantate. La seconda parte invece descrive il processo creativo e la storia di questo disco, una sorta di “making off” per il mestiere del cantautore, la costante però rimane l’amore.
Che sia per una persona o per la musica, l’amore non è sempre facile o appagante ma è quel sentimento che, come canta in Mezzanotte, non ti lascia dormire. L’importante però è non farsi sopraffare dalla malinconia e dai momenti di sconforto, trovare qualcuno o qualcosa che ti aiuti a “bruciare insieme le tue paure nelle fiamme”- Le mani.
Un disco moderno
Guidobaldi esordisce con un disco solido, divertente e pieno di spunti interessanti. Capita molto spesso, se si guarda al panorama indie italiano, di trovare dischi con buoni propositi ma spesso ripetitivi e con pochi sprazzi di originalità, ma non è questo il caso. Per quanto sia sempre la leggerezza a caratterizzare il suo sound, Scusate il ritardo non annoia e permette anche a chi non è solito ascoltare questo genere di trovare al suo interno riferimenti e stili diversi riportati in maniera autoriale e in chiave moderna.
Sicuramente tra tutti gli elementi presenti nel disco ciò che deve essere portato in primo piano è il talento di questo cantautore: una voce impeccabile per il genere e una notevole capacità di scrittura. Questi elementi fanno sorgere in noi la necessità di ascoltare le proposte future di questo artista, con la speranza di non dover aspettare altri due anni per un suo prossimo lavoro.
a cura di
Stefano Cremonese