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Guarda in anteprima il videoclip di “Daydreaming” di One Year Before

Un viaggio parallelo tra sogno e realtà

Daydreaming” (Amor Fati Dischi/Believe Digital) disponibile su tutte le piattaforme di streaming dal 2 aprile, è il secondo singolo di One Year Before contenuto nell’album d’esordio “Concrete“, in uscita a settembre 2021. One Year Before è il nuovo progetto solista di Matteo De Benedittis, polistrumentista della provincia di Lecce, che dopo numerose esperienze in studio, tra gli altri con Willie Peyote, Roy Paci, Inude e Blumosso, e altrettante live: Le Orme, Heineken Jammin’ Festival e Mondiali di Calcio 2006, ha deciso di concentrarsi su un suo sogno. E un modo per conciliare sogno e realtà è sicuramente realizzare quello che si sogna ad occhi aperti o almeno provarci, evitando qualsiasi conflitto tra razionalità e immaginazione.

Per questo è necessario fare il possibile affinché le due realtà viaggino parallelamente. Una sorta di convivenza civile tra morale ed emozioni. One Year Before sicuramente ha trovato nella musica il punto di incontro tra le parti e ce lo racconta attraverso le sonorità eteree e sognanti di “Daydreaming”.
Il mix del singolo, di cui è autore e produttore, è di Peppe Petrelli e il mastering è di Andrea Valfré.

Abbiamo incontrato Matteo proprio in occasione della video anteprima del suo nuovo singolo in esclusiva per Posta Indipendente.
Ecco come ha risposto alle nostre curiosità.

Ciao Matteo, benvenuto su Posta Indipendente. Come nasce One Year Before?

Un saluto anche a tutti voi! One Year Before nasce sicuramente da un’esigenza artistica ed emotiva, cercando di dimostrare qualcosa a me stesso. Credo che una forte spinta l’abbia data la cosa più naturale per un artista: l’urgenza di fare musica in un contesto musicalmente univoco e più libero. Convogliando gusti ed esperienze – scrittura e arrangiamento – in un lavoro che potrà rappresentare questo periodo. Sicuramente è il miglior regalo che potessi farmi.

C’è, secondo te, un modo per far convivere razionalità e immaginazione?

Me lo sono chiesto talvolta. Negli anni ho scoperto di essere artisticamente amante dell’irrazionale, sin da quando ho iniziato ad ascoltare le prime follie musicali di John Lennon per poi immergermi nelle opere di Nietzsche, l’irrazionalista per eccellenza. Credo che la musica riesca a fare in modo che questi due mondi possano sfiorarsi, anche se per un attimo brevissimo.

“Daydreaming” – Graphic by Alyssa Sermidi
A proposito di “Daydreaming”, tuo secondo singolo, la musica quindi può far incontrare sogni e realtà?

Nella maniera più terrena e meno astratta che conosco, credo assolutamente di sì. Le biografie e le interviste di molti artisti famosi riportano esattamente questo binomio avverato “sogno e realtà”. La musica può far sì che le due realtà coesistano perfettamente.

In che occasione ti sei trovato a scegliere tra giusto o sbagliato? C’è qualcosa del tuo passato che oggi avresti fatto diversamente, o non fatto del tutto?

Sicuramente il giorno in cui decisi di essere un artista, un musicista, insomma di vivere di musica. Lo ricordo come un momento molto faticoso, soprattutto se si vuole esser certi di aver preso la giusta decisione, anche in una prospettiva futura. È difficile essere obiettivi davanti alle proprie passioni, alle proprie debolezze o, peggio ancora, a un destino già segnato nell’attimo in cui hai ascoltato la tua prima canzone. Al momento non mi sento di rimpiangere nulla, per fortuna.

“Daydreaming” – official videoclip
Cosa ti ha ispirato per questo video, cosa rappresenta?

Ero troppo immerso nella canzone perché le immagini mi potessero ispirare, così ho chiesto al regista Gaetano Mangia di dettarmi la sua impressione e la sua descrizione mi ha colpito moltissimo. “Durante la lettura di un libro l’identificazione nei personaggi è veicolo di scoperta e di comunicazione a se stessi della verità. La maschera è simbolo e contenitore di paure fino ad allora mai sopraggiunte alla coscienza. L’onestà e il comunicarsi le emozioni sarà il graduale percorso affinché le anime si ritrovino insieme in una dimensione onirica e sincera”.

a cura di
Mariangela Cuscito

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